di Erika Noschese
«Non penso si debba dar vita ad un’alleanza con i 5 Stelle». Lo ha ribadito, ancora una volta, Bobo Craxi, animo socialista ed ex sottosegretario agli affari esteri.
Onorevole, il Psi ha votato la fiducia al Conte bis. Una scelta non condivisa da lei, tanto da indurla a chiedere la convocazione di un congresso nazionale per delineare le linee guida del partito…
«Non è corretto dire che ho chiesto un congresso, ho detto che decisioni di questa natura cioè il cambio di alleanze, in genere si sottopongono ad un congresso. Avendo noi fatto un congresso tre mesi fa è difficile che se ne possa fare un altro. Quello che è chiaro è che l’atteggiamento che andrà tenuto – essendo una forza praticamente priva di parlamentari, perché ne abbiamo due: uno alla Camera e uno al Senato – : un atteggiamento laico, nei confronti del governo, di giudizio volta per volta».
Intanto, è terminata la festa dei socialisti a Fano. Tanti i temi discussi, uno su tutti l’importanza di rilanciare il centrosinistra; serve unità per il bene del Paese. E proprio dalla festa socialista il segretario nazionale del partito, Enzo Maraio, ha dichiarato che il governo va valutato volta per volta. Cosa bisogna fare, secondo lei, per rilanciare davvero il centro sinistra?
«Intanto prendo atto che Maraio sia giunto alle mie medesime considerazioni. Il centrosinistra va rilanciato, io non penso che si debba dare vita ad un’alleanza con i 5 Stelle e quindi la prospettiva, per me, del centrosinistra del futuro, è quello di rafforzare le aree che ne fanno parte. In questo senso, penso che il nostro contributo – se saremo capaci di rafforzarlo – sarà molto importante». Dunque, no ad un’alleanza con i 5 Stelle. La strada obbligatoria, a quel punto, sarebbe stata tornare al voto. Avrebbe preferito questa scelta? «Quello che è avvenuto è avvenuto. Adesso prepariamo il futuro e per me non è un’alleanza fotocopia del blocco di governo che ha allontanato le elezioni ma la prospettiva della costruzione di un nuovo centrosinistra che rafforzi le aree tradizionali che ne fanno parte. Per fare questo, naturalmente, bisognerà rafforzare le aree socialdemocratiche, le aree laiche e tutti coloro che sono nel centrosinistra in pianta stabile e che rappresentano la vera identità politica programmatica del centrosinistra. Quella con i 5 Stelle, nel Pd, mi pare un’alleanza occasionale dettata dalle circostanze, da cause di forza maggiore».
Lei, recentemente, ha dichiarato a mezzo social “che i suoi compagni si sono illusi di avere deleghe governative…”. Ciò non è avvenuto, secondo lei si tratta di una fiducia mirata a ricoprire incarichi di governo?
«Non c’è dubbio che c’è stata un’aspettativa ma ribadisco che non tutti i mali vengono per nuocere. Questo consentirà al partito di avere mani più libere e di avere più tempo, più spazio ed energia per costruire una prospettiva politica diversa. Il governo ha di fronte a sé dei difficili impegni che dovrà superare e siccome le elezioni non sono domani mattina abbiamo tempo per poter costruire un’alternativa politica del centrosinistra in cui i socialisti possano rafforzarsi. Considero questa una fase molto positiva da un certo punto di vista».
Stamane (ieri per chi legge ndr) è stato scelto il nuovo simbolo del partito: c’è il ritorno del garofano rosso. Questo può essere un nuovo inizio per i socialisti?
«Come dice il poeta “stamane è apparso qualcosa di nuovo, anzi di antico”. No, non c’è nulla come i segni dell’identità che rappresentano anche l’autonomia e il riscatto dei socialisti che possa restituire fiducia. Sì, mi fa molto piacere che sia tornato il garofano ma penso faccia piacere sicuramente a tutti i socialisti in Italia». Da dove dovrà ripartire il Psi, a livello nazionale, anche in virtù dei prossimi appuntamenti elettorali? «Ricollegarsi con tutte le aree disperse nel sentimento socialista che nel Paese ancora esistono, ricollegarsi al mondo del lavoro organizzato e fare un’azione di convinzione nei confronti delle giovani generazioni che ha sete di socialismo democratico e dobbiamo dare loro la possibilità di vivere una nuova stagione di socialismo democratico che è la grande tradizione politica della sinistra in Europa e nel mondo».