di Andrea Pellegrino
Sotto la lente d’ingrandimento sono finiti tutti i conti corrente della famiglia De Luca. Compresi quelli dell’ex moglie del governatore, Rosa Zampetti. Tutte le operazioni bancarie sono passate al vaglio del nucleo di polizia tributaria di Salerno e raccolte nel fascicolo dell’inchiesta sulla variante in corso d’opera dei lavori di realizzazione di Piazza della Libertà. E le indagini sono sbarcate anche all’estero, ed in particolare nel Lussemburgo, attraverso rogatorie internazionali che avrebbero dato l’opportunità di valutare flussi di denaro dall’Italia all’estero. Dagli accertamenti compiuti non sarebbe emerso nulla di rilevante per l’inchiesta in corso da parte della Procura della Repubblica di Salerno. Inoltre, sempre sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti ci è finito anche il conto corrente di Alfonso Buonaiuto, nonché quello del Partito democratico di Salerno. Buonaiuto, all’epoca, oltre ad essere assessore al bilancio al Comune di Salerno ricopriva anche l’incarico di tesoriere del Pd salernitano. Dalle verifiche è emerso che il partito salernitano ha ricevuto quasi 290mila euro di bonifici dal Partito democratico regionale dal 2010 al 2013. Per il resto altre somme sono attinenti a quote o contributi spontanei di esponenti politici di partito locale e provinciale.
A salire sulla giostra dei nomi rientranti nelle carte dell’inchiesta sulla variante in corso d’opera di Piazza della Libertà c’è anche il geometra Roberto Trucillo, che finisce sotto la lente di ingrandimento in quanto protagonista di conversazioni telefoniche con l’ex sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, in cui pregava letteralmente quest’ultimo di avere un incontro “importante”, anche “di un attimo, per poter parlare”. Nei commenti, fatti alla sua segretaria precedentemente alla telefonata con Trucillo, pare che De Luca sembrava sottintendere di dover approfondire con Trucillo questioni pertinenti alla gestione di aspetti legati alla razionalizzazione e allo sviluppo urbanistico del territorio, ciò in ragione del fatto che l’acronimo “Pua” è sicuramente riferibile allo strumento relativo al Piano Urbanistico Attuativo. Ma Roberto Trucillo non è nuovo ad una “black list”. Di assoluta rilevanza è il coinvolgimento di quest’ultimo infatti nella vicenda giudiziaria relativa alla cosiddetta “Lista Pessina”. Nell’ambito di indagini eseguite tra il 2008 e il 2010 dalla Guardia di Finanza di Milano, veniva sequestrato, nei confronti dell’avvocato/notaio svizzero Fabrizio Pessina, un personal computer contenente documenti inerenti all’attività di fiduciario svolta da questi e dalla “Reviconsult S.a.” corrente a Lugano. L’esame della memoria dell’hard disk rivelava la titolarità in capo a numerosi soggetti residenti nel territorio dello Stato di relazioni finanziarie con l’estero. E tra i tanti nomi presenti in quel personal computer c’era anche qui quello di Roberto Trucillo. I successivi sviluppi investigativi consentivano di acquisire elementi tali da ipotizzare la partecipazione di Pessina ad un sodalizio criminale, con base a Milano, finalizzato a fornire, attraverso una rete di società estere, documenti giustificativi di costi fittizi, utilizzati da compagini societarie italiane per distrarre ingenti capitali fatti confluire su conti correnti o su rapporti fiduciari accesi all’estero. Trucillo fu, così, indagato nell’ambito di tale attività in quanto ritenuto responsabile di condotte connesse al reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, oltre che di appropriazione indebita.