L’Icona della Salus Populi Romani - Le Cronache Attualità
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L’Icona della Salus Populi Romani

L’Icona della Salus Populi Romani

Patrizia Tortoriello

San Pietro Due. Ormai la Basilica di Santa Maria Maggiore di Roma è diventata la dimora eterna di Papa Francesco. È già meta quotidiana di fedeli che, in fila, intendono e dare un ultimo saluto a Papa Francesco. La sua decisione di essere sepolto qui, annunciata nel suo testamento del 2022 e attuata dopo la sua morte nel 2025, rappresenta una significativa deviazione dalla consuetudine che vedeva i papi sepolti nelle Grotte Vaticane sotto la Basilica di San Pietro. L’ultima volta fu nel 1903 con Papa Leone XIII nella Basilica di San Giovanni in Laterano. La Basilica di Santa Maria Maggiore conserva una delle icone più amate della tradizione cristiana: la Salus Populi Romani. La Basilica di Santa Maria Maggiore: genesi e arte Situata sul colle Esquilino, la Basilica di Santa Maria Maggiore è un capolavoro di architettura paleocristiana e uno dei luoghi simbolo della devozione mariana. La tradizione attribuisce la sua fondazione a un sogno di Papa Liberio nel IV secolo, in cui la Vergine indicò il luogo con una miracolosa nevicata estiva, commemorata ogni 5 agosto. Successivamente, Papa Sisto III ristrutturò la basilica nel 432 d.C., per celebrare il dogma della Maternità Divina proclamato al Concilio di Efeso. Nel corso dei secoli, la basilica ha beneficiato del contributo di grandi artisti. Tra i principali artefici della basilica si annoverano architetti e artisti di rilievo, come Ferdinando Fuga, che curò un importante restauro nel XVIII secolo, e Gian Lorenzo Bernini, la cui tomba si trova all’interno della basilica stessa. I mosaici del V secolo che rappresentano scene dell’Antico Testamento e la Cappella Paolina, progettata da Flaminio Ponzio nel 1613 per custodire la Salus Populi Romani, arricchiscono ulteriormente l’importanza spirituale e artistica del sito. Un simbolo di protezione e fede L’icona della Salus Populi Romani, conservata nella Cappella Paolina della Basilica, è una delle rappresentazioni mariane più venerate nella storia della Chiesa. Realizzata probabilmente nel VI secolo, è un dipinto su tavola che raffigura la Madonna col Bambino, adornata con aureole dorate e caratterizzata da uno stile bizantino che ne sottolinea la solennità e la maestà. Secondo la tradizione, l’icona sarebbe stata portata a Roma da San Luca o dai primi cristiani. Le lettere greche MP ΘY, visibili ai lati della testa della Vergine, indicano “Meter Theou”, cioè “Madre di Dio”. Questo titolo, riconosciuto ufficialmente come dogma cristiano al Concilio di Efeso nel 431 d.C., rappresenta una delle affermazioni fondamentali della fede cristiana. L’icona incarna questo titolo, mostrando Maria come madre amorevole che intercede per l’umanità. Durante epidemie, guerre e disastri naturali, nei momenti di difficoltà, per secoli, i romani si sono rivolti alla Salus Populi Romani. Papa Gregorio Magno la portò in processione attraverso la città durante la gravissima pestilenza nel 590 d.C. che cessò miracolosamente, contribuendo a consolidare la venerazione dell’icona e il suo ruolo di protettrice. La Salus Populi nell’antica Roma Esisteva anche una connessione religiosa significativa: la protezione divina della città e del suo popolo era considerata essenziale. La “Salus” era personificata come una dea, protettrice della salute e della sicurezza pubblica, con templi ad essa dedicati. Con l’avvento del Cristianesimo, questo concetto fu reinterpretato e attribuito alla Vergine Maria, Madre di Dio, come simbolo supremo di protezione e intercessione. L’arte al servizio della spiritualità L’iconografia della Madonna con il Bambino è una delle più diffuse nella storia dell’arte cristiana. Nella Salus Populi Romani, c’è un equilibrio tra dolcezza e regalità che ha ispirato artisti e devoti per generazioni. Lo sfondo dorato delle icone non è solo estetico, ma simbolizza l’eternità e la luce divina, un elemento che ispirò le pale d’altare gotiche e rinascimentali. Dal punto di vista artistico le icone, come la Salus Populi Romani, non sono considerate semplici immagini, ma “finestre sul divino”. La tradizione cristiana ortodossa e cattolica insegna che contemplare un’icona equivale a entrare in contatto con la persona rappresentata, rendendola un oggetto di preghiera e meditazione. Molte icone del periodo bizantino o italo-bizantino sono opera di artisti anonimi, che non firmavano le loro opere perché erano considerate atti di fede piuttosto che creazioni personali. La Salus Populi Romani rappresenta anche un momento cruciale nell’evoluzione dell’arte sacra. Essa fonde influenze orientali e occidentali, come faranno poi artisti quali Duccio di Buoninsegna e Giotto, creando un ponte tra le tradizioni e anticipando il passaggio dall’arte bizantina al primo Rinascimento, che avrebbe segnato una nuova era nell’espressione artistica europea. I ritocchi e i restauri effettuati nel corso dei secoli hanno preservato la sua bellezza e il suo significato spirituale. Papa Francesco e il suo legame con la Madonna Sin dall’inizio del suo pontificato, Papa Francesco ha manifestato una devozione speciale verso la Salus Populi Romani. Prima e dopo ogni viaggio apostolico, si recava a pregare davanti all’icona, affidando a Maria le sue missioni e ringraziandola per il loro esito. Questo gesto, ripetuto ben 126 volte durante il suo pontificato, testimonia il profondo legame spirituale tra il papa e la Vergine. Come ricordato nel suo testamento, Papa Francesco espresse così la sua decisione di essere sepolto a Santa Maria Maggiore: «Desidero che il mio ultimo viaggio terreno si concluda proprio in questo antichissimo santuario Mariano dove mi recavo per la preghiera all’inizio e al termine di ogni Viaggio Apostolico ad affidare fiduciosamente le mie intenzioni alla Madre Immacolata e ringraziarla per la docile e materna cura» (Testamento del Santo Padre Francesco, 21 aprile 2025). Il legame con l’icona fu particolarmente evidente in momenti di grande difficoltà globale. Il 15 marzo 2020, in piena pandemia di COVID-19, Papa Francesco pregò davanti alla Salus Populi Romani per implorare la fine della pandemia che stava colpendo duramente l’Italia e il mondo intero. Solo pochi giorni dopo, il 27 marzo, l’icona fu portata in Piazza San Pietro durante un memorabile momento di preghiera universale, quando il papa implorò nuovamente la fine del contagio in una piazza vuota, sotto la pioggia. Questo profondo legame con la Vergine era noto già dalla sera della sua elezione, il 13 marzo 2013, come ricordato dal cardinale Santos Abril y Castello: «Il Papa mi comunicò la sua intenzione di visitare la Basilica di Santa Maria Maggiore appena un’ora dopo la sua elezione, mentre eravamo a cena. E devo dire che questa richiesta non mi colse di sorpresa perché ne conoscevo da tempo la forte devozione mariana e in particolare a Maria Salus Populi Romani». Ora la sua tomba in marmo ligure proveniente dalla terra dei suoi avi materni, è semplice e senza ornamenti, recante solo l’iscrizione “Franciscus”, fondendo simboli ancestrali e attuali in un messaggio universale di speranza e salvezza.