di Erika Noschese
Cartaceo e digitalizzazione, tradizione e innovazione. Sono questi i punti di forza di Maf, azienda leader nella stampa tradizionale che ha saputo introdurre nella propria offerta il valore aggiunto dell’innovazione continua del prodotto. Nel 2008, l’azienda ha lanciato sul mercato i prodotti brevettati e registrati Cartolinea, una famiglia di soluzioni del tutto innovative ed esclusive di finishing per la lavorazione di carta e cartoncino con inserti spessorati e personalizzati, offrendo anche un servizio di supporto alla progettazione di altissimo livello. Maf è un’azienda con bilancio certificato, iscritto al Registro delle Imprese nella sezione speciale “Pmi Innovative”. L’azienda, guidata da Marta, Anella e Francesco Mastalia ha sede a Pontecagnano Faiano, eletta leader nella crescita con il fatturato relativo al 2020, secondo la classifica del Sole 24 ore. Per le aziende sono cambiate le priorità, si cercano nuove competenze… “Sì, assolutamente. Si cercano nuove competenze e si investe sulle capacità e sulla formazione per essere al passo con il mercato. Noi siamo una piccola impresa, tendenzialmente possiamo parlare di una macchina che riesce a rispondere velocemente alle richieste del mercato perché, per sua natura, è flessibile. In quest’ottica e con la volontà di mettere in campo prodotti innovativi che riescano a distinguersi sul mercato, abbiamo ideato nuovi prodotti finalizzati a rispondere alle esigenze del mercato, coniugando cartaceo e digitale. Ed è così che nasce la nostra ultima produzione, legata al packaging connesso”. Oggi si parla di digitale ma si fa fatica a rendere concreto il concetto. La sua azienda è la dimostrazione che tradizione e innovazione possono assolutamente convivere per offrire un prodotto qualitativamente superiore al cliente… “Sicuramente, da tempo puntiamo sull’innovazione. Un aspetto che, credo, coinvolga le aziende affini al nostro tessuto imprenditoriale, rispondendo davvero alle richieste del mercato. Tradizione e innovazione viaggiano a braccetto: la tradizione corrisponde ai valori – e credo facciano un po’ da cappello – mentre l’innovazione significa stare al passo con il mercato e anticipare, di conseguenza, le richieste”. Una serie di innovazione dalla sua azienda, tra packaging e QR-code… “Packaging che “parlano”, possiamo dire per sintetizzare. Praticamente, ogni packaging di nostra produzione viene personalizzato con dei connettori digitali, come QR-code o codici alfanumerici: essi generano un’azione che può essere strettamente collegata alla comunicazione o di servizio e quindi di assistenza al cliente. La personalizzazione viene fatta ad hoc, basandoci sulle richieste dell’azienda cliente o dell’agenzia che supporta tale azienda intenzionata ad attivare una campagna di comunicazione”. Un investimento importante per ampliare la fetta di mercato… “Bisogna offrire novità, sia per fidelizzare i clienti, sia per acquisire nuove fette di mercato; è fondamentale offrire qualcosa di unico nel suo genere o di qualitativamente superiore”. Quanto è difficile farlo ora, tra pandemia e guerra in Ucraina che hanno generato un aumento delle materie prime. Quanto è difficile offrire al cliente un prodotto innovativo o qualitativamente superiore? “Il problema è l’aumento dei prezzi. Se da un lato il cliente è a conoscenza di queste problematiche, dall’altro perdiamo tante opportunità di mercato perché non siamo in grado di rispondere nell’immediato alle richieste del cliente. Si perde clientela e, dunque, commesse perché l’azienda non è in grado di rispondere nei tempi richiesti. Altra problematica riguarda i costi delle materie prime: tante volte ci troviamo a confermare l’acquisto di materiale senza conoscere il prezzo e questo spesso può essere un rischio per le aziende, potrebbero bloccarsi”. Dalla pandemia ad oggi come è cambiato il suo settore e quanto è stato penalizzato? “Durante la pandemia abbiamo avuto un blocco iniziale, poi ci siamo organizzati e abbiamo ripreso le attività nel giro di quindici giorni; siamo riusciti a dare seguito al processo di sviluppo aziendale posto in essere negli anni precedenti ma, in quest’ottica, il cartaceo è stato preferito rispetto ad altri materiali, agevolandone la produzione per poi fare i conti con la materia prima che iniziava a scarseggiare. C’è stata una domanda molto alta rispetto all’offerta di materie prime e noi aziende eravamo nel mezzo. Il 2020 ha sicuramente permesso alla nostra azienda di portare a termine i processi, incrementare le produzioni affiancandole a quella per la realizzazione di mascherine chirurgiche. Prima di arrivare al mercato c’è stato però tutto un lavoro di back ground”. Si riesce a soddisfare la richiesta attraverso la risorsa umana specifica? “Utilizzo una metafora: le aziende di Confindustria Salerno sono ben strutturate, ci formiamo da tempo, cerchiamo di seguire le richieste in termini di digitalizzazione, sostenibilità e siamo molto reattivi. Si immagini una Ferrari tirata a nuovo, senza le ruote per camminare. In questo caso, le ruote sono le istituzioni, la scuola e dunque il percorso formativo; noi aziende siamo disponibili ad affiancare gli enti di formazione, siano esse scuole, università o altro in questo percorso che mira a formare nuove competenze. Abbiamo questo blocco iniziale dovuto alla formazione e un problema infrastrutturale: parliamo di digitalizzazione ma non abbiamo le infrastrutture, può capitare di avere problemi per l’alimentazione dell’energia elettrica in un’azienda, magari anche in zona Asi ma, nel contempo, abbiamo necessità di una fibra che viaggi a maggiore velocità. Noi aziende viaggiamo ad una velocità che risponde alle logiche di mercato ma c’è un differenziale tra imprese, infrastrutture e percorsi scolastici”. Servirebbe una maggiore collaborazione da parte degli enti locali? “Da parte delle imprese c’è volontà e risorse ma non bastano, bisogna lavorare insieme e creare i presupposti per permettere alle aziende di mantenersi in vita, crescere e contribuire al benessere collettivo”. Qual è secondo lei il punto di forza della sua azienda? “Flessibilità e competenze, senza dubbio. La nostra è un’azienda certificata su temi dell’ambiente, sostenibilità, sicurezza sul lavoro, siamo allineati da tempo, come la gran parte delle aziende del territorio”. I fondi del Pnrr potrebbero essere un sostegno concreto per le aziende? “Il punto non sono gli ambiti, individuati bene, ma è come verranno utilizzati. Questi fondi dovranno essere mirati per cambiamenti strutturali, non solo nell’immediato periodo, dobbiamo avere la capacità di guardare oltre”.