Landi: liberare la Sanità campana - Le Cronache Attualità
Attualità Campania

Landi: liberare la Sanità campana

Landi: liberare la Sanità campana

Le prossime elezioni regionali sono un test molto indicativo per alcune emergenze campane, che attualmente confinano la Campania alle ultime posizioni nelle classifiche nazionali dell’efficienza dei servizi. Parliamo di Ambiente, Occupazione, ma soprattutto di Sanità. È su questo fronte, la Sanità, che gli elettori dovrebbero focalizzare le proprie attenzioni. Verificare che cosa è stato fatto e soprattutto analizzare i programmi per il futuro, valutando prima di ogni altra cosa la loro concretezza e attuabilità. Ne parliamo con il cardiologo Carmine Landi che, ormai da anni, tiene desta l’attenzione delle popolazioni salernitane sui diritti sanitari negati, sulla tragedia delle liste di attesa, sul caos dei pronto soccorso, sull’assoluta mancanza di prevenzione, sulle troppe ed evitabilissime morti per crisi cardiache. Landi, che èp stato anche amministratore comunale a Mercato S. Severino, è presidente dell’Associazione Grazie di Cuore, che rappresenta un presidio civico non solo nella Valle dell’Irno, dove ha sede, ma in tutta la provincia di Salerno.

 

Tra poco più di dieci giorni si voterà per eleggere presidente e consiglio regionale della Campania: con quale stato d’animo lei e i soci della sua associazione vi preparate a questo evento?

La situazione è sotto gli occhi di tutti. A sei anni dall’annuncio dei progetti sanitari in Campania, avremmo già dovuto tagliare i nastri per la conclusione dei lavori e l’inizio delle attività. Invece, celebriamo ancora la posa delle prime pietre per le Case di Comunità e le AFT. Questi ritardi evidenziano l’incapacità totale della gestione regionale nel campo sanitario: non si è riusciti a trasformare le risorse del PNRR e della Sanità territoriale in risultati concreti. Eppure, una rete di servizi vicina ai cittadini, oltre a fornire servizi immediati e a decongestionare il pronto soccorso più vicino, avrebbe ricreato le condizioni per una cittadinanza attiva e, di conseguenza, per una fiducia maggiore degli abitanti nei confronti delle istituzioni non soltanto sanitarie.

 

È stata, quindi, la “vittoria” della burocrazia sulla sperata efficienza?

Proprio così. I tanti miliardi messi, per queste finalità, al servizio della Campania, si sono arenati nella abituale strettoia dei ritardi, dei ripensamenti, degli ostruzionismi, delle interdizioni politiche. Di conseguenza, più di cento case di accoglienza non si sono realizzate, quando poi questi presidi sono una realtà in altre regioni e hanno contribuito a decongestionare i pronto soccorso, a snellire le liste di attesa e a contenere l’emigrazione sanitaria, che rappresenta un doppio scandalo per la Campania, economico e di immagine. Allo stato attuale, restano solo cantieri aperti, promesse ripetute e inaugurazioni simboliche. Queste ultime si susseguono, con sfacciataggine, in questi giorni di campagna elettorale, offendendo i cittadini che, anche per questi motivi, continuano ad allontanarsi dalla pratica elettorale.

 

In questo disastro, il settore privato gongola…

Gli indici di mortalità dicono che in Campania si muore più che altrove, proprio a causa dell’inefficienza della Sanità. Sono necessari, rispetto alla limitata offerta, molti più ricoveri e maggiori prestazioni diagnostiche rispetto alle attuali, ragion per cui ci si rifugia nel privato. Ed è così che, tra chi ha redditi bassi, la disperazione per diagnosi infauste si somma all’altra disperazione per l’impossibilità di farsi seguire in costose strutture private. Diciamo che il capolavoro della sinistra in Campania, negli ultimi dieci anni, è stato quello di allestire una Sanità per soli ricchi, subordinando il diritto alla salute alle uniche e sole dimensioni del portafoglio dell’ammalato o dei suoi familiari.

 

Vediamo qual è la situazione sul fronte cardiovascolare, che è quello dove lei opera quotidianamente.

I dati reali raccontano di una situazione allarmante: in ambito cardiovascolare abbiamo statistiche e indicatori da brivido. Solo il 48,2% dei pazienti colpiti da infarto riceve un intervento adeguato entro 90 minuti (standard minimo 60%, media nazionale 56,1%). La mortalità a trenta giorni dall’infarto sale all’8,3%, e siamo quindi ben oltre la soglia ministeriale.

 

Nella rete ictus le cose non sembrano andare meglio.

La Campania, nella rete ictus, dispone di meno della metà dei posti letto rispetto alla media nazionale. Per tale gap, la mortalità è al 44,9% nei centri di alta specializzazione, e siamo di fronte al secondo peggior dato d’Italia, a fronte di un Benchmark nazionale del 24%. Ma le dico di più, visto che su questo giornale ne abbiamo parlato spesso: nei pronto soccorso, il 12,17% dei pazienti abbandona la struttura prima della visita, una cifra che è il doppio della media nazionale (6,26%). Consideri, inoltre, a conferma di quanto dicevo prima, che il 70% degli accessi è per codice verde, segno di una rete territoriale che non funziona per niente.

 

Perché ha deciso di prendere posizione con più forza su questi temi proprio nei giorni della campagna elettorale?

Le mie battaglie per la difesa del diritto alla salute, che è un diritto costituzionalmente garantito ma non del tutto attuato e protetto, hanno radici lontane nel tempo. Lottando contro ritardi e indifferenze, abbiamo ottenuto un altro presidio del 118 nel Comune pilota della Valle dell’Irno e sono, da molti anni, costanti le nostre denunce per la quasi inesistente sanità di emergenza e per la gestione clientelare e politica di strutture pubbliche, dove ai diritti dei cittadini si pensa davvero molto poco. E non voglio affrontare il tema della prevenzione, perché lì siamo quasi all’anno zero. Con una situazione così grande, così come evidenziano i dati ufficiali dell’Agenas, non si può continuare a stare fermi. I gravi ritardi nell’allestimento delle reti di emergenza hanno conseguenze drammatiche in termini di mortalità, morbilità e inadeguatezza delle strutture campane.

 

Per questi disastri lei e la sua associazione avete individuato il responsabile?

È l’attuale centrosinistra che, in questi dieci anni, non ha mai invertito la rotta nonostante sia stato più volte incalzato dall’opinione pubblica e da tante associazioni come la nostra. Sempre le stesse logiche clientelari e di potere, sempre la gestione affidate a figure dirigenziali funzionali agli interessi della politica e raramente dotate di una adeguata preparazione tecnico-professionale.

 

Per questo motivo, con la sua associazione ha fatto una scelta di campo?

Più che una scelta, abbiamo preso atto che per tirare fuori la sanità dalla attuale drammatica crisi, occorrono competenza, responsabilità e coraggio al fine di cambiare le cose. Ecco perché, dopo un ampio confronto, abbiamo deciso di sostenere il dottore Giuseppe De Martino della lista Cirielli Presidente, un insigne cardiologo che ha le idee molto chiare per intervenire sulla rete emergenza/urgenza, per utilizzare più razionalmente le risorse sanitarie, per gestire in maniera centralizzata e trasparente le liste di attesa, riportando la sanità pubblica ai livelli degni di un paese civile e di una regione che vuole assolutamente emergere dalla palude nella quale è piombata.

 

  1. S.