Cartellone di all stars tra jazz, classica con nomi prima grandezza e giovani talentuosi Ramin Baharami e Danilo Rea, Richard Galliano, Ezio Bosso e i giovanissimi Romane Oren e Giuseppe Gibboni. Inseriti anche i talk show sull’opera firmati da Riccardo Canessa e un balletto per le scuole
Di OLGA CHIEFFI
Ad Antonio Marzullo, che ha il dono dell’ubiquità, come il suo Santo protettore, è toccato, con un discorso in cui ha trasmesso alla platea la sua grande ed allegra fatica, ringraziando in primo luogo il pubblico che segue, ama e sa “criticare” ed anche chiedere e consigliare l’operato della direzione artistica, presentare la stagione concertistica del massimo cittadino. Il primo appuntamento, fissato per venerdì 18 maggio, vedrà due gran coda neri campeggeranno sul palcoscenico nel segno di Johann Sebastian Bach, dominati dal sentire musicale e “improvvisato” di Danilo Rea e Ramin Baharami, nel corso di una serata dal titolo “Bach is in the Air”. Il 20 maggio ancora pianoforte, con Vanessa Benelli Mosell, che si dividerà tra Scriabin, Stroppa, Stockausen e Rachmaninov. Maggio si concluderà, il 31, con il ritorno in città de’ il “Concerto de’ Cavalieri” di Marcello Di Lisa, dopo la sua ultima performance nell’ambito del Festival di Musica Antica firmato da Carmine Mottola, per l’esecuzione de’ “Le Quattro stagioni” di Antonio Vivaldi. L’autunno concertistico verrà inaugurato il 16 ottobre, da un pianista appena tredicenne isrealiano d’america, Yoav Levanon, mentre l’unico concerto sinfonico è stato affidato ad Ezio Bosso, che abbiamo applaudito la scorsa estate nella reggia di Caserta, il quale si cimenterà con Leonore, ouverture in do maggiore, il suo concerto per pianoforte e la Settima di Ludwig van Beethoven. Il 6 novembre altri due giovanissimi talenti della musica mondiale, Romane Oren, figlia pianista del nostro direttore artistico, appena tredicenne, si esibirà in duo con il nostro Giuseppe Gibboni, diciassettenne violinista made in Salerno, unico rappresentante italiano al premio Niccolò Paganini, Schumann, Chopin, Ernst, Wieniawski e Paganini, gli autori, su cui si confronteranno tra virtuosismo e ceselli di suono. Dopo tanta classica ecco il jazz: il 26 novembre la ribalta sarà per il Klassik Swing Italian Quartet con Gunther Sanin al violino, Fabio Rossato alla fisarmonica, Ivano Aversani al contrabbasso e Ivan Tibolla al pianoforte, per una serata in cui i vari idiomi musicali si incontreranno e scontreranno sulle immortali pagine di Lehàr, Puccini, Reinhardt, Morricone e Bacalov, mentre il 30 novembre, ancora un felice ritorno, quello della fisarmonica di Richard Galliano. Uno stile inconfondibile, “diverso”: il suo bal musette ed il suo Valse swing hanno suggerito tendenze estetiche che hanno determinato un canone verso il quale un’intera generazione di musicisti si è rivolta, un’arte, la sua, a volte delicata a volte labile a volte furente, tanto che qualunque prospettiva può rivelare aspetti conoscitivi né romantici né barocchi, grazie ad una visione esecutiva non omologata, radicale, talvolta “folle”, imprevedibile nel frammentare e ricomporre istanti melodici di un repertorio così ampio da includere jazz, musica gitana, latin, tango, suggestioni popolari d’ogni parte d’Europa e d’America, con all’interno la lezione dell’amico e maestro Astor Piazzolla. Il finale della stagione, previsto per il 16 dicembre saluterà un omaggio alla Sirena Partenope, da parte di uno dei suoi figli, Ciro Visco con l’Ensemble Voci Italiane, ovvero gli artisti dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia. La poesia dei canti racconterà di iperboli d’amore e di disprezzo, dell’idillio marino, dei “tipi” napoletani, delle due guerre, favole, apologhi, le laudi dei tanti luoghi di una Napoli che non è solo il complesso di abitazioni chiuso in un’immaginaria cinta muraria, i quartieri, Posillipo, Mergellina, Santa Lucia, ma è le sue coste, le sue colline, i suoi casali, un atteggiamento mentale, col medesimo gusto e la medesima fantasia ancora oggi presenti in altre forme o che potrebbero ritornare. Il fascino della melodia, la capacità di improvvisazione, la “libertà” di “rivestire di sé” un canto, la capacità di creare e usare metafore profonde e sorprendenti, l’originalità dei ritmi, la forza del sentimento “vero” contro ogni divieto “artificioso”, il senso di ribellione alle ingiustizie, l’umorismo con cui affrontare le peripezie della vita, di un popolo e di una città in cui anche il “Silenzio” è “cantatore”. Ma non finisce qua, l’anno in musica del Verdi, poiché si continuerà la mattina di Natale con il concerto delle Voci bianche diretto da Silvana Noschese e l’abituale concerto di Capodanno, per poi inaugurare l’anno nuovo sulle punte di un sempre incantato Schiaccianoci, una vera e propria epifania coreutica con quattro serate dal 3 al 6 gennaio affidato al Classical Russian Ballet e alla nostra orchestra che verrà diretta da Ivan Vladimirovitch Vasilyov. A questo cartellone di concerti si affiancheranno ben cinque serate con Riccardo Canessa e il suo Opera Talk Show, un incontro per aprire gli occhi e le menti dei giovani e degli appassionati d’opera allo scopo di conquistare sempre nuovo pubblico alla lirica e al nostro teatro, sul fil di un divertente e curioso soffio etesio.