di Andrea Pellegrino
«L’interessamento della Scognamiglio alla vicenda De Luca/Manna emergeva anche da una serie di contatti intercorsi con la dottoressa Silvana Sica, magistrato». La procura di Roma traccia un profilo completo del giudice e dei rapporti con suo marito, Guglielmo Manna. Al vaglio, infatti, ci sarebbero intercettazioni telefoniche che dimostrerebbero l’interessamento della Scognamiglio anche verso altre istanze che riguardano Vincenzo De Luca ed in discussione sempre al Tribunale Civile di Napoli.
In particolare la Scognamiglio (giudice relatore dell’udienza che ha sospeso la sospensiva per Vincenzo De Luca) si rivolge ad una sua collega, Silvana Sica, che segue l’istanza presentata da alcuni ex consiglieri regionali del centrodestra contro il provvedimento pronunciato il 22 luglio a favore del governatore della Campania. Alle 14,27 del 13 agosto – giorno dell’udienza – la Scognamiglio contatta la Sica: «Ciao come è andato il reclamo De Luca?». Solo alle 19,12 la Sica risponde: «Ci siamo riservati». Alle 19,13 la Scognamiglio replicava: «Come va in generale? Fammi sapere quando depositate». Alle 19,36 la Sica scriveva: «Tutto bene ci risentiamo».
Pochi minuti dopo è Manna (il marito) che contatta Giorgio Poziello (“un mediatore della trattativa”, anche lui iscritto sul registro degli indagati della procura di Roma), riferendo di «essersi informato e di aver appurato che i consiglieri del centro destra avevano fatto reclamo contro De Luca e che il collegio, formato dalla Sica, da Sorrentino e da un altro giudice, si era riservato e che comunque non si sarebbero distaccati dalle precedenti linee adottate”. Manna, infatti, al telefono con Poziello dice: «Giorgio, non c’è nessun problema, ormai non cambia niente. Si sono riservati, non ti preoccupare». Ed ancora: «Non si staccheranno dalle linee precedentemente adottate. Hanno ammesso il reclamo del centrodestra ma è normale, normale amministrazione». E Poziello replica: «Mi hanno detto ‘sta cosa e mi sono allarmato». Manna cerca di tranquillizzarlo: «No, no, no, normale amministrazione. Il reclamo sull’ordinanza è prassi ed hanno ammesso il reclamo ma non cambia nulla». Il 23 agosto è il giorno della pronuncia, con il tribunale di Napoli che respinge l’istanza presentata da un gruppo di consiglieri regionali uscenti di centrodestra (assistiti dagli avvocati Giuseppe Olivieri, Salvatore Di Pardo, Giuliano Di Pardo, Nicola Scapillati, Andrea Latessa e Francesco Percuoco), nonché dal movimento a difesa del cittadino e da Arturo Scotto, Salvatore Vozza e Franco Mari di Sel.
Qualche giorno prima, il 20 agosto, Manna cerca di tranquillizzare l’avvocato Brancaccio, altra figura chiave dell’inchiesta capitolina. Manna annuncia di «avere un ulteriore strumento nelle loro mani da utilizzare per raggiungere il loro scopo, cioè la nomina sanitaria». Parlando del reclamo già discusso dice: «Va bene il reclamo, il reclamo lo tiene Silvana ma non decideranno nulla, però chiaramente Roberta (Di Clemente, ndr) ha fatto in modo di gestire le carte in modo che Anna (Scognamiglio, ndr) trova praticamente il ricorso abbinato al Dcpm come relatore e praticamente Anna già adesso, la settimana prossima, deve fissare l’udienza sul giudizio principale. A questo punto io adesso voglio essere meno educato e meno signore e dire “uagliu ma a che gioco state giocando?”».