Castel San Giorgio. Oltre alle gravi carenze igienico sanitarie e strutturali e al mancato pagamento del pocket money agli ospiti dei centri di accoglienza gestiti dalla Cooperativa Desy dell’ex assessore sangiorgese Salvatore de Simone, esiste uno spaccato dell’inchiesta sui centri di accoglienza e che riguarda la truffa allo Stato: a perpetrarla sarebbe lo stesso De Simone che avrebbe certificato falsamente alla Prefettura di Salerno la spesa sostenuta per servizi da febbraio a ottobre 2023. Novantadue fatture, tra queste 10 risultano presentate per la richiesta di rimborsi a tre Prefetture diverse. Contestato il rimborso plurimo delle fatture. A seguito dell’acquisizione da parte dei carabinieri del Nas della documentazione presentata della Cooperativa Desy presso le Prefetture di Pistoia, Pavia, Arezzo, Salerno e Avellino nel biennio 2023-2024 sono emerse una serie di incongruenze relative alla presentazione “multipla” delle medesime fatture per i beni e servizi erogati nei Cas di quelle province. E’ emerso che per un solo documento commerciale, sarebbe stato chiesto un doppio rimborso finalizzato ad ottenere un profitto superiore rispetto a quello dovuto ed indicato in fattura, ma soprattutto in modo da far apparire la regolare esecuzione del contratto con la Prefettura conformemente agli obblighi assunti. Per tale ragione sono stati esclusi i documenti commerciali presentati in differenti Prefetture la cui somma indicata “in quota parte” sia inferiore al valore speso. De Simone è preoccupato per un’eventuale ispezione della Prefettura di Salerno. Emerge da un’intercettazione telefonica con Giuliana Nocera. “:Una cosa dobbiamo fare, perchè la mia paura qual è? Domani, lunedì mattina arriva la Prefettura vede lo schifo davanti la struttura”. E dà disposizioni a Nocera riferendole di far spostare degli ingombrati direttamente ai ragazzi (ospiti del Cas) e che in cambio avrebbero ottenuto “un’altra quota di pocket”. E nonostante gli ordini di chiusura delle varie strutture, per ultime quelle ordinate dalla Prefettura di Salerno, Salvatore De Simone con la collaborazione di Guglielmo Capuano, erano alla ricerca di nuove collaborazioni con le varie Prefetture sparse sul territorio nazionale. Per lui la procura ha chiesto e ottenuto il carcere: ” Unica misura idonea, Non si può fare affidamento, da parte di chi ha così gestito un così delicato pubblico servizio, sul rispetto di una misura diversa, come gli arresti domiciliari, sia pure con dispositivo elettronico, in quanto troppo suscettibile di violazioni difficilmente verificabili, mediante contatti di vario genere”.





