di Luca Forni*
L’estate del 2025 non sarà solo ricordata come una di quelle più calde e afose ma anche come quella in cui la dirigenza dei partiti campani ha deciso di non decidere… Sia nel centro destra che nel centro sinistra, con De Luca sempre come terzo incomodo, i partiti non hanno ancora designato quelli che dovranno essere i candidati alla poltrona più alta di palazzo Santa Lucia, quali papabili successori dell’attuale presidente. Nel centro destra, a parte Fratelli d’Italia che da tempo ha indicato il nome del Viceministro degli Affari Esteri Edmondo Cirielli, ad oggi non vi è convergenza sull’esponente del governo Meloni da parte di Forza Italia, che continua ad insistere col nome civico, e anche della Lega, che indica in Giampiero Zinzi il suo candidato di bandiera. Quindi, come nel gioco dell’oca, si riparte sempre da zero. Ma veniamo al centro sinistra o campo largo che dir si voglia… Qui le cose stanno ancora peggio, con una spartizione nazionale delle presidenze di regione che vedrebbe (il condizionale è sempre d’obbligo in politica…) la Campania “assegnata” al Movimento 5 Stelle: e qui, con addirittura una modifica al loro codice etico che prevedeva il limite dei due mandati elettivi, si paventa la discesa in campo dell’ex Presidente della Camera on. Roberto Fico. Ma non è finita qui! Tutto è “sospeso” per la tenacia del presidente uscente Vincenzo De Luca che le ha provate tutte per ottenere il terzo mandato e che esaurite tutte le carte possibili ed immaginabili (giudiziarie e legislative) è arrivato a chiedere un rinvio delle elezioni, perché altrimenti il consiglio regionale non riuscirebbe ad approvare la legge di bilancio e numerose opere pubbliche si “bloccherebbero”. “Dopo di me il diluvio”, minacciosamente paventa. Intanto, i cittadini campani sono sempre più presi dall’inizio dell’estate (peraltro, con il botto considerando le temperature!) e dall’organizzazione di qualche giorno di vacanza (per i weekend, ci aiutano le nostre formidabili costiere amalfitana e cilentana, senza dimenticare i borghi interni che hanno tutto un loro fascino e, perché no, anche un clima più “umano” in questo periodo). Una volta, in politica, si diceva “si parte dai programmi, le persone vengono dopo”: oggi, siamo all’assurdo che pure di programmi non se ne parla proprio. Alcuni esempi? La sanità, i trasporti, l’ambiente, le politiche sociali e agricole e chi più ne ha più ne metta: non c’è uno straccio di bozza su tematiche fondamentali per il futuro della nostra regione, sia a destra che a sinistra (a parte qualche boutade del tipo “chiudiamo il termovalorizzatore di Acerra” o cose similari, di grande effetto mediatico ma di impossibile realizzazione e, peraltro, contrarie anche al buon senso). Ora, per fare una coalizione ci vogliono i partiti, ciascuno dei quali dovrà elaborare una propria proposta sulle varie tematiche che poi, in una fase di sintesi complessiva, dovranno essere recepite nel programma di coalizione dei candidati presidente: mi chiedo quando questo normale processo democratico potrà aver luogo, considerando che al massimo le elezioni dovranno svolgersi entro la fine di novembre? Sempre in linea puramente teorica, i candidati presidenti dovrebbero “girare” la regione per conoscere i territori e le problematiche, parlare e incontrare i cittadini, farsi carico delle istanze delle amministrazioni locali e tanto altro ancora: quindi, a meno di candidare Flash Gordon contro Wonder Woman credo proprio che ciò sarà impossibile, con buona pace della politica “vecchio stampo”, quella dei rapporti diretti, che oramai è stata pensionata da quella fatta sui social media e dalle videoconferenze. Intanto, dall’altra parte del mondo, l’Italia e la Campania la fanno da padrona! Sono appena rientrato da una settimana di lavoro negli USA, dove ho partecipato al Fancy Food di New York (il Fancy è un’importante fiera internazionale del settore agroalimentare, che si svolge ogni anno a fine giugno nella “grande mela”) essendo consulente e avvocato di molteplici realtà imprenditoriali del settore food della nostra regione (tutte, ovviamente, con una spiccata vocazione all’export). Quella location consente di potersi confrontare con esperti del settore, dal presidente di Coldiretti Ettore Prandini (eravamo vicini di posto nel volo da Roma a New York, poi ci siamo divertiti al controllo passaporti all’aeroporto JFK, ma questa è un’altra storia…), all’ex ministro dell’agricoltura Paolo De Castro passando dai presidenti dei nostri consorzi di tutela (è sempre piacevole trovare Domenico “Mimmo” Raimondo, il presidente del consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana DOP) e tanti altri ancora, con i quali dall’altra parte del mondo ci si può soffermare con calma ad analizzare la situazione della nostra agricoltura e agroindustria sia nazionale che regionale. Come dicevo, dall’altra parte del mondo la nostra regione (assieme a tutto il c.d. sistema Italia) la fa da padrona, con le nostre eccellenze di prodotti DOP e non solo: dal caffè alla pasta, dal pomodoro alla mozzarella e tanti altri ancora! Alle volte, solo guardando da tanto lontano ci si può rendere conto dell’inestimabile valore culturale, economico e direi anche sociale delle nostre eccellenze campane! Chiunque si candidi alla presidenza o al consiglio regionale dovrà necessariamente inserire nell’agenda della futura giunta e del consiglio regionale un’attenzione particolare per questo enorme patrimonio che ha la Campania, la cui dispersione sarebbe un danno incalcolabile per la nostra regione. *Presidente provinciale Azione





