di Carmine LANDI
BATTIPAGLIA. «Battipaglia è stata dichiarata città di camorra per favorire delle carriere politiche»: non le ha di certo mandate a dire Giuseppe D’Elia, “l’uomo del popolo”, che nel comizio di venerdì sera ha scagliato pesanti strali contro parecchie personalità rilevanti legate allo scioglimento del consiglio comunale.
Il primo a finire nell’occhio del ciclone D’Elia è addirittura l’attuale procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, all’epoca dei fatti procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Salerno: «Roberti – ha dichiarato “l’uomo del popolo” – era in corsa per la prestigiosa nomina di livello nazionale, e quando mi ricevette mi accusò di avere dei precedenti, come se fosse una discriminante, ma lui ha alle spalle le responsabilità dello scioglimento del Comune, perché sapeva di non avere i voti per ricevere la carica».
Lo scioglimento, dunque, a detta del battipagliese, si sarebbe giocato su un triangolo tra l’allora prefetto di Salerno, Gerarda Maria Pantalone, quello di Mantova, Mario Rosario Ruffo – che poi sarebbe divenuto commissario prefettizio a Battipaglia – e l’attuale procuratore nazionale: «c’è un mistero relativo alle date – ha affermato D’Elia – dal momento che era il 10 maggio del 2013 quando, a Mantova, Ruffo dichiarò di esser stato nominato commissario prefettizio; eppure, il consiglio comunale di Battipaglia si dimise soltanto il 14 di quel mese; in tutto ciò, però, bisogna considerare che c’è una profonda amicizia tra la Pantalone e Ruffo».
“L’uomo del popolo”, poi, ha levato l’indice accusatorio contro il dirigente comunale del Settore Tecnico e Ambiente, l’ingegner Giancarlo D’Aco: «questo signore dice di essere la legge – ha detto D’Elia – ma ha elaborato il computo metrico per l’abbattimento del chiosco di via Domodossola (quello che sarebbe dovuto sorgere dinanzi al liceo scientifico “E. Medi”, NdA) prima che il Tar emanasse la sentenza; ho inviato una lettera a D’Aco per fagli notare che la palestra del liceo si trova in zona rossa, e quella palestra è abusiva, non avendo alcuna concessione; la settimana scorsa, di tutta risposta, questi signori hanno chiuso un chiosco (il Chinaski-Cocktail Bar, NdA) per 10-12 centimetri ».
D’Elia s’è rivelato un vero e proprio un fiume in piena, e ha proseguito la sua filippica: «D’Aco è un truffaldino, e lo dice anche Ferdinando Imposimato in un’interrogazione parlamentare del 1989». Poi ha immaginato di rivolgersi direttamente al dirigente comunale: «Ricordi quando nella X Legislatura, tra il 1987 e il 1992, facevate le truffe alle assicurazioni? Se siete voi le persone perbene, io sono fiero di far parte della città di camorra».
L’oratore ha fatto anche delle strane dichiarazioni a sfondo erotico sull’ente comunale: «cosa fate di notte a Palazzo di Città – ha chiesto D’Elia – dal momento che ho trovato alcune foto del comune su un sito porno? D’Aco, spiega al tuo capo di chi ti sei circondato e con chi ti accompagni la notte!».
Attaccati anche i commissari: «spendono la bellezza di 1100 euro di benzina: è assurdo!».
La stoccata finale, poi, è proprio per Vincenzo Inverso: «Tu sei il lato peggiore del vecchiume: non stavi insieme a Santomauro?».