di Olga Chieffi
“Andate in soffitta e riordinate le carte della vostra famiglia, della vostra parrocchia, la ricerca storica parte proprio di lì” E’ quanto raccomandava la docente di Storia moderna e contemporanea dell’Università di Salerno, l’indimenticata Rosalba Davico, ava ugonotta, padre torinese e socialista, la quale usava assegnare quale compito, la realizzazione dell’albero genealogico di famiglia fino alla sesta generazione, usando i metodi studiati durante il corso. Così è stato anche per l’ingegnere Felice Bottiglieri, figlio di Girolamo e nipote di Felice senior, il quale dovendo sgombrare la soffitta per porre in vendita la casa, si è ritrovato di fronte ad una montagna di documenti di vario genere, praticamente agli archivi di uno studio forense che va dall’Unità d’Italia alla scomparsa di Girolamo Bottiglieri senior: “E’ stata una scoperta importante e onerosa quella dell’archivio dello studio Bottiglieri – racconta l’Ingegnere Felice – io ero l’erede di tutto questo. Resomi conto dell’entità e del valore dei documenti interpellai immediatamente la Sovrintendenza archivistica regionale, a quei tempi e, parliamo dei primi anni del nuovo millennio, guidata da Maria Rosaria De Divitiis e, accertatone il valore culturale, si procedette al ricovero dei documenti in ben quattro stanze dell’Archivio Storico del Comune di Salerno. Di lì gli incontri, una volta la settimana con la dr.ssa Michela Sessa per calarci in quel mare di carte e polvere e riordinare le oltre trecento cartelle, il tutto per il bene della comunità”. Una donazione meritoria questa ed unica poiché gli archivi rispecchiano forme di vita sociale, documentazione di attività spontanee, una documentazione la cui importanza è tanto più rilevante in quanto aspetto della vita della società attuale, aspetto mutevole, temporaneo e quindi meritevole di essere conservato per lo storico di domani. Dovrebbe essere, quindi, ribadita l’esigenza che la conservazione di tale documentazione è un’esigenza di interesse pubblico, che deve prevalere sull’interesse delle persone che tendono ad eliminare tutto ciò che non è più di immediata utilità, in particolare gli avvocati e questo rappresenta l’unicità della donazione dell’archivio Bottiglieri. Negli archivi privati, soprattutto quelli familiari, prevale soprattutto la documentazione economica.
Ma, altrettanto importante la conservazione contemporanea della documentazione non economica, la corrispondenza tra i familiari, le carriere scolastiche e professionali, nelle minute degli atti pubblici e nelle scritture private tra i vari componenti della famiglia si potrà avere quel riscontro di notizie o di fatti che, in via ufficiale sono presentati in maniera diversa.
Una delle tipologie di archivi che maggiormente è necessario allo storico è, senza dubbio, quella degli uomini politici: quanto più il politico avrà conservato di corrispondenza, di minute, di appunti tanto più potrà essere oggetto, di studio per i riscontri e gli approfondimenti, non solo e non tanto dell’attività del politico, quanto della comunità in cui egli ha agito, di cui e stato rappresentante, espressione, realtà concreta ed effettiva di tutti i settori della società civile. Lo fu Girolamo, lo sono tutti i membri della famiglia Bottiglieri, a cominciare da Don Enrico, sindaco della nostra città, quindi Felice e Girolamo che entrò nel 1922 a lavorare nello studio del padre e, di lì, l’impegno a tutto tondo dal giornalismo alle arti, al turismo che lo ha portato ad essere assoluto protagonista della storia della città e dell’intera provincia salernitana per un cinquantennio, da Presidente dell’Ente Provinciale per il Turismo di Salerno e della stessa amministrazione provinciale per due mandati. “Dal Ravello Festival alla realizzazione della strada che va da Camerota a Palinuro, dall’accesso alle grotte di Pertosa – rivela la dottoressa Michela Sessa – alla Regata fra le Antiche Repubbliche Marinare e, ancora, il Concorso Ippico di Salerno, che rappresentava la prima uscita dei fratelli D’Inzeo, il Festival del Cinema di Salerno, il Centro Studi e Documentazione della Scuola Medica Salernitana, teso ad approfondire e diffondere una delle pagine memorabili della storia della città di Salerno, sono le infinite sfaccettature dell’impegno di un uomo che scopriremo nell’ambito di questo incontro che vedrà i saluti istituzionali dell’ospite Franco Alfieri, del sindaco Vincenzo Napoli e di Giuseppe Cacciatore presidente dell’Istituto nazionale di Storia Patria, quindi coordinati da Gennaro Ferrara gli interventi Alfonso Conte, Vittorio Salemme, Alfonso Andria, Aniello Tesauro, Felice Bottiglieri, Mario dell’Acqua, Pasquale Natella e Mariella Pasca, oltre il mio, con le conclusioni di Giuseppe Acocella”.
Non poteva, però, non finire in musica con Girolamo Bottiglieri junior, un’eccellenza del violinismo italiano, il quale omaggerà il nonno eseguendo sul primo “intero” da lui stesso donatogli, la Méditation dalla Thais di Jules Massenet, quell’oasi di pace in cui amava abbandonarsi.