La storia di Antonio Violante: "Otto anni senza acqua corrente" - Le Cronache Provincia

di Arturo Calabrese

È forte la storia che arriva da Ogliastro Cilento. Protagonista, suo malgrado, è Antonio Violante, fotografo di professione, che si è trasferito nel Cilento per amore della vita lenta, della natura e della pace. «Da quasi 8 anni – racconta – non ho l’acqua corrente in casa.

Ho provato tutte le strade possibili ma il gestore cioè l’ente comunale non allaccia la mia abitazione alla rete idrica. Numerose le mie sollecitazioni di ogni tipo ma…niente, non si risolve. Mi sono rivolto anche all’Arera nel febbraio 2024, come previsto dalla normativa vigente ma il gestore, pur se obbligato, ha disertato la chiamata alla conciliazione.

Per ben due volte, nel 2018, il gestore è venuto a rimuovere il contatore idrico. La prima volta a seguito della mia prima richiesta di allaccio: all’epoca dovevo solo fare una operazione di subentro ma il gestore invece, nei giorni immediatamente successivi alla mia istanza, intestò il contatore pre-esistente ed a servizio della mia unità immobiliare, ad un confinante, nello stesso fabbricato, che stava effettuando ristrutturazione, come contatore di cantiere.

Successivamente, 5 mesi dopo la richiesta di allaccio idrico, venne a montarmi un nuovo misuratore ma lo rimosse dopo meno di un’ora con la seguente dicitura (scritta a mano sul retro del verbale di sopralluogo, dal tecnico comunale): “si disinstalla il contatore per mancanza di contratto”.

Tre mesi ancora più avanti (dicembre 2018), ricevetti dall’ufficio tecnico di Ogliastro una comunicazione nella quale venni portato a conoscenza, per la prima volta, dell’esistenza di un regolamento idrico che prevede lo spostamento della nicchia di alloggio contatore all’esterno del fabbricato in caso di ristrutturazioni. Io non stavo ristrutturando. Spontanea sorge la domanda: a cosa è servito il sopralluogo effettuato ormai già circa 8 mesi prima di questa comunicazione?

Comunque, tralasciando tutte le ipotesi, sta di fatto che a partire da questa comunicazione, che al suo interno mi notificava anche che spetta esclusivamente all’ente comunale fornire indicazioni sull’ubicazione della nuova nicchia di alloggiamento misuratore idrico, sto formulando ripetutamente negli anni la richiesta di ragguagli e indicazioni su come e dove devo realizzare la nuova nicchia. A questa domanda non ho mai avuto risposta. Nel 2020, un legale con il quale ebbi modo di parlare, mi propose un procedimento ex art 700 che accettai di buon grado.

Purtroppo, però, ed in maniera che ancora oggi non riesco a comprendere, risultai perdente causa in quanto, il giudice, dagli atti evinceva che esisteva un mio rifiuto alla realizzazione di una nicchia all’esterno.

Si persero, in quel procedimento, misteriosamente, nella trasmissione telematica degli atti, dei documenti allegati e pur se li inviai io stesso appena me ne resi conto, non furono tenuti in considerazione prima della sentenza. Ad oggi, ho provato ad interpellare diversi avvocati solo per la vicenda acqua ma nessuno che abbia instaurato un procedimento. Tutti partono alla grande per poi sparire (nel vero senso della parola) poco prima di inviare la denuncia.

Qualsiasi tentativo effettuato, in maniera bonaria, da alcuni di loro, si ferma alle solite parole: devi fare nicchia esterna, facciamo richiesta di nicchia esterna. Come sopra, la domanda resta senza risposta e il legale poi lo perdo di vista. A seguito di accesso agli atti è venuto fuori, fin da subito, che il mio confinante ha effettuato grazie alle enormi e plateali distrazioni dell’ufficio, diversi abusi edilizi ricadenti anche sullo stesso fabbricato del mio appartamento.

Ho avanzato esposti presso la procura di Vallo della Lucania ma sono stati archiviati con la seguente sentenza: “le opere sono supportate da un valido titolo”. Il titolo però non sfiora neanche le opere denunciate. Non solo! Il titolo autorizza persino un’opera che non è possibile effettuare. Il titolo è stato, infatti, emesso per rifacimento di 3 solai e per un nuovo sottotetto.

Quest’ultimo, il nuovo sottotetto, non lo si poteva fare». Quanto denunciato dall’uomo, e quella qui esposta è solo la prima parte di un lungo sfogo, accade come detto in quel di Ogliastro Cilento dove Antonio ha dovuto avviare una serie di pratiche giudiziarie semplicemente per vedersi riconosciuto un diritto. Le difficoltà, però non sono finite.

fine prima parte