di Jacopo Tafuri
Probabilmente la maggior parte di noi lo conosce solo come uno degli inviati del programma televisivo satirico e di denuncia di Canale 5 “STRISCIA LA NOTIZIA”, con i suoi servizi su estetiste abusive, falsi medici, parcheggiatori abusivi, venditori di prodotti contraffatti e tanto altro anche di molto peggio!!!
Ed invece voglio svelarvi che Luca Abete, è di lui che vi parlo, è una persona poliedrica, impegnata nel sociale, innovativa, ricca di iniziative: ospite in eventi sociali, promozionali culturali, presentatore e showman, ideatore della campagna sociale motivazionale #NonCiFermaNessuno, testimonial di legalità e vincitore di numerosi premi legati proprio a questo suo ambito di interesse e molto altro ancora.
Nasce come animatore e come formatore di giovani animatori ed organizzatore di eventi con la sua agenzia di animazione “Marameo”, come e quando il grande salto di qualità e la notorietà?
Si ho cominciato come animatore, ma non nei villaggi turistici: studiavo architettura e per guadagnare un po’ di soldi ho iniziato a fare l’animatore ai matrimoni.
Lo stare con i bambini mi stimolava moltissimo regalandomi, nel contempo, emozioni forti; la gratificazione più bella veniva dal rapporto che si formava con i bambini che mi adoravano, come anche i genitori, che apprezzavano molto il mio modo di pormi nei confronti dei propri figli.
Ho così intrapreso un percorso che mi ha portato a sperimentare su me stesso in questo campo e sono successivamente diventato artista di strada, impersonavo un clown, facevo festival, rassegne, spettacoli e magia comica.
La sperimentazione mi ha quindi portato a fare un programma televisivo ad Avellino, su di una televisione locale, andavo in onda tutti i giorni con un programma che si chiamava Marameo Show, i bambini erano innamorati di questo programma; stiamo parlando di un periodo in cui non vi era tanta distrazione per i bambini, non c’erano tablet, youtube, molti canali tematici, quindi i bambini erano attratti dal poter vedere i loro amici, i loro parenti, le telecamere nella propria scuola; sono stati tre anni meravigliosi, in quel momento ho capito che la televisione aveva qualcosa di magico.
Nello stesso periodo lavoravo anche in radio ma la televisione aveva qualcosa di straordinario, riuscivo a comunicare ed a trasmettere delle sensazioni belle e piacevoli in maniera molto forte e completa; la svolta è avvenuta quando ho scoperto un concorso per i nuovi inviati a Striscia la Notizia, guarda caso la Campania era una regione scoperta, ho partecipato inviando dei video che sono piaciuti moltissimo agli italiani, che mi hanno premiato: video dopo video sono riuscito a superare vari livelli, vari step, sono quindi stato nominato inviato di Striscia la Notizia (inizialmente in prova), dopo due anni di apprendistato, andando in onda pochissimo, ho fatto quella giusta esperienza, quella “gavetta” che aiuta a fare piccoli passi, aiuta a non sbagliare troppo e soprattutto mi ha permesso di conoscere il territorio, venire a conoscenza delle problematiche che affliggono le varie aree di questo territorio, ed a costruire quel personaggio che ti serve per entrare nel cuore degli italiani; un personaggio che ritengo mi rappresenti molto, che rispecchia come sono realmente: le persone che mi conoscono da sempre rivedono, sul piccolo schermo, il Luca che conoscono da sempre e viceversa coloro i quali mi conoscono attraverso la televisione e poi mi conoscono dal vivo mi dicono di essere uguale a quello della TV, quindi poca recitazione, tanta sostanza e molta realtà.
Ci parla della sua campagna sociale motivazionale #NonCiFermaNessuno?
E’ stato un esperimento nato nel 2014 al termine di una sperimentazione quasi casuale, nata mentre mi trovavo all’Università parlando di comunicazione, di inchieste, di legalità; mi incuriosiva molto capire di cosa avessero veramente bisogno i ragazzi.
Molto spesso si parla poco con i ragazzi, confrontandosi con loro, porgendo concetti che si ritengono adatti, ma raramente ci si domanda di cosa realmente abbisognino; ho quindi deciso di mettere in atto questo format.
Inizialmente sembrava qualcosa di folle, nelle Università stesse i Rettori faticavano a comprenderne il significato chiedendosi cosa volesse dire “incontro motivazionale”!
Sono passati nove anni, e devo dire sembra siano passati secoli, la maturazione di un concetto di sostegno psicologico a ragazzi in difficoltà è un concetto che prende piede negli ultimi anni, io con tutta la mia squadra ci siamo mossi con grande anticipo, sperimentando siamo riusciti a dare a questo format dei connotati ben precisi che sono cambiati di anno in anno, oggi il format è completamente diverso dagli inizi.
Vado nelle Università, incontro gli studenti, racconto la mia storia, ma non per dare una lezione a qualcuno, l’idea è quella di un amico che si confida!
I ragazzi nell’arrivare vedono il Luca della televisione e vanno via avendo scoperto Luca “uno di loro”; da questo nasce un feeling particolare, un filo conduttore che ci unisce.
I ragazzi hanno in testa l’idea di dover raggiungere in qualche modo “il successo” ad ogni costo, io invece parto dal presupposto che i miei successi possono interessare marginalmente, ed ai ragazzi racconto tutte quelle volte che da studente universitario o da adolescente mi sono trovato in difficoltà, e come quelle difficoltà, che mi sembravano insormontabili, alla fine sono state superate e sono addirittura diventate uno strumento per migliorarmi.
Quando ai ragazzi parli di soluzioni ai loro problemi l’attenzione cresce, se lo fai intercettando i loro linguaggi questo diventa un modo ancora più diretto per avvantaggiarsene.
“#NonCiFermaNessuno” è diventato un laboratorio della comunicazione: sperimentiamo forme di comunicazione nuove, mettiamo a punto quelle che riteniamo più adatte ad interloquire con i ragazzi; è nata una vera e propria comunione con studenti che di anno in anno entrano a far parte di un luogo virtuale di scambio dove è effettivamente possibile trovare altri amici in grado di dimostrare che se esiste una difficoltà questa non è “la fine del mondo” , esisterà certamente anche la soluzione!
Nel 2010 fonda la LAB Production, un’agenzia di comunicazione specializzata nella realizzazione di video e post produzione professionale, format televisivi ed altro; è una attività ancora in essere o è solo un momento, ormai superato, della sua creatività e carriera professionale?
LAB è Luca Abete (L. ABete) ma anche LAB di Laboratorio; mi piace molto l’idea di poter creare le condizioni di un esperimento costante, continuo sui linguaggi della comunicazione, su quello che può essere un punto di partenza per ottimizzare la diffusione di quelli che sono dei valori, dei concetti, qualcosa in cui si crede; lo ho fatto con la LAB Production che, fondamentalmente, mi supporta nella costruzione di servizi, ma anche nella realizzazione di tutte quelle che sono le forme di comunicazione che mi sembrano particolarmente utili a migliorare la vita altrui, diamo una forte impronta sociale, cerchiamo di condurre esperimenti con professionalità che si mettono a confronto seguendo le linee guida del momento ma anche quelle del passato che diventano poi strumenti importanti per perfezionarci e potenziare tutto quello che abbiamo da divulgare; quindi LAB è un laboratorio che mette al centro di tutto la diffusione di battaglie e di valori che è giusto giungano a più orecchie possibili; è anche la dimostrazione che ci si può ritrovare a fare l’imprenditore senza sentire neanche di esserlo.
Sono sempre stato attento all’organizzazione di eventi solidali quando lavoravo con i bambini, all’organizzazione di momenti che potessero essere utili a regalare un sorriso, a fornire un attimo di solidarietà a chi ne aveva bisogno; questa esperienza, negli anni, mi ha portato a sviluppare una capacità organizzativa che oggi ho messo in campo con questa Società, una piccola realtà che ha saputo farsi apprezzare, vive nella provincia ma naviga in tutto il territorio nazionale, mi regala grandi soddisfazioni e mi da la possibilità di offrire delle opportunità a tanti talenti, tanti ragazzi che sono sul territorio e che, magari, sognano di poter lavorare in questo ambito a certi livelli senza andare lontano da casa perché qui, nel cuore della Campania, c’è la LAB Production che lavora alla grande con tante persone del territorio che collaborano in maniera fattiva.
Servizi denuncia su: Terra dei Fuochi, ricarica illegale e pericolosa di bombole di gas da utilizzare in abitazioni, trasporti scolastici non a norma ed esercitati abusivamente, falsi medici, beni confiscati a clan camorristici e tanto altro ancora; durante uno dei suoi tanti servizi di denuncia le è mai capitato di pensare “questa volta sono in serio pericolo”?
Siamo arrivati a circa millequattrocento servizi realizzati per Striscia la Notizia, quindi risulta complicato ricordare tutti i servizi e tutte le tematiche trattate.
Gli argomenti sono stati i più svariati, ma certamente molto utili al territorio, determinando un cambiamento sostanziale per alcuni aspetti, ma soprattutto hanno portato un cambiamento nel modo di pensare che molto spesso danneggia il nostro territorio favorendo chi, invece, il nostro territorio lo distrugge.
Non sono mancate situazioni complicate, difficili. Il pericolo è praticamente presente in ogni servizio; le situazioni più scomode e più complicate sono giunte, quasi sempre, quando non ce lo aspettavamo.
Io sono sicuro di avere, dentro di me, un mix di incoscienza e di coraggio perché, devo dire la verità, ho vissuto situazioni molto complicate ma non mi sono mai spaventato, non ho mai rinunciato ad affrontare i pericoli; c’è sempre la mission importante di un programma straordinario che nasce dal “basso”, dalle emergenze dei cittadini ed arriva, molto spesso, ad un passo dalla soluzione del problema ed a volte riesce addirittura a risolverlo, quindi in pericolo ci siamo trovati parecchie volte, ricordo, una per tutti, l’aggressione subita in Piazza Pitesti a Caserta dove una decina di venditori abusivi africani (ero all’interno di un giardino pubblico) avevano realizzato un enorme mercato di merce contraffatta proveniente dal mercato nero gestito dalla Camorra; siamo usciti vivi per miracolo dall’aggressione che ha comportato, come conseguenze, diversi giorni di prognosi ed attrezzatura rotta.
La grande soddisfazione è quella di essere riusciti a ripulire quel luogo: ogni volta che passo da quelle parti è bello vedere alberi, panchine con le persone sedute, bambini che giocano sulle giostre e finalmente la legalità tornata in quel posto; questo è il meccanismo che alimenta il coraggio.
Il coraggio non si compra, non si legge sui libri, è la conseguenza di un mix di passione e voglia di cambiare le cose.
Ha ricevuto premi quale simbolo di legalità ed è riconosciuto quale portavoce di istanze delle fasce sociali più deboli; in questi ambiti qual è stato il riconoscimento più sentito e/o l’episodio che la ha gratificato maggiormente?
Ho avuto moltissimi riconoscimenti: dal piccolo premio che può conferirti un paese, a quelli più importanti che ti danno le grandi città; avere un attestato di ammirazione e di apprezzamento per il lavoro che porti avanti è una energia che ti consolida comunque le incertezze che quando porti avanti una impresa devi per forza affrontare.
La gratificazione più bella è l’affetto delle persone per strada che ti fermano e non ti dicono “sei bravo”, come si fa con un personaggio TV, ma ti dicono “grazie” come si dice ad un amico o a qualcuno che ammiri per quello che ti ha regalato,ti ha dato; questa è la più grande soddisfazione, perché nasce dalla spontaneità della gente che ferma la macchina, scende e ti chiede un “selfie”, ti dice “Luca non mollare”.
Se poi devo trovare un momento “ufficiale” sono particolarmente legato al ricordo della grande opportunità che mi è stata data da Papa Francesco, nella Città del Vaticano, di parlare a settemila ragazzi provenienti da tutta Italia, condividendo questo momento con il Papa, una figura che ammiro tantissimo!
E’ una giornata rimasta fortemente nei miei ricordi perché ha rappresentato anche un po’ la consacrazione di un modo di essere, un modo di vivere: dai tutto te stesso, porta avanti le tue idee, fallo con passione; arrivare da Papa Francesco e condividere con lui un momento del genere è stata una gratificazione immensa.
Le inchieste che portate avanti nascono tutte da denunce di privati cittadini o ci sono anche sue iniziative e proposte?
Le inchieste nascono soprattutto dal legame e dal rapporto che si è instaurato con i cittadini, con il territorio, con i telespettatori, con gli Enti, con le Associazioni, con i Comitati, con tutte le persone che manifestano un problema; quella cittadinanza attiva che molto spesso si rivolge a me.
E’ bello il rapporto con il territorio, è bellissimo l’utilizzo dei social network che consente uno scambio costante, non soltanto per il racconto ma anche per la documentazione concreta di ciò che accade: riceviamo foto, video, racconti molto eloquenti di ciò che avviene, dandoci la possibilità di intervenire più facilmente rispetto al passato, quando era utile o necessaria una verifica personale o un sopralluogo.
A volte volendo cogliere determinati aspetti facciamo delle verifiche su “intuizione personale” partendo, per esempio, dalla classica domanda che ci si può fare “mica quella cosa che si sente dire accade realmente”?
Con gli strumenti in dotazione, lo staff ed i “ganci” operativi sul territorio, che si recano sul posto, verificano e ci restituiscono la realtà possiamo controllare e quella realtà è, a volte, proprio come la immaginiamo; nasce quindi un servizio che è quindi frutto di un mix tra intuizioni all’interno del programma e segnalazioni sul territorio.
Abbiamo avuto modo di appurare che è una fucina continua di nuove idee. Cosa bolle in pentola, ha già in programma qualche novità?
Ho tante idee, ritengo però sia controproducente portare avanti troppe iniziative; la voglia di vedere quanto le nuove idee possano piacere, quanto possano essere gratificanti c’è sempre, c’è però anche un forte senso della realtà che mi spinge a ragionare su quanto sia importante consolidare, migliorare, arricchire quello che sto già facendo, quindi buona parte del mio tempo viene indirizzato a Striscia la Notizia per nove mesi all’anno, e “#NonCiFermaNessuno” che, in tutte le sue forme, chiede molto tempo, specialmente perché c’è un continuo aggiornamento di quelle che sono le forme con cui si manifesta la campagna sociale e motivazionale rivolta ai giovani.
Le novità, per quanto appena detto, riguardano soprattutto Striscia la Notizia, dove cerco di mettere in campo delle provocazioni, cerco di raccontare le cose che non vanno, abbinando una denuncia seria e circostanziata con delle gag per alleggerire il carico dell’accusa ma, al tempo stesso, renderla ancora più incisiva grazie allo stupore di vedere qualcosa di inaspettato.
Relativamente a “#NonCiFermaNessuno” siamo alla decima edizione, un decennale che ha un valore enorme e che richiede, naturalmente, tempo: stiamo lavorando al nuovo sito, a qualche piccola novità alla ricerca del coinvolgimento sempre maggiore degli studenti poiché l’obiettivo non è celebrare un tour, ma fare in modo che dei valori possano giungere a tanti ragazzi che negli anni ci hanno dimostrato, non soltanto di apprezzare, ma anche di averne veramente bisogno; le mie energie e quelle del mio staff sono rivolte alla crescita ed al potenziamento di questo messaggio che credo possa davvero essere molto utile a tanti ragazzi.