Da partente annunciato a uomo-qualificazione contro il Pisa in coppa Italia. Ce la sta mettendo tutta Andrea Bovo a tenersi stretta la maglia della Salernitana e, stando ai fatti, ci sta riuscendo alla grande. Pareva difficile qualche settimana fa ipotizzare una sua riconferma in granata, figurarsi che potesse essere tra i titolari della nuova Salernitana. Colpa di un’annata, quella passata, caratterizzata da alti e bassi. Tornato in granata a ottobre 2014 per essere uno dei perni della corazzata allora allenata da Menichini, piano piano la mezzala veneziana era scivolato nelle gerarchie dell’ex trainer della Salernitana, complice qualche problema fisico, le ottime prestazioni dei vari Favasuli e Pestrin e , a gennaio, l’arrivo di Moro. Invece Bovo, che ha sempre manifestato la volontà di restare all’ombra dell’Arechi nonostante l’interesse di squadre importanti per la categoria come il Bari, con il lavoro e le ottime prestazioni, condite da qualche gol, si è dimostrato l’uomo più in forma della pre-season granata e si è guadagnato la stima del tecnico Torrente. Ora la situazione pare essersi ribaltata, con l’ex Spezia e Padova che difficilmente lascerà Salerno, anche dopo l’arrivo di Sciaudone e anche nel caso, remoto al momento, dovesse arrivare un altro mediano. E chissà che non possa esserci un cerchio che si chiude a dieci anni dal primo approdo a Salerno di Andrea Bovo, nell’allora serie C1 2014/15, quando si presentò, a nemmeno vent’anni, con un curriculum fatto di poche presenze tra i professionisti ma corredato da convocazioni e apparizioni in tutta la trafila delle nazionali giovanili azzurre fino all’under 20. Anche in quella stagione partì nelle retrovie ma riuscì silenziosamente a conquistarsi un posto da titolare con l’approdo di Cuoghi sulla panchina granata dopo l’esonero di Costantini e a togliersi anche la gioia del primo gol tra i professionisti (in un Salernitana-Pizzighettone 1-0). Ora la storia sembra ripetersi, Bovo non è più né giovane né una promessa del calcio italiano. Ma il tempo per tornare ad essere protagonista c’è ancora. D’altronde, non è mai troppo tardi.
Simone Perrotta