L'intervista| Pino Palmieri: "Aree interne penalizzate" - Le Cronache
Provincia Roscigno

L’intervista| Pino Palmieri: “Aree interne penalizzate”

L’intervista| Pino Palmieri: “Aree interne penalizzate”

di Arturo Calabrese

Sindaco dal 2014, Pino Palmieri guida la comunità di Roscigno con passione e amore. Originario del centro dell’interno, Palmieri ha vissuto nel Lazio per molti anni e ne è stato anche consigliere regionale, ma le radici lo chiamavano e lo attiravano a sé come le sirene di Ulisse. Ha deciso di cedere e così è tornato nel suo piccolo borgo.


Sindaco Palmieri, come sta Roscigno e come sta affrontando questa difficile situazione dal punto di vista economico?


“La difficoltà non è oggi, non c’è da sei mesi o da un anno. La crisi non è un qualcosa limitata al 2022, ma per i piccoli paese c’è ormai da tempo. Le aree interne sono penalizzate sotto tantissimi punti di vista. I territori interni sono in difficoltà a prescindere”.


Dunque, cosa fare?


“Porre in essere un progetto ma che sia serio e condiviso. Troppe volte si creano tavoli dove poi si decide una cosa e dopo ognuno fa come vuole. C’è necessità di riorganizzare il territorio o più che altro rimettere ordine. Ormai abbiamo i comuni e affianco ad essi una mera di sigle costruire per la gestione dei rifiuti, dell’acqua e dei servizi sociali. C’è una confusione totale sulla gestione della vita pubblica che è un qualcosa di aberrante. Sono del parere che per farlo bisogna utilizzare lo strumento della fusione tra comuni. La coesistenza di enti che contano poche centinaia di abitanti non è più sostenibile perché le macchine amministrative sono inadeguate alla gestione delle varie aree. Il sistema di governo ha dimostrato di aver fallito e di aver prodotto molti problemi. Bisogna cambiarlo e una soluzione potrebbe essere proprio la fusione. I comuni continueranno a mantenere la propria identità, a festeggiare le proprie tradizioni e a vivere come entità, l’unica cosa a cambiare sarà che sulla carta non ci sarà più il Comune di Roscigno o il Comune di Sacco perché saranno una sola unica realtà, ma si tratta soltanto di una norma burocratica. Il resto rimarrà totalmente uguale. Ovviamente, ci saranno importanti miglioramenti per tutta una serie di servizi che oggi non vengono espletati al meglio”.


Altro Ente su cui Lei vorrebbe si intervenisse è la Provincia…


“Io sono di un’epoca in cui la Provincia era più importante della Regione. Esse, però, sono state depauperate delle proprie prerogative da una riforma che è poi risultata totalmente fallimentare. C’è necessità di mettere in campo più Provincie e meno Regioni, ma soprattutto che tale ente, che è di prossimità e quindi più vicino al singolo cittadino, deve tornare in mano all’elettorato. Chiunque guidi una realtà amministrativa così importante deve essere legittimato dal popolo e non pochi. Oggi con questa situazione credo non ci il massimo della democrazia. Ogni ente che sia soggetto alla nomina popolare deve mantenere quella prerogativa perché far votare i cittadini è un atto di importante democrazia”.


Fiscalità di vantaggio, fondi per i comuni, aiuti alle famiglie: negli anni alla guida di Roscigno, sono state tante le proposte avanzate agli enti sovracomunali…


“Nel tempo ho cercato di stimolare la discussione su temi perché noi nel Cilento, nel Vallo di Diano o Alburni, in generale nelle aree interne, viviamo un disagio costante che va oltre il normale. Ho dei colleghi sindaci che sventolano come grande conquista il pediatra in paese una volta al mese. C’è poco per cui essere felici. Qui, purtroppo, manca il diritto di cittadinanza. Abbiamo carenze di servizi sanitari che sono determinanti per l’ospitalità non solo turistica. Avere un infarto a Roscigno dà aspettative di vita minori rispetto ad averlo a Salerno. La sanità campana è sotto gli occhi di tutti e si continua a tagliare, contribuendo all’aumento dei disagi. Se vogliamo affrontare e vincere le sfide del futuro, tra cui quelle del Pnrr, dobbiamo puntare sulle fusioni. Su grandi condomini e non su singole villette”.


Il Parco è sede vacante. Se dovesse arrivarLe una proposta cosa farà?


“Oggi veniamo a sapere che un sindaco non può essere presidente di un Parco. Dunque non potrò farlo, ma se la legge, come auspico, dovesse cambiare, io non mi tirerò indietro anche perché non l’ho mai fatto. Purtroppo credo si vada verso un nuovo commissariamento e poi verso la nomina del nuovo presidente, ma il mio auspicio è che finlamente si faccia qualcosa per il territorio, per i borghi, per i paesi, per i centri storici. La situazione attuale deve gioco forza cambiare, altrimenti lo spopolamento aumenterà sempre di più. Le difficoltà legate al Parco sono tante e deve cambiare la legge perché ad oggi sono state penalizzate soprattutto le aree interne. Negli anni, i contadini hanno abbandonato le camapgne e ciò deve far riflettere. Il Parco ha un bacino enorme e perciç esiste una Comunità del Parco per rappresentare i vari centri. Tale Comunità, però, è stata attiva quando c’erano da eleggere le varie cariche ma è stata assente quando c’era da riunirsi per lavorare per le varie e numerose problematiche. Faccio un esempio: le aree archeologiche di Roscigno, Monte Pruno e Roscigno Vecchio, non possono essere gestite dai comuni e potrebbe farlo proprio l’Ente Parco che metta a sistema queste eccellenze. Dobbiamo mettere in campo una nuova legge, perché è inutile sostitutire il pilota se l’auto è difettosa”.