di Erika Noschese
A livello regionale la coalizione di centrosinistra non esiste. L’affondo arriva da Michele Tarantino, segretario regionale del Psi che punta il dito contro il Pd e De Luca: «ad oggi non hanno dimostrato di voler costruire uno schieramento capace di continuare ad amministrare la regione, con un programma innovativo».
Segretario, qual è lo stato di salute del Psi in Campania?
«Il partito cresce in maniera omogenea in tutta la Campania. Riscontriamo uno spirito di partecipazione che si traduce in nuove adesioni – soprattutto di amministratori – e aperture di nuove sezioni che per noi restano i luoghi privilegiati per lo sviluppo del dibattito e soprattutto il frontline con i cittadini. Il lavoro del nostro partito, che ha una storia, è quello di interpretare la politica lavorando nei territori a stretto contatto con la gente. Ben vengano le iniziative del consigliere regionale Andrea Volpe che unitamente al consigliere provinciale di Salerno Pasquale Sorrentino, sono in continuo contatto con gli amministratori del territorio. Amministratori spesso abbandonati dal governo centrale. La loro, non è solo una operazione di “conforto” politico ma è anche un modo per creare una rete capace di trovare risorse e energie per affrontare i problemi del quotidiano».
Elezioni Europee, come si prepara il partito per mettere al centro dell’agenda politica il Mezzogiorno d’Italia?
«Il Sud è una priorità. Non c’è sviluppo possibile per l’Italia senza politiche di crescita per il Sud, proiettato com’è nel Mediterraneo. Se la destra dovesse vincere anche in Europa, proprio questa parte d’Italia finirebbe per essere più abbandonata. Il progetto di autonomia differenziata unitamente a un governo di Bruxelles nazionalista, ci spazzerebbe fuori da ogni competizione. Ecco perché è necessario far capire agli elettori l’importanza di queste elezioni e l’importanza di contenere l’ascesa di questa destra pericolosa. Ma il Mezzogiorno non è l’unico tema. E’ necessario parlare di lavoro. Di che idea abbiamo. Di mettere in relazione il lavoro con la sicurezza rafforzando la normativa europea e senza cedere alle speculazioni delle grandi famiglie di imprenditori. E’ necessario riadeguare i salari e riattivare la macchina dei consumi. La svolta che dobbiamo costruire è coniugare fino in fondo la competitività delle nostre imprese con la tutela del lavoro».
Autonomia differenziata: il Psi da sempre si è schierato contro…
«Da sempre e senza dubbi. Ci eravamo anche dichiarati disponibili al dialogo, perché le grandi riforme non possono essere fatte solo da una parte politica. Ma abbiamo subito capito che, con questa destra al Governo, su certi argomenti non ci sarebbe stato né dialogo né partecipazione allargata. L’Autonomia differenziata è una moneta di scambio che Giorgia Meloni deve concedere a Salvini per tenere unita la coalizione e per incassare il sì al premierato. Così non funziona. Non è questo il modo di governare. Non si cede ai capricci di una parte politica. Ma in linea generale non funziona proprio l’idea di autonomia pensata da Calderoli. Così davvero rischiamo che il Sud diventi una zavorra inutile e, attenzione, le zavorre tendono a tirare giù tutto. Anche il Nord dovrebbe unirsi e fermare questa scellerata legge».
Dai socialisti nessuna presa di posizione per le offese rivolte al premier Meloni dal presidente De Luca, perché?
«Preferiamo parlare di contenuti. Una delegazione socialista era in piazza a Roma. De Luca ha fatto bene ad avviare ed immaginare l’iniziativa, meno a consentire ad altri di strumentalizzarla con un fuorionda inopportuno. Perché ogni volta a prevalere è l’aspetto folcloristico rispetto ai contenuti dell’iniziativa. Alla fine di tutta quella protesta è rimasta una sola frase, ma non mi è capitato di ascoltare da nessuna parte i contenuti della protesta».
Il terzo mandato non sembra essere poi così vicino. Crede sia possibile trovare un accordo?
«Il terzo mandato lo decideranno i cittadini con il loro voto. Se un amministratore è stato bravo e capace, state pur certi che gli elettori lo riconoscono e lo sostengono, altrimenti scelgono altro. Il punto vero è come il centrosinistra, il Pd e De Luca, vorranno affrontare le prossime elezioni regionali».
Centro sinistra, la sensazione è che la coalizione sia sempre un po’ spaccata con il PD che intende primeggiare.
«Dipende a quale coalizione lei fa riferimento. Al governo della Regione non c’è una coalizione perché i partiti non sono rappresentati. Cosi non si va da nessuna parte e temo non basterà il lavoro dei prossimi mesi. In Campania, sia il Pd che De Luca – se vogliamo considerarli come due corpi estranei – ad oggi non hanno dimostrato di voler costruire uno schieramento capace di continuare ad amministrare la regione, con un programma innovativo. Ci sono alcuni settori in cui, nonostante importanti investimenti, non si vedono risultati. A cominciare dalla sanità e dai trasporti. E questo perché magari si è preferito privilegiare il tecnicismo anziché la politica. Finché questo atteggiamento durerà, perderemo tutto quello che c’è da perdere consegnando anche la Campania a questa destra cialtrona e autoritaria. Uno spiraglio c’è: in Sardegna, come in Abruzzo per esempio, i progressisti hanno saputo fare quadrato intorno a candidature autorevoli e apprezzate dai cittadini. Il centrosinistra in Campania dovrebbe iniziare ad immaginare come ripresentarsi agli elettori, con o senza il terzo mandato per il Presidente De Luca».
È soddisfatto del lavoro che sta portando avanti il segretario nazionale Enzo Maraio?
«Enzo Maraio ha risvegliato l’orgoglio di essere socialisti. Lo ha fatto nella sua regione e lo sta facendo in tutta Italia. Un segretario giovane, dinamico, pieno di idee, che considera la comunità socialista una fonte importante di crescita. Con lui alla guida, ognuno di noi è investito di una grande responsabilità nel governo del quotidiano. Maraio fa politica e mette tutti nelle condizioni di crescere con la politica».