di Andrea Pellegrino
Divertito e sorpreso il responsabile della soprintendenza di Salerno Gennaro Miccio nello smentire la sua presenza ieri mattina al Comune per la riunione in merito al caso Crescent. «Ho avuto un incontro con l’assessore (all’urbanistica) Mimmo De Maio per altre questioni e per fare gli auguri di buon anno, nulla di più!», dice Miccio sorridendo e rincarando smentisce ancora: «Non c’è stata nessuna riunione, siamo in un Paese squallido». Eppure se due indizi fanno una prova, secondo i bene informati del Palazzo, Miccio è entrato alle ore 10,30 e De Luca ieri mattina era al Comune. Il Soprintendente è così salito al secondo piano portandosi direttamente nella stanza del primo cittadino. Probabilmente lì c’era anche l’assessore all’urbanistica Mimmo De Maio. Sta di fatto che orologio alla mano, sempre dei più informati, il colloquio è durato più di un’ora e dai corridoi si è sentita anche la voce di Vincenzo De Luca. L’argomento? Se ufficialmente sarà stato un altro, ufficiosamente il Crescent, con tutto ciò che ne consegue sarà comunque stato l’indiscusso protagonista della chiacchierata tra il Soprintendente Miccio e il sindaco De Luca. La vicenda, dopo la sentenza del Consiglio di Stato, non sarebbe di poco conto. In considerazione, poi, del fatto che il 20 gennaio si pronuncerà il tribunale del Riesame sulla richiesta di dissequestro dell’opera, il cui provvedimento cautelare poggia proprio su imperfezioni di carattere urbanistico, tant’è da ipotizzare il reato di «lottizzazione abusiva». Ma i guai sembrano non finire qui. Per la Soprintendenza il rompicapo sarebbe sempre più difficile da dirimere, soprattutto se l’Avvocatura dello Stato, confermerà il ritorno alle origini dell’intero iter, compreso il passaggio in commissione comunale paesaggistica. Nel caso specifico a Salerno sulla Clp c’è un altro contenzioso irrisolto, aperto lo scorso anno dopo la denuncia dei Figli delle Chiancarelle e di Italia Nostra raccolta poi, dall’ordine degli architetti di Salerno che avrebbero chiesto l’annullamento in autotutela di un organo a loro dire illegittimo. Insomma, pur volendo iniziare da capo, al momento pare che mancherebbe chi materialmente istruisca gli atti necessari, in considerazione anche dell’indiscrezione che parlerebbe di un no che il super dirigente Caselli avrebbe avanzato all’amministrazione sul caso Crescent. L’ex dirigente cavese, promosso a Salerno, pare che nella vicenda non voglia proprio entrarci, limitandosi solo alla Piazza, dove i problemi con la Procura di Salerno neppure mancano.