La vergogna, a Pastena, del pietrisco al posto della sabbia è ormai faccenda impetuosamente arrivata agli occhi dei salernitani. Il pietrisco infame, al posto della sabbia che doveva esserci secondo il capitolato di appalto, sa tanto di “frode nelle pubbliche forniture”, reato previsto dall’art. 356 del codice penale, con pena da uno a cinque anni di reclusione. E’ verosimile che la procura di Salerno stia indagando in tal senso, dopo la denunzia dell’opposizione in Consiglio Comunale e l’esposto dei Codacons. Ma l’incredibile è che la “spiaggia” sia stata inaugurata e pubblicizzata nonostante l’eclatante evidenza dell’inganno. Possibile che il giorno dell’inaugurazione gli illustrissimi politici che hanno tagliato il nastro non hanno avvertito il pericolo dell’evidenza della truffa operata a danno dell’ambiente e dei bagnanti? Ma veramente pensavano che i salernitani fossero tutti così fessi da farsi illudere dalle belle parole? Questo è l’aspetto più inquietante della vicenda. Oddio, non è che la propaganda strillata ad ogni minuto non abbia la sua efficacia sui pensieri della gente. Affermare dagli altoparlanti e dalle televisioni che Salerno ora rassomiglia a Cannes produce, come anche il Governo di Destra sa bene, frutti notevoli; sul momento!Questo perché gli altoparlanti ossessivi producono nelle persone una rarefazione del pensiero critico, che, attraverso un processo mentale imitativo, porta sempre ad allinearsi a quello che pare il pensiero di quelli ritenuti più forti. La vecchia fiaba dei vestiti nuovi del Re descrive, in maniera efficacissima, la psicologia delle maggioranze che si allineano al Potere. Il Re, vestito di niente da furbi imbroglioni che gli avevano detto che la bellezza dei nuovi abiti poteva essere vista solo dalle persone intelligenti, fece i complimenti ai sarti, pur vedendosi nudo allo specchio, ma non potendo ammettere di essere lui il primo fesso, poiché non riusciva a vedere lo splendore di quei vestiti. Di lì, a catena, i cortigiani e i dignitari presero ad elogiare i nuovi (ma inesistenti) vestiti del Re, e con loro il popolo, tra cui il Re volle sfilare per mostrare a tutti la sua magnificenza. Fin quando un ragazzino, cui non mancava il coraggio e la ragione, urlò, al passaggio del Re, “Ma il Re è nudo!” Solo allora il popolo ritrovò il coraggio, scoppiando a ridere al passaggio del sovrano. Questa fiaba ritrae perfettamente due situazioni perfettamente analoghe. La spiaggia di Pastena e la Riforma della Giustizia. Entrambe hanno risvolti di incredibile comicità; e ambedue si affidano allo stesso clichè: magniloquenza esagerata e ossessiva, per cancellare con il martellamento degli annunzi senza contraddittorio ogni spazio alla critica democratica. Entrambe usano aggredire con arroganza i dissenzienti e i dubbiosi. Mai un’ammissione di possibilità di correttivi. Sempre un tirar diritto nonostante l’enormità delle sciocchezze fatte e dette. Stesso metodo di reazione. Far finta di nulla e andare avanti, fingendo che non sia accaduto nulla. Per la spiaggia, continuare a decantare il ripascimento caraibico del litorale, che va avanti a tutta birra (ma quando mai, non si vede l’imbarazzante fermo dei lavori?). Per la Riforma della giustizia, sparare ossessivamente sulla Magistratura con il patetico ritornello della Magistratura politicizzata che rema contro il Governo. La cretinaggine degli argomenti di questa campagna referendaria per il SI alla Riforma è fatta di suggestioni pericolose, identiche e burlesche al proclama della bellezza dei vestiti del Re. Occorre che i giovani aprano gli occhi agli adulti. Solo così il popolo suggestionato vedrà il raggiro. E sono i giovani che stanno svelando l’inganno della Riforma. Un recente sondaggio conferma che sono i giovani, dai licei alle Università, a votare NO al Referendum. Sono i giovani che urleranno “Il Re è nudo”. E sono i giovani, che non hanno potere e non hanno strategie di convenienza, che, comunque vada, terranno accesa la fiaccola della Ragione. Per la spiaggia di Pastena, la vediamo nera per l’Amministrazione Comunale. Se, come appare sin d’ora, c’è stato un grave inadempimento di fornitura, e il capitolato d’appalto è stato clamorosamente violato, allora il Comune è in bruttissimo guaio a cui c’è un solo rimedio. Fermare l’opera, e impiegare i restanti milioni del progetto per riparare il danno ambientale asportando la ghiaia e rimettendo la sabbia. Troverà il Comune la forza e l’intelligenza di ammettere gli errori e fare dietro front? Non ha altra strada! Troverà la Magistratura la forza di riaffermare la giustizia e punire i colpevoli? Al momento la riposta è si, senza dubbio. Ma che avverrà nell’ipotesi della Separazione delle Carriere? Un PM umiliato e insultato, e un Giudice intimidito dall’aria che tira, saranno così forti e indipendenti come adesso? Si prepara un futuro drammatico per la Giustizia, in cui pure una devastazione ambientale come quella della spiaggia passerà, negli obiettivi del Governo, a un fatto secondario sotto il profilo penale, perché sarebbe una indebita invasione dei malefici magistrati nel campo della Politica. Che è sovrana, a detta del Governo!





