Quattrocentomila metri quadrati destinati a standards rimangono inutilizzati. Gianpaolo Lambiase, consigliere comunale di “Salerno di tutti” mette in evidenza nuove anomalie relative al Puc. «In più occasioni ho espresso le mie critiche al Piano Urbanistico Comunale di Salerno, non solo per le previsioni di crescita “esagerate”, ma anche perché, a dieci anni dalla sua entrata in vigore, persino gli interventi positivi e condivisibili sono stati disattesi e stravolti – spiega Lambiase – Anche nella consapevolezza che una città disordinata, inquinata, invivibile, non ha potenzialità di sviluppo, non attrae investimenti “sani”, si ha l’impressione che il Comune abbia “lasciato ad altri” la gestione del Piano. L’Amministrazione si è affidata alla “fantasia ed alla buona volontà” dei costruttori, accettando ogni loro proposta, che chiaramente ha privilegiato gli interessi privati a svantaggio dei interessi pubblici. La necessità di dotare la città di nuovi servizi ed attrezzature pubbliche ha sicuramente priorità a Salerno, rispetto alla realizzazione di migliaia di nuovi alloggi che non rispondono ai bisogni della popolazione. Salerno ha un rapporto non equilibrato tra abitazioni e servizi. I buoni propositi del Piano, che aveva programmato di superare ampiamente 18 mq/abitante di standard previsti per legge, sono falliti! A corto di fondi, il Comune ha utilizzato una “tecnica urbanistica” (la cosiddetta perequazione) per consentire la realizzazione di servizi pubblici a carico dei privati imprenditori, che si proponevano di costruire nuove case. La perequazione non ha dato risultati lusinghieri». «Le opere di urbanizzazione – continua il consigliere comunale – che sono state realizzate, riguardano il “recinto interno” ai comparti edificatori. Si sono lasciati interi rioni al contorno ancora più in “crisi” per la carenza di servizi. Crescono le case e nel quartiere le linee di trasporto pubblico, la rete fognaria, il verde pubblico rimangono sempre più insufficienti. In alcuni casi il Puc, però, detta prescrizioni diverse. L’imprenditore avrà il permesso di costruire nuovi alloggi, solo se cede gratuitamente al Comune un’ampia area di proprietà privata, che lo stesso Comune si impegna a finanziare ed attrezzare a parco urbano, e/o a parcheggio pubblico, e/o edificio scolastico. Vengono chiamate “aree di compensazione” , le superfici utili a “compensare” l’intero quartiere dalla carenza antica e strutturale di standard. Le aree di compensazione, già cedute dai privati al Comune, dal 2007 ad oggi, attraverso regolare atto notarile, ammontano a 400mila metri quadrati. Una superficie pari all’intera area archeologica di Pompei. Un’area 10 volte superiore a quella occupata dal palazzo della reggia di Caserta, la residenza reale più grande del mondo! L’operazione è stata sicuramente positiva. Il problema grave è un altro: il Comune fino ad oggi non ha impegnato un Euro per la realizzazione dei servizi pubblici previsti! Sono rimasti suoli abbandonati, ricoperti da sterpaglia, in luoghi della città dove la “congestione urbana” e la mancanza di servizi raggiungono limiti molto elevati! E’ possibile accedere a fondi europei e regionali. E’ necessario ricorrere ai “risparmi” del bilancio comunale, sicuramente possibili se per esempio si razionalizza la spesa per i pubblici sevizi offerti ai cittadini (a partire dalla raccolta e smaltimento dei rifiuti). Spero non venga proposto da qualche Amministratore irresponsabile, che è necessario affidarsi ai costruttori privati, anche in questo caso, per risolvere il problema».
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