"Mad" Jack Churchill: uccise il nemico con una freccia scoccata dal suo arco - Le Cronache
Salerno

“Mad” Jack Churchill: uccise il nemico con una freccia scoccata dal suo arco

“Mad” Jack Churchill: uccise il nemico con una freccia scoccata dal suo arco

Tra i militari che operarono sul “teatro” di Salerno nel corso dell’Operation Avalanche, John Malcom Thorpe Fleming Churchill, più noto come Jack Churchill è tra quelli che seppe prendersi la “scena” come pochi.
Fu un soldato, ufficiale di Sua Maestà Giorgio V che combatté tutta la Seconda Guerra Mondiale armato come un cavaliere medievale: arco e faretra colma di frecce in spalla, spada ben salda nella mano e la sua inseparabile cornamusa per compagna.
Jack Churchill fu un girovago fin dalla nascita, nato a Hong Kong 1906 da genitori inglesi, studiò in patria per poi frequentare l’Accademia Militare uscendone a pieni voti nel 1926, come ufficiale dell’esercito britannico. Fresco di nomina fu inviato in Birmania, dove prestò servizio nel Manchester Regiment, facendo la sua prima vera esperienza di combattimento e maturando la bizzarra idea che un vero Ufficiale di sua Maestà non dovesse combattere con le volgari e rumorose armi del nuovo secolo, ma affidarsi all’abilità di spada e arco. Era solito affermare: “Un ufficiale che va in azione senza spada è provvisto di armi inadeguate!”. Se la spada per gli ufficiali degli altri eserciti era solo un segno di distinzione, va ricordato che la spada di Jack fu una claymore, in altre parole quegli spadoni utilizzata nelle guerre tra clan scozzesi dal XIV al XVII secolo che Jack sapeva far roteare a due mani. Per sfortuna dell’eccentrico ufficiale la guerra in Birmania non durò molto e Jack, che non era il tipo cui piaceva restare inoperoso iniziò a girare tutte le colonie orientali inglesi con una motocicletta Zenith. La scarsità di strade non lo scoraggiava tanto da percorrere lunghi tratti sui binari ferroviari, anche lanciandosi col mezzo in corsa lungo i ponti dove, tra una traversina e l’altra sotto era il precipizio. Viaggi oltre che essere rischiosi e avventurosi, erano anche lunghi fino a 1.500 miglia tanto che da arrivare fino in India. In Birmania oltre alle avventure con la moto affinò sempre più la sua abilità con l’arco e con la cornamusa, vere passioni in cui presto eccelse. Tanto che fece scalpore quando in una competizione musicale di militari ad Aldershot (Londra) si classificò secondo. Un inglese che suonasse meglio di così tanti scozzesi non si era mai visto. I successi musicali non furono sufficienti a frenare l’indole avventurosa di Jack. Ben Presto lasciò l’esercito, la Birmania, l’Inghilterra, le armi per stabilirsi a Nairobi per fare il giornalista. Duro poco anche lì perché la sua abilità con l’arco lo portò prima a ottenere una piccola parte nel film Il ladro di Baghdad e poi, finanche, a rappresentare l’Inghilterra al Campionato Mondiale di tiro con l’arco di Oslo nel 1939.
Subito dopo l’invasione tedesca della Polonia, Jack fu richiamato in servizio per combattere le forze dell’Asse e quando l’Inghilterra inviò i suoi soldati per sostenere la Francia Jack era tra questi. Fu nel corso della ritirata verso Dunkerque, che Jack affrontò per la prima volta i tedeschi con il suo insolito armamento. Dimostrò coraggio ammirevole tanto che durante la battaglia in difesa d’Épinette, scagliò la sua prima freccia in battaglia, centrando il torace di un sergente tedesco. I crucchi nelle vicinanze rimasero increduli davanti a ciò che avevano visto e furono tanto sorpresi dall’insolito attacco che finirono per essere falciati da una pioggia di proiettili, esplosi dai commilitoni di Churchill. Jack durante la ritirata si specializzò nelle più astruse tecniche di guerriglia e operò numerose imboscate, spesso con azioni quasi suicide, che gli valsero i soprannomi di “Mad Jack” (il folle) o di “Fighting Jack” (il combattente). Tornato in patria dopo Dunkerque, Jack che si era distinto nel corso della ritirata, si offrì volontario per entrare nei Commandos, gruppi di élite militare destinati a operazioni speciali dell’esercito inglese. Divenne Vicecomandante del 3° Commando e prese parte all’Operazione Archery (fa sorridere pensare che la sua prima operazione in Norvegia con le truppe speciali si chiamasse proprio “tiro con l’arco”), un raid contro la guarnigione tedesca sull’isola di Vågsøy dove, dopo essersi ancora fatto notare in battaglia, resto ferito in modo alquanto accidentale ma adeguato alla teatralità del suo personaggio. Incredibilmente dei proiettili inglesi difettosi esplosero mandando in frantumi una bottiglia di vino che si trovava per caso lì vicino, le schegge di vetro colpirono al volto Jack, che fu obbligato a rientrare in patria per ricevere le cure necessarie. Una volta rimesso in sesto fu trattenuto in Inghilterra perché erano in corso i preparativi per l’invasione dell’Italia.
Nel 1943, Churchill nominato tenente – colonnello, diventò comandante del 2° Commando, guidando i suoi uomini nello sbarco di Catania, ovviamente fu il primo a scendere dal mezzo da sbarco. Incurante del fuoco delle mitragliatrici italiane avanzò sulla spiaggia suonando la cornamusa. La spada la tenne al fianco per farne buon uso poi nell’Operation Avalanche.
Lui e i suoi uomini del 2° Commandos il 9 settembre furono tra i primi a sbarcare a Vietri, rapidi e silenziosi presero la cittadina costiera e la difesero. Più arduo si rivelò l’avanzamento verso Cava dei Tirreni, perché le colline erano strettamente tenute dai tedeschi. Il 15 settembre la situazione era pressoché cristallizzata tanto sul campo di battaglia intervenne lo stesso Generale Mc Creery (in foto a centro con il basco nero) mentre indica a Jack (il milite con l’elmetto mentre dietro di lui s’intravvede l’impugnatura del suo sciabolone) di conquistare il punto di osservazione situato in cima alla collina. Calate le ombre precedendo i suoi soldati, Mad Jack in compagnia di un caporale suo amico, si avvicinò silenziosamente con la sua Claymore sguainata nella destra per sorprendere i nemici, facendo la spola da un posto e un altro d’osservazione dei tedeschi. Nel buio si manifestava saltando fuori all’improvviso davanti alle sentinelle tedesche a spada alta intimando loro la resa. I tedeschi furono così sorpresi da quel lucifero armato spuntato dal nulla che si arresero senza fiatare, indicando di volta in volta le postazioni di presidio vicine, dove Jack si dirigeva per catturare i soldati di guardia. Il mattino successivo i Commandos rientrarono al campo con quarantadue prigionieri, di cui una squadra di addetti a un mortaio, arma inclusa. Tirandosi dietro i tedeschi feriti caricati su alcuni carretti, che gli stessi prigionieri tedeschi avevano dovuto spingere carretti e mortaio fino al campo degli inglesi. L’azione militare di Salerno valse a Jack la Distinguished Service Order, una medaglia militare inglese di grande valore, che l’ufficiale commentò a modo suo: “Io sostengo che, quando si dice a un tedesco forte e chiaro che fare, se sei più alto in grado, lui griderà ‘jawohl’ (sì signore) e obbedirà con entusiasmo ed efficienza in qualsiasi situazione”.
La matta esperienza salernitana fu raccontata tante volte da Jack nella sua lunga vecchiaia, mori che aveva novantasei anni, ed era solito ricordare con: L’arrivo al campo base quel mattino mi sembrò di vivere in una battaglia Napoleonica. La cinematografia mondiale dalle sue incredibili avventure ha spesso attinto a piene mani, cito solo Rambo con le frecce, traslato dagli americani nella guerra indocinese. Diversi film di azione hanno ripreso episodi della vita di quell’incredibile ufficiale, per noi più anziani ricordo che nel dopoguerra proprio Jack Churchill fu un arciere della serie tv Ivanhoe. Dopo Salerno l’incredibile guerra di Jack il matto proseguì con l’avanzamento del fronte e anche dopo fu protagonista di altri episodi rocamboleschi. La sua carriera militare proseguì anche oltre la fine della seconda guerra mondiale, tanto che l’ufficiale inglese chiuse la carriera militare in Israele nella nascente guerra tra arabi e israeliani. Oggi dopo ottanta anni sono ancora lì a fronteggiarsi con le armi. Oggi siamo proprio certi che l’unico matto sia stato Jack? Forse i matti veri sono quelli che sulla terra pensano di risolvere i problemi con le armi! NO WAR
Giuseppe MdL Nappo
Gruppo Scuola Maestri del Lavoro
Del Consolato
provinciale di Salerno