Adriano Rescigno
E’ durissimo lo sfogo di Michele Grimaldi, leader dei Dem scafatesi dai microfoni della Festa de l’Unità. «E’ la piazza il luogo della politica dove ci si confronta e si discute, si fa tutto alla luce del sole, non sono di certo i social network e le stanze chiuse. Basta con gli odiatori e chi si nasconde dietro ad uno schermo. Scafati è la città che abbiamo scelto per la lunga tradizione democratica e progressista. Abbiamo deciso di farlo in un momento difficile come questo: qualcuno ci ha chiesto in buona fede chi paga e a questo rispondo che questa festa si tiene in piedi grazie ai militanti che ringrazio di cuore, in tempi in cui ci si ripiega nell’individualismo e nel narcisismo». «Scafati attraversa un momento di apatia e sofferenza, ma è ora che bisogna avere coraggio e parlare. Questa è una città ricca di disagi, sono visibili, sono mesi che chiediamo una derattizzazione ed una disinfestazione straordinarie, una pulizia delle strade ed un inversione di rotta sul ciclo dei rifiuti, manutenzione di strade bombardate -in sintesi una maggiore attenzione al quotidiano dei cittadini – Se siamo arrivati a questo punto la colpa è di Pasquale Aliberti, l’ex sindaco di questa città. Se siamo ridotto in questo modo è colpa di dieci anni di amministrazione scellerata. Non va rimosso il buco che c’è al posto dell’istituto scolastico, la rete fognaria sempre annunciata ma mai davvero realizzata, il milione di euro per una pista ciclabile non agibile, i soldi tolti dalla riqualificazione del centro storico per investire sull’asfalto che dopo tre giorni si sgretolava. C’è chi ha usato Scafati per il proprio carrierismo e narcisismo proprio e della moglie. I problemi con la magistratura dell’ex sindaco sono suoi problemi, ma c’è una condanna, quella storico-politica che noi annunciamo e che ha condannato un uomo che per i suoi interessi personali ha distrutto questa città. Noi in questo decennio abbiamo combattuto per difendere la città. Dov’eravate, rivoluzionari da tastiera, quando abbiamo difeso Scafati? La storia non è scritta sull’acqua ma sul sacrificio dei tanti cittadini e militanti. Noi sosteniamo lo stato e la difficile opera di ripristino della legalità, ma serve una svolta ed ascoltare i cittadini, confrontarsi con i professionisti, tenere le strade pulire, avere a cuore la città. Quando si rappresenta lo Stato la trasparenza è un perno imprescindibile. Ieri è stato approvato il contrasto alla ludopatia. Qui si spende a persona più di Venezia. Oggi i commissari hanno approvato il nostro piano, non ci saranno più sale slot aperte 24 ore. Una cosa che il Pd aveva chiesto negli anni, ma ai commissari dobbiamo chiedere di fare attenzione a quanto accade in città. Non basta mandare a casa i politici corrotti, bisogna cacciare anche i funzionati corrotti. Si parla della privatizzazione dello stadio, delle farmacie e della società che gestisce i rifiuti: il Pd è contrario alla svendita del presente e futuro della città. Ci sono elementi che vanno preservati perché ci sono cose che sono patrimonio di tutti, serve costruire non svendere la città ad interessi poco chiari. Coloro che hanno permesso la chiusura dell’ospedale di Scafati e per 5 anni non ha avviato il progetto del fiume Sarno hanno un nome e cognome: Stefano Caldoro, Pasquale Aliberti e Monica Paolino. La guida della regione del centrosinistra ha rimesso il pronto soccorso nel piano ospedaliero e stiamo rimettendo in moto un rapporto virtuoso tra Scafati, Salerno e la regione Campania. I militanti qui presenti rappresentano il nostro impegno civico. Lavoriamo per costruire una comunità per cambiare Scafati».