Lombardi: «Bisogna agire con coraggio e concretezza tra sburocratizzazione e bond innovativi» - Le Cronache
Salerno

Lombardi: «Bisogna agire con coraggio e concretezza tra sburocratizzazione e bond innovativi»

Lombardi: «Bisogna agire con coraggio e concretezza tra sburocratizzazione e bond innovativi»

«È il momento di agire con coraggio e concretezza. Sburocratizzazione e bond innovativi per finanziare un nuovo Superbonus»: è il contenuto della lettera che il presidente di Federcepi nazionale ha inviato al Direttore Responsabile e al Responsabile Economia per chiedere interventi immediati «nell’auspicio che si inizi a rappresentare questo Paese per quello che è effettivamente diventato: giacché le tanto auspicate e decantate riforme, non rappresentano più una necessità, ma un’urgenza imprescindibile per la sopravvivenza di famiglie ed imprese. Un’emergenza economica e sociale. Tocco soltanto due dei tanti temi di cui si potrebbe trattare, che ritengo tuttavia fondamentali per il futuro di tutti». Con il Pnrr entro il 2026 bisogna spendere mediamente 42 miliardi di euro all’anno per poter realizzare tutti i progetti previsti dal piano. «Senza mutare l’attuale stato delle cose, raggiungere questo obbiettivo è oggettivamente impossibile. Ribadisco: non siamo stati in sette anni capaci di spendere 9 miliardi l’anno di Fondi di Coesione non vedo come – non avendo nemmeno sfiorato le cause ostative agli investimenti ed i freni alla spesa – questo possa sorprendere», ha detto Lombardi, ricordando che dei Fondi di Coesione – 64,8 miliardi di euro messi a disposizione dell’Italia nel periodo 2014-2020, di cui 17 di cofinanziamento nazionale – poco meno della metà (29,8) sono ancora da spendere. «Tirando su due somme, tocca investire quasi 72 miliardi entro la fine di quest’anno e 42 miliardi l’anno fino al 2026. Una discreta opportunità, se non fosse che il nostro Paese ancora si dibatte in storiche problematiche cui appunto non si vuole (o si fatica a) metter mano – ha aggiunto il presidente di Federcepi – La durata media per la realizzazione di opere del valore compreso tra 150.000 e un milione di euro, è di 445 giorni al Centro-Nord e di ben 625 al sud (180 giorni in più: sei mesi). Un differenziale ancor più evidente per le opere superiori alla soglia comunitaria €.5.382.000), in cui la durata media di realizzazione – dato eloquente sullo stato dell’arte in Italia – è di 3.085 giorni, più di 8 anni e mezzo». Da qui la richiesta di metter mano a riforme vere e concrete, che puntino anche a cancellare sovrapposizioni di competenze, duplicazioni procedurali, orpelli farraginosi (e onerosi) ed anche (finalmente!) alla coraggiosa soppressione di enti del tutto inutili per rispattare il cronoprogramma relativo al Pnrr e programmare nuovi interventi in tempi rapidi.