Antonio Manzo
“La storia si ripete, e com’è vero che un uomo è un uomo, la storia è l’ultimo posto dove andrà a cercare le sue lezioni”.
Vincenzo Loia per sei anni rettore dell’università di Salerno commenta la sconfitta alle ultime elezioni rettorali. Non che lui fosse personalmente in corsa, ma aveva individuato una candidatura rosa purtroppo non gradita. “Una lezione, non sempre si deve insegnarla. Bisogna anche saperla ricevere”.
Lui, a freddo, commenta il voto che ha eletto Virginio d’Antonio suo successore e lo fa con l’intelligenza sgombra da qualsiasi rancore ma con la consapevolezza, dice lui, che “andrà via avendo fatto il mio dovere istituzionale, alla guida di un importante ateneo nazionale”.
Si affida così ad una frase di Nell Harper Lee, scrittrice americana, vincitrice nel1960 Premio Pulitzer con il famoso romanzo “Il buio oltre la siepe”.
“Aver coraggio – scisse Harper Lee – significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare sino in fondo, qualsiasi cosa succeda”.
Anche una sconfitta?
“Si”
Cosa avrà pensato dopo la sconfitta?
“In questi giorni ho pensato, con grande gioia, all’annuncio della realizzazione della Quantum Valley che realizzerà a Salerno, nel nostro ateneo un centro di computer quantistici che è unico inEuropa. C’è un investimento della Regione Campania che, proprio in queste ore ha annunciato l’aggiudica della gara all’Ibm per realizzare il Quantum Valley di Salerno. Un investimento di 100 milioni di euro, un’innovativa iniziativa destinata a portare la Regione all’avanguardia della rivoluzione quantistica che fu annunciata dal presidente De Luca alla celebrazione degli 80 anni dell’università di Salerno, in occasione del Congresso di Fisica Italiana dl 2023 in piena stagione dell’epidemia Covid 19”.
I miei anni di Rettore non sono stati sei anni di oscurantismo. Sarebbe troppo facile dire questo, quasi per far risaltare ogni piccolo successo futuro come chi sa quale conquista.
Il suo rappoto con il presidente De Luca?
In questi sei anni di rettorato ho avuti un rapporto di tipo istituzionale. Ho curato solo i rapporti con gli enti che necessariamente interagiscono con l’università, i Comuni, la Provincia, la Regione e il Ministero per l’università
Ma non negherà che sono stati anche gli anni dell’amichettismo in cattedra?
“Aver ridato credibilità scientifica nazionale e internazionale all’ateneo, acquisendo progetti importanti, ha fatto crescere in maniera significativa, sia come assunzioni che come progressione di carriera, il personale docente. Non c’è dubbio che nel mondo universitario italiano vigano sistemi di cooptazione che non premiano trasparenza e merito. Sono convinto che Salerno non può essere incasellata in questo elenco di corruzione accademica.
E’ vero che Salerno aveva un rapporti fra docenti/ personale tecnico amministrativo fra i più bassi d’Italia?
Si, purtoppo, è vero. Abbiamo proceduto all’assunzione di quasi 200 nuove unità si perdonale tecnico amministrativo, senza dimenticare che molti risultati sono stati ottenuti negli anni della pandemia da Covid 19. L’esperienza drammatica della pandemia non ci ha fermato. La didattica si è concessa un’unica pausa obbligata nelle prime due settimane del secondo semestre del 2019-2020 coincidenti con l’inizio del lockdown.
L’ateneo si è attrezzato con strumenti e piattaforme sw che consentono l’erogazione della didattica in qualsiasi modalità: completamente in presenza, mista (prevalentemente in presenza) e completamente a distanza.
Tutti gli indicatori di qualità Anvur riguardanti la didattica sono rimasti sugli stessi alti livelli pre – pandemia, nonostante il ricorso alla modalità a distanza nel periodo più acuto dell’epidemia Covid. Anche l’attività di innovazione didattica dal 2012 al 2025 ha registrato un numero totale di corsi studio offerti dall’ateneo di Salerno che è passato da 83 a 97 con un incremento in linea con le tendenze nazionali, che testimonia l’attenzione costante dell’ateneo alle nuove richieste del mercato di lavoro. L’aumento significativo del numero di docenti che compaiono nelle classifiche di ricercatori più influenti a livello internazionale è molto incoraggiante.
Cosa lascia in eredità di lavoro al rettorato e quali consigli intende dare a chi lo ha succeduto?
L’eredità è già un consiglio con le cose fatte, realizzate. Inutile sprecare parole di compiacimento rituale con panegirici a carattere encomiastici tanto accademici quanto non comprensibili nelrapporto quotidiano tra studenti e docenti. I dati mi dicono che alla vigilia del 2019 l’ateneo era arrivato da un periodo di ristagno delle performance della ricerca. L’attività di coordinamento del Rettore nel sessennio 2019-2025 è stato di un forte impulso dato alla ricerca che ha valorizzato le competenze disciplinari, tanto che Unisa si è aggiudicata importanti progetti nazionali, tra cui bandi competitivi del PNRR. Unisa è passata dalla posizione delle università internazionali da 1.020 nel 2022 alla posizione 805 nel 2025.
L’università di Fisciano o di Salerno?
“Noi abbiamo progettato di riportare l’università in città nell’ex tribunale di Salerno senza annulllare la storica scelta di Fisciano, né alimentando inutili guerre su nominalismi toponomastici, demagogici e dannosi. Voglio solo ricordare che mi sono preoccupato di programmare l’ulteriore sviluppo edilizio del Campus di Fisciano e di Baronissi, sia in termini di nuove realizzazioni, sia in termini di rifunzionalizzazione di edifici già esistenti. Contemporaneamente a questa imponente campagna di nuove progettazioni è stata avviata la programmazione di importanti interventi di manutenzione che stanno coinvolgendo sia le coperture e gli infissi di numerosi edifici a trenta anni dallo loro realizzazione. Sia l’ammodernamento della loro impiantistica meccanica ed elettrica con l’installazione di nuove unità trattamento aria e di gruppi statici d continuità”.
A che punto siamo con la storia e l’attualità di un campus universitario?
L’università di Fisciano non è all’anno zero per la sua credibilità, funzionalità e autorevolezza scientifica. Riconoscere questo è già un atto di onestà che prescinde dal gudizio sul lavoro svolto e soprattutto riconoscibile negli anni
Restano però le ombre politiche anche sull’ultima consultazione elettorale.
“L’aver tenuto fuori, a mia conoscenza, dal dibattito elettorale i nominalismi politici è stato fruttuoso. Perché l’abitudine di confondere tutto il lavoro del sapere con il catalogo delle appartenenze è persistente e degrada le funzioni istituzionali e il lavoro accademico ad un dannoso orpello campanilistico”.





