La lezione magistrale sulla famosa “Cabala del cavallo pegaseo” ha dimostrato la grande utilità della filosofia al giorno d’oggi
Di Francesco Mogavero e Alessandro Quagliata
Allievi del gruppo studio del Liceo Severi
Un giorno, un ricco imprenditore potrebbe avvicinarsi a te, povero laureato in filosofia, sbattendoti in faccia l’inutilità e l’astrattezza delle tue conoscenze, facendoti notare il suo florido conto in banca e il tuo misero stipendio da cassiere del Mc Donald’s. Si discuterà per l’eternità sull’effettiva utilità della filosofia; ciò che però molti ignorano è che ognuno di noi nasce filosofo e per esserlo non è assolutamente necessario elaborare un proprio pensiero promulgandolo come verità assoluta. Socrate affermava, al contrario, che il primo passo per la conoscenza fosse l’umiltà, il sapere di non sapere, e dunque, ad esempio, le domande di un bambino ad un genitore risultano essere più filosofiche di chi talvolta crede di essere filosofo, ma non lo è («Perché? Che senso ha quello che sta facendo quel signore? Il mare dove finisce?»). La filosofia che si studia tra i banchi di scuola dovrebbe essere più stimolo per la crescita personale anziché ridursi soltanto a sterile ripetizione del pensiero altrui. Dunque, niente di più funzionale di una conoscenza approfondita della filosofia, per la sua capacità di sviluppare diversi stili e modelli di pensiero, nonché per riflettere sulla logica delle nostre argomentazioni. Nulla di più funzionale dell’epistemologia, quando si parla di scienza, cercando punti di intersezione tra i diversi saperi come vasi comunicanti tra loro. La filosofia nasce dalla meraviglia dell’uomo dinanzi al mondo, è ricerca continua del proprio io e del senso della esistenza di tutti noi, è dubbio perenne, imperituro allenamento per la mente e per l’animo, è dono riservato a chi non si accontenta di essere spettatore, ma aspira ad essere anche top player della propria squadra. Filosofia non si insegna, si fa, nel senso più pratico del termine. Detto in poche parole: la filosofia si vive. Il progetto “Letture filosofiche. Tradizione e contemporaneità”, proposto dalla sezione salernitana della Società Filosofica Italiana, ci ha trasmesso questo messaggio: rendere la filosofia attuale e viva agli occhi degli studenti. In particolare, le lectiones magistrales di giovedì scorso, tenutesi nell’auditorium del Liceo Scientifico F.Severi di Salerno, hanno reso pratico questo scopo in due modi: attualizzazione delle problematiche scelte e multimedialità delle lezioni. Il tema, l’attualità delle teorie di Giordano Bruno, è stato brillantemente esposto dai due relatori, il prof. Maurizio Cambi (Università di Salerno) e il prof. Giovanni Battista Rimentano (Liceo Scientifico Severi). Il dibattito in sala è stato sapientemente moderato dal prof. Enrico Nuzzo (Università di Salerno). Di Bruno uomo conosciamo l’inesauribile genialità creativa, ma anche la vis polemica, la totale mancanza di diplomazia e l’esagerata autostima, la filosofia intesa come speculazione, ma anche come campo di sperimentazione, affinché utilmente l’uomo «non contemple senza azzione; e non opre senza contemplazione». Le sue tesi furono scomode alla Chiesa, ma l’eccezionale importanza di queste sono alla base di una modernità ancora tutta da riscoprire (l’infinità dell’Universo, le molteplici galassie e le molteplici intelligenze, per non dire delle embrionali intuizioni sul rapporto mente-corpo oggi dimostrate anche dalle neuroscienze). Di Bruno si sa che da piccolo, guardando il Vesuvio, pensava che oltre quello non ci fosse più nulla. La sua curiosità e la sua indipendente intelligenza lo spinsero ad andare a verificare di persona, accorgendosi che il mondo non finiva con il vulcano, ma che c’era molto altro da osservare e comprendere. Forse sarà stato in quel momento che avrà messo i trampoli, trovando il coraggio di non scambiare i limiti del proprio mondo con i limiti dell’intero esistente. Questo lo spirito della filosofia che può ringiovanire il mondo, che ancora piace e attira intere generazioni.
(A cura degli studenti Francesco Mogavero e Alessandro Quagliata del gruppo di studio del Liceo Scientifico “F.Severi” di Salerno)