
di Antonio Manzo
“Guagliu’ ma chesta è na’ Dio e storia…” quando nel 1985 due giornalisti napoletani come Michele Bonuomo e Francesco Durante ascoltarono la vita e la storia di Luigi Gallotta, fotografo ebolitano che aveva guardato e ripreso con gli occhi della storia oltre quarant’anni della vita nazionale, decisero di trarre dall’oblio le figura e l’opera dell’allora anziano fotografo ebolitano. E, con la sorpresa raccolta nell’ icastico giudizio in napoletano sulla storia a loro sconosciuta, diedero vita alla prima pubblicazione con un lungo racconto sul quotidiano “Il Mattino” allora diretto da Roberto Ciuni. Michele Bonuomo che negli anni sarà un apprezzato direttore delle più note riviste femminili ed oggi direttore responsabile della rivista “Arte” (Cairo editore) certamente ricorderà quel giorno del 1985 quando con Francesco Durante, prematuramente scomparso e giornalista di grande intelligenza creativa, scoprirono il nome e l’opera di Luigi Gallotta. Proprio oggi ricorrono trent’anni dalla scomparsa di Gigino Gallotta come amichevolmente riconoscevano ad Eboli il famoso sarto che divenne fotografo negli anni del regime fascista e ritrasse la ricostruzione di Eboli, principalmente, e del Mezzogiorno. Una sua foro divenne immagine primaria del documentario prodottto dall’Istituto Luce sulla stagione nazionale del miracolo economico sul film “Il Sorpasso”. L’immagine ritraeva un corteo nunciale tra le macerie della Eboli ridotta in maceria dopo la guerra. L’Archivio fotografico comunale consta di circa 45.000 immagini di cui 25.000 digitalizzate. L’archivio fu acquistato dal Comune di Eboli nel 1985, è costituito da negativi in lastre e pellicole di vario formato (principalmente 6×6 e 6×9) del fotografo ebolitano Luigi Gallotta che cominciò a produrre e a raccogliere fotografie dalla prima guerra mondiale fino alla sua morte, avvenuta nel 1995. Nato a Eboli nel 1898, aveva imparato a fotografare in giovanissima età con un piccolo apparecchio a cassetta Kodak di un amico. Partecipò alla grande guerra e alla disfatta di Caporetto; al suo ritorno ad Eboli riprese a fotografare e nel 1922 fu incaricato di documentare le attività del Centro Allevamento Quadrupedi di Persano. Grazie all’eccellente lavoro svolto, nel 1927 l’ing. Valsecchi, la cui impresa aveva cominciato i lavori di costruzione della diga di Persano, gli affidò la documentazione dello stato di avanzamento dei lavori. Nel 1930 il fotografo fu chiamato dalla Federazione dei Fasci di Salerno per documentare tutte le attività promosse dal regime nella provincia di Salerno. Nel 1983 fu allestita a Milano, presso il Centro Culturale di San Fedele, l’unica mostra fotografica nazionale intitolata ”Eboli. Cultura e Immagini” (promotore fu il dimenticato pittore artista ebolitano Tommaso Guarino). Le foto di Luigi Gallotta, inoltre, hanno fatto parte di alcune pubblicazioni e cataloghi firmate dal più noto storico italiano Giovanni De Luna, e dagli studiosi Giuseppe D’Angelo, Annamaria Giarletta, Giuseppe Fresolone. Fu grazie all’opera di avvedute funzionarie comunali come Teresa Meola e Rosanna Paradiso che ressero, per decenni, la biblioteca comunale “Augelluzzi” e salvarono l’azione e l’opera di Paolo Merola nella certosina sistemazione di un fondo bibliotecario ora sconosciuto e abbandonato nella città che non vanta neppure un archivio storico comunale. Tant’è che è disperso e poco noto il Fondo Marcello Somma: (circa 300 immagini digitalizzate, sia da positivi che da negativi, di proprietà di Marcello Somma, Ispettore Onorario della Soprintendenza Archeologica di Salerno e noto collezionista ebolitano). Il Fondo Malgrati consta di un centinaio di cartoline digitalizzate di Eboli di proprietà di Antonio Malgrati, collezionista di cartoline d’epoca e francobolli. Così come è stato disperso il fondo bibliotecario di Raffaele Romano Cesareo, tra gli animatori della rinascita democratica e civile di Eboli. Dell’archivio comunale Gallotta sono stati pubblicati tre volumi fotografici ( tra gli anni Novanta e i primi del Duemila) che ripercorrono la storia del Comune dalla fine degli anni ’10 sino al funerale di Carlo Levi, nel gennaio 1975: Massimo Mazzetti, Nicola Oddati e Giuseppe D’Angelo. Sugli avvenimenti dell’agosto 1943 e sulle rovine che produssero, si veda il catalogo della mostra allestita a Eboli in occasione del sessantesimo anniversario dei bombardamenti e curata da Annamaria Giarletta (Appunti muti dell’orrore). Le carte dell’archivio comunale sono tuttora disperse nel sottotetto di una scuola elementare, esposte alle intemperie e all’abbandono, oltre che in locali inappropriati della sede comunale tuttora inutilizzabili. Non c’è traccia dell’archivio fotografico di Paolo Sgroia che sarebbe stato consegnato e valorizzato a Campagna. Ora ricordando i trent’anni dalla morte di Luigi Gallotta è possibile almeno riconnettere la memoria di fronte al disfacimento della comunità.