L’estate è tempo di bilanci e anche di amare considerazioni. In Campania per quanto riguarda la Sanità si è fatto poco, molto poco. Delle case di accoglienza e degli ospedali di comunità promessi ne sono stati realizzati quattro o cinque, non di più. Se a tutto ciò si aggiunge che è peggiorata la situazione delle liste di attesa e che le prestazioni in convenzione avvengono soltanto nei primi dieci giorni del mese e poi si è costretti ad aspettare per lunghissimo tempo (molti mesi nella migliore delle ipotesi), la situazione diventa addirittura drammatica. Tutto ciò, al netto dei Pronto soccorsi sovraccarichi che non riescono più ad offrire una risposta di emergenza a migliaia di cittadini disorientati e avviliti. In questi ultimi casi, si getta la croce addosso alla medicina territoriale ma non è affatto giusto. Escluse le urgenze, infatti, non c’è alcuna sinergia con gli altri reparti ospedalieri. Spesso il primo approccio con il paziente viene fatto da personale non medico con tutti i gravi rischi che possono conseguirne. A lanciare l’allarme è ancora una volta il cardiologo Carmine Landi, presidente dell’Associazione Grazie di Cuore, che ha la sua sede nella Valle dell’Irno ma che ormai da lungo tempo svolge un’azione di stimolo sia in tutto il Salernitano che nella regione Campania. In tutto questo gran marasma il settore privato accreditato è controllato trimestralmente ma soltanto sotto l’aspetto economico. «Occorrerebbe – spiega Carmine Landi – porre sulla piattaforma tutte le indagini ad alto costo. Un esempio? Per prescrivere una Coro Rnm Tac o altri accertamenti complessi occorre aver fatto prima indagini preliminari a basso costo, altrimenti non sarà possibile accedere a prestazioni più approfondite e costose». In tal modo, si calmiererebbero le spese, si avrebbe un controllo degli esborsi e, soprattutto, la certezza della inevitabilità di accedere a prestazioni particolari. «Manca inoltre – continua Landi – un quadro epidemiologico delle malattie in grado di ricostruire l’incidenza e la prevalenza di alcune morbilità». Secondo il cardiologo e studioso delle dinamiche sanitarie territoriali, queste palesi omissioni sarebbero anche figlie della mancata sinergia tra pubblico e privato, un vuoto che è alla base della crisi dei presidi pubblici ma anche di una spesa incontrollata e soprattutto abnorme. In questa logica si pone anche la decisione abbastanza inquietante della costruzione di nuovi ospedali. «Inutile – osserva polemicamente il cardiologo Landi – programmare investimenti di centinaia di milioni senza procedere prima all’accorpamento delle strutture esistenti. La logica, ad esempio, imporrebbe di accorpare gli ospedali di Battipaglia, Eboli, Vallo ed Agropoli, ma anche quelli di Nocera Inferiore, Sarno e Scafati. In molti casi, si tratta di duplicazioni inspiegabili. Stessi reparti a distanza di qualche chilometro, con utenze sovrapponibili, mentre nelle stesse zone mancano servizi e reparti ospedalieri di primaria importanza». Landi ipotizza che i politici siano mossi da una vera e propria “distorsione cognitiva” che, per utilità elettoralistiche, confina in secondo piano i diritti e le attese di intere comunità, alle prese con l’impossibilità di curarsi e, quindi, di affrontare la vita con maggiore serenità. «Per questi motivi – commenta il presidente dell’Associazione Grazie di Cuore – non mi spiego i falsi e roboanti bilanci degli ultimi dieci anni. La verità e di tutt’altro segno e indica un disordine organizzativo che si riflette sui diritti delle comunità. Per quanto ci riguarda, per la ripresa autunnale, tenteremo, con la nostra associazione, di avviare dei momenti di sensibilizzazione, finalizzati a ricostruire la verità dei fatti per le nostre comunità. Soltanto la presa d’atto della crisi potrà porre le popolazioni nella condizione concreta di rivendicare i propri diritti, in un momento in cui la politica fa retorica spicciola e, di fronte ai problemi veri, continua a girarsi dall’altra parte».





