La vendetta della ciminiera a Pontecagnano - Le Cronache
Attualità

La vendetta della ciminiera a Pontecagnano

La vendetta della ciminiera a Pontecagnano

di Michelangelo Russo

Una prima vittoria di Cronache

Da anni questo giornale è impegnato a segnalare ai lettori gli scempi e gli oltraggi ambientali che una politica disattenta lascia perpetrare sul territorio salernitano. Appelli che non sempre vengono raccolti, per scontate difficoltà operative dovute alla mole di lavoro, dagli organi inquirenti della polizia giudiziaria e della magistratura. Ma poiché è costume di questo giornale non mollare mai la presa, talvolta i risultati, in un modo o in un altro, arrivano per tamponare, almeno, le rapine al territorio. Parliamo di Pontecagnano, della sua sponda sul Picentino che costeggia via Budetti. Abbiamo scritto già una prima puntata, due settimane fa, sulla muraglia cinese di nove piani e cento appartamenti sorta quasi in riva al fiume, nell’ambito di un Masterplan e tre P.U.A, adottati dal Comune per la costruzione di circa settecento appartamenti nella zona delle ex fabbriche di pomodoro. Abbiamo detto che un processo, nato a seguito della denunzia di associazioni ambientaliste, ha posto la questione dell’irrealizzabilità del nuovo quartiere, per l’impossibilità di costruzione di un salvifico ponte tra la sponda di Pontecagnano e quella di Salerno. Ponte visto come premessa essenziale negli accordi scritti tra costruttori e Comune, ma poi verbalmente definito, nel luglio 2020, in Consiglio Comunale come “il libro dei sogni” da parte del Sindaco in carica. Abbiamo poi scritto che dopo istruttoria tecnica di un consulente, il P.M. ha chiesto l’archiviazione, recentemente, del processo, recependo le conclusioni del consulente (nominato però da un altro P.M.). E noi, da queste colonne, abbiamo già scritto che il consulente tecnico predetto ha preso un granchio colossale. Ma non è stato solo un suo errore. Prima di lui, ha sbagliato la Sovrintendenza di Salerno nel 2012, quando è iniziato l’iter della lottizzazione colossale. La Sovrintendenza, interpellata, comunicò al Comune che l’area interessata non era coperta dal vincolo paesaggistico, per dettato di un articolo specifico della legge Galasso del 1985. Ma in verità, come detto a chiare lettere nel testo, quella esenzione delle aree perimetrate nel 1973 come zone industriali era valida solo per i comuni sprovvisti di strumento urbanistico. E Pontecagnano, nel 1985, lo strumento urbanistico, cioè il Piano di Fabbricazione, lo aveva e come! Forte di questa dichiarazione della Sovrintendenza, il Comune di Pontecagnano va avanti felicemente sulla strada di mattone selvaggio. Vengono approvati i P.U.A e il Masterplan senza alcun parere della Sovrintendenza, fino a quando, nel 2017, nell’istruttoria per il P.U.A che interessava la lottizzazione spinta, la più grande, il tecnico del Comune, accortamente, segnala alla ditta costruttrice la necessità di ulteriori documenti per completare la pratica, tra cui, guarda un po’, il parere della Sovrintendenza! Ma come, questa non aveva detto che non ce ne era bisogno? E invece, il tecnico del Comune, con maggiore attenzione e prudenza, la vuole. Ma il costruttore invia tutti i documenti richiesti, tranne il parere della Sovrintendenza. Sta di fatto che, nonostante la carenza istruttoria, il P.U.A viene approvato con delibera di Giunta del 2017 presieduta dal Sindaco Ernesto Sica, nella quale si afferma, contrariamente al vero, che non vi sono illegalità. Passano quasi tre anni, ed è cambiata l’Amministrazione. Siamo ad aprile 2020, in pieno Covid. L’Italia è totalmente ferma. Solo i lavori urgenti sono possibili. Mi segnalano che qualcuno sta abbattendo la bellissima ciminiera antica dell’ex fabbrica Spineta. Cronache fa articoli di vibrante protesta per quello che sta accedendo e per l’incomprensibile fretta di abbattere quel monumento industriale. La cosa finisce anche in Procura, ma l’abbattimento viene concluso. E’ stato rilasciato, in ottemperanza al P.U.A adottato nel 2017, un primo permesso a costruire finalizzato all’abbattimento. Quindi, il P.U.A è pienamente operativo. Ma ecco che ad agosto appare la Sovrintendenza, e Comune, Sovrintendenza e costruttore fanno un accordo. La Sovrintendenza impone di salvare un antico capannone per una superficie di 3.000 mq, e chiede di essere avvisata per gli ulteriori edifici da costruire. A questo punto sorge una prima domanda. A che titolo arriva la Sovrintendenza se il consulente del P.M. dice che non c’era il vincolo? Lo sveleremo nel prossimo articolo. Per ora, è molto probabile che questo di oggi finisca nelle mani del P.M.

Dr. Michelangelo Russo