Maraio: «Elly Schlein rispetti le coalizioni o saremo destinati a fallire» - Le Cronache
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Maraio: «Elly Schlein rispetti le coalizioni o saremo destinati a fallire»

Maraio: «Elly Schlein rispetti le coalizioni o saremo destinati a fallire»

di Erika Noschese
È particolarmente critico nei confronti della segretaria del Pd Elly Schlein il segretario nazionale del Psi Enzo Maraio che ribadisce la disponibilità dei socialisti al termo mandato ma avverte i dem: La Schlein «ha parlato di voler spezzare il filo dell’autoreferenzialità del suo partito. Bene lo stiamo aspettando. Se il Pd crede di andare alle Europee con la protervia che ne ha contraddistinto gli anni precedenti, allora siamo destinati a fallire», ha attaccato. Intanto, il segretario nazionale questa sera sarà presente al lido La Conchiglia a lungomare Tafuri per presentare “Di nuovo avanti. La sfida socialista nel diario politico del segretario nazionale del Psi”, D’Amato editore. All’incontro parteciperà anche il deputato del Pd Piero De Luca.
Fine settimana intenso con gli Stati Generali del socialismo, un appuntamento importante che chiama a raccolta tutti i socialisti d’Italia. Qual è il suo scopo e cosa auspica…
«È partita una nuova stagione per i socialisti italiani. Abbiamo superato l’idea della diaspora per parlare dei temi, del futuro. Lo scopo è stato quello di rafforzare l’area politica socialista, laica e riformista di cui il Paese ha bisogno e che oggi, nel pieno della crisi della sinistra italiana, non trova adeguata rappresentanza. Abbiamo rilanciato la nostra comunità e offerto un contributo di idee e di proposte al centrosinistra, del quale i socialisti sono radice e non cespuglio. Oggi, più che mai, va rafforzata la coalizione e noi vogliamo dare il nostro contributo come forza che ha fatto del lavoro e dell’inclusione sociale, dei diritti e della laicità dello Stato, la sua ragione di esistenza. Con gli Stati generali abbiamo voluto avviare una nuova stagione socialista in vista delle prossime importantissime elezioni europee che saranno un banco di prova fondamentale».
Il 2024 sarà l’anno del ritorno al voto per le Provinciali. Quale ruolo giocherà il Psi?
«Come sempre ci saremo, con il centrosinistra ma chiederemo ai partiti di fare maggiore gioco di squadra. Il nostro gruppo dirigente farà, sicuramente, un buon lavoro. A Palazzo Sant’Agostino abbiamo eletto due consiglieri: Pasquale Sorrentino e Alessandro Chiola, che stanno svolgendo un egregio lavoro al fianco del presidente Franco Alfieri. Non è ancora certa la data e io mi auguro che l’iter avviato riporti i cittadini a votare e a scegliere, attraverso l’elezione diretta, il presidente. Del resto la sciagurata legge Delrio aveva lasciato le Province in un pantano, un Ente responsabile per viabilità, scuole e territorio ma privato dei fondi necessari per occuparsi delle priorità».
Europee 2024, è già stato fatto il suo nome. Sarebbe pronto a candidarsi?
«Sorrido. Non è una questione di nomi ma di proposte. Abbiamo un anno per lavorare a un programma che sia chiaro nei contenuti e che metta nero su bianco tutte le contraddizioni di questo Governo. Un esecutivo che ogni giorno dimostra di essere lontano dai cittadini e sempre più vicino ai potentati e alle lobby. Le elezioni Europee rappresentano le colonne d’Ercole, superate le quali c’è l’ignoto. C’è la seria possibilità che l’Unione Europea che conosciamo possa essere smantellata sotto la spinta sovranista dei governi di destra. È di questo che sono preoccupato ed è di questo che si dovrebbe discutere. Altro che nomi».
Governo Meloni, un bilancio di questi mesi…
«Pessimo. La fragilità di questo governo è evidente, non ultima le contraddizioni esplose in seno alla riforma della giustizia con la Meloni che zittisce Nordio sul concorso esterno. Insomma un esecutivo in continua propaganda, che si lascia esplodere tra le mani il caso Santanché e il caso La Russa, due episodi gravissimi. E poi ancora i bluff, come quello degli aumenti in busta paga. Una vera e propria truffa che cade d’estate, con gli italiani in vacanza e la possibilità di spendere due spiccioli in più. Durerà il tempo di un batter d’ali. Perché senza le coperture, non si potrà andare oltre. E poi il ritorno dei vitalizi a scapito del reddito di cittadinanza e la discussione arenata sul salario minimo. La precarizzazione del lavoro legalizzata con i voucher. Insomma questo è un Governo che leva ai poveri per dare ai ricchi. La Meloni? Uno sceriffo biondo delle borgate altro che Nottingham».
Lei di recente ha lanciato nuovamente l’allarme sull’autonomia differenziata. Cosa la preoccupa maggiormente?
«Questo è un provvedimento che nasconde male la vera intenzione del governo: quella di rivedere l’assetto del Paese. Ci spaventa perché prima di tutto esautora il Parlamento, luogo di democrazia, che perde la centralità decisionale in favore di task force e comitati dipendenti dal solo Governo. La seconda questione è quella dei Lep (Livelli essenziali delle prestazioni). Sul loro finanziamento fu proprio il ministro Calderoli a spiegarmi in un incontro avuto a Roma, che si potrebbero utilizzare i fondi europei già stanziati per il Sud, che lo stesso Governo non riesce a spendere. Così diventa una grande truffa. Invece di operare perché il Sud spenda bene i suoi fondi, si pensa di sottrarne una parte al mezzogiorno. E poi perché questo disegno legge mette in discussione due settori decisivi per il futuro della nostra società: la scuola e la sanità, per i quali si rischia di compiere un primo passo verso la privatizzazione, con buona pace dell’ascensore sociale, che in Italia è bloccato da troppo tempo e che mina il futuro di una intera generazione di giovani. Noi dobbiamo difendere con forza la scuola e la sanità pubblica».
Oggi la coalizione di centro-sinistra non sembra essere così compatta nonostante sfide importanti che caratterizzeranno il 2024 tra amministrative e provinciali. Cosa ne pensa?
«Gli Stati generali sono stati una mossa per iniziare un percorso di coesione, ho ricevuto riscontri positivi da tutti i leader della coalizione che hanno risposto alla mia “lettera appello”. Senza una iniziativa comune di tutte le forze democratiche, riformiste e liberali, come ho scritto, le sconfitte possono cambiare radicalmente il volto del Paese, mettendo a repentaglio il futuro di chi, oggi, ci chiede protezione sociale, ovvero la parte fragile del Paese che il Governo Meloni ha deciso di non vedere, tra diritti civili ignorati e quelli sociali mortificati. La nostra risposta è stata debole e confusa: senza una coalizione nazionale chiara, siamo andati in ordine sparso nelle alleanze nei territori. Questo non può più accadere».
Ad oggi cosa si sente di dire del nuovo Pd di Elly Schlein? La convince?
«Ha parlato di voler spezzare il filo dell’autoreferenzialità del suo partito. Bene lo stiamo aspettando. Se il Pd crede di andare alle Europee con la protervia che ne ha contraddistinto gli anni precedenti, allora siamo destinati a fallire. Le coalizioni devono essere rispettate, a livello europeo ma anche a livello nazionale e territoriale. Il segretario di un grande partito di sinistra non può far finta che certi problemi non esistono. Deve intervenire e risolverli. Se nella coalizione si limita l’agibilità politica degli alleati, abbiamo già perso. È inutile affrontare qualsiasi tipo di discussione politica».
Qualora il Pd dovesse spaccarsi ulteriormente, i socialisti sono dalla parte della segretaria nazionale o del presidente della Regione Campania?
«Non è una questione di scelte tra l’uno e l’altro e non mi piace entrare nel merito di uno scontro tra due dirigenti di un altro partito. Ci siamo limitati a manifestare la nostra diponibilità al terzo mandato. La priorità è intervenire sui temi e sulle azioni da assumere per i nostri territori».