di Andrea Pellegrino
I fucili del Pd sono tutti puntati su Vincenzo De Luca, giorno dopo giorno sempre più nel mirino del fuoco amico. Da Roma in giù i big del partito sono in pressing su Renzi che sulla vicenda però non muove ancora dito. Benché sollecitato quotidianamente, al momento il premier – nella sua veste di segretario nazionale del Partito democratico – ancora non è sceso in campo: né ufficializzando la candidatura di Vincenzo De Luca né trovando una soluzione alternativa. Da superare c’è l’imbarazzo della “legge Severino” che se applicata a De Luca vincente potrebbe portare la sospensione (con atto del presidente del Consiglio dei Ministri) del presidente. Lo stop ad una modifica della legge da parte del Governo e del Parlamento metterebbero ancora di più in evidenza un “papocchio” prettamente campano che potrebbe avere forti ripercussioni politiche. Per ora al Nazareno si sta alla finestra, studiando la migliore strategia mentre il dibattito politico è tutto incentrato sulla “Severino” e sugli effetti su De Luca. C’è chi sbandiera anche una sentenza del Tar di Trento che ribalta al tesi dell’ex sindaco di Salerno. Qui il Tribunale amministrativo (con ordinanza del 30 gennaio scorso) non ha ritenuto di sospendere un provvedimento di applicazione della legge Severino per un amministratore condannato in primo grado per il rato di abuso di ufficio. Secondo il dispositiva: «Il provvedimento è finalizzato ad allontanare dalle cariche pubbliche – cautelativamente e, comunque, in base ad un provvedimento giurisdizionale, sebbene non definitivo – quei soggetti allo stato reputati indegni di ricoprirle, secondo un’incensurabile valutazione di merito del legislatore, prevalente, in quanto contenuta in una norma di legge, sulla scelta dei propri rappresentanti da parte dell’elettorato». E ieri pomeriggio Rosy Bindi ospite in un convegno a Napoli ha ribadito, in merito alla Severino: «Sono stata sempre contraria alle leggi ad personam». Intanto da Roma giungerebbero anche altre notizie riguardo le prossime elezioni. Si parla, infatti, di un possibile slittamento dell’Election day al prossimo 31 maggio. Inizialmente era stato proprio Matteo Renzi ad indicare il 10 maggio come possibile data. Poi nelle ultime ore il cambio di rotta con il provvedimento che potrebbe approdare giovedì in Consiglio dei Ministri, per poi consentire alle regioni interessate dal voto di scrivere ed approvare la norma – ponte che consente ai consigli regionali di rimanere in carica oltre la loro scadenza naturale. Nel caso campano prevista a fine marzo. Se dovesse slittare la data delle elezioni di conseguenza ci sarà più tempo a disposizione per ufficializzare le liste dei candidati.