La resa dei professor Oddati e Palo, il Museo dello Sbarco lascia Salerno - Le Cronache
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La resa dei professor Oddati e Palo, il Museo dello Sbarco lascia Salerno

La resa dei professor Oddati e Palo, il Museo dello Sbarco lascia Salerno

di Monica De Santis

Non vogliono vederla come una resa, ma di fatto lo è. Il professor Nicola Oddati, presidente dell’associazione Parco della Memoria, insieme con il professor Antonio Palo, infatti, nella tarda mattinata di ieri, hanno annunciato, con non poco rammarico, che il Museo dello Sbarco e Salerno Capitale, andrà via dalla città capoluogo, per trasferirsi in un’altra location. La comunicazione è arrivata attraverso una nota, firmata sia da Oddati che da Palo, nella quale hanno spiegato il perché si è arrivati ad una decisione che nessuno voleva prendere, ma soprattutto ad un epilogo della vicenda che nessuno avrebbe immaginato. “Dopo due mesi di assoluto silenzio dalla convocazione delle commissioni cultura e turismo del comune di Salerno in cui siamo stati convocati e dove c’è stato promesso di tutto e di più, non essendovi stata alcuna risposta, abbiamo chiesto spiegazioni e c’è stato detto di rivolgerci al nuovo consigliere alla cultura del sindaco, che incontrato e sollecitato ad una risposta è rimasto in perfetto silenzio (confermandoci in questo caso che il silenzio più rumoroso di qualsiasi risposta). – scrivono Oddati e Palo nella loro nota – Ulteriori problemi li abbiamo dalle restrizioni che ci vengono imposte per l’utilizzo degli spazi esterni nel luogo ove è collocato attualmente il Museo. Stando così le cose, il Museo dello Sbarco e Salerno Capitale “nell’impossibilità di continuare la impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria” non potrà più continuare la propria vita a Salerno. – concludono – La citazione parziale del programma di Badoglio dell’8 settembre 1943 che annuncia la resa e l’armistizio gli Alleati non è da parte nostra né un armistizio né una resa, ma desideriamo continuare anche in luoghi diversi, la nostra ormai decennale vita, avendo, anche la prospettiva del prossimo 80° anniversario dell’operazione Avalanche”. Il professor Oddati spiega anche che nei giorni scorsi ha partecipato all’incontro, tenutosi al Comune per quanto concerne la seconda fase del progetto “Musei in rete”… “Ho partecipato ed è stata l’ultima volta, non essendoci alcuna possibilità che il Museo resti a Salerno. Anche perché, ancora una volta si è parlato del nulla. E’ stato proprio in quell’occasione che mi sono avvicinato al sindaco per salutarlo. Mi ha chiesto come stavo. Gli ho risposto che di salute stavo bene, ma che ero preoccupato per le sorti del museo. Mi ha detto di parlare con Ermanno Guerra, nuovo delegato alla cultura. E così ho fatto, anche se ci eravamo già incontrati e confrontati. Non ho avuto da Guerra nessuna risposta chiara, da quello che ho capito, credo che alla fine la decisione di non intervenire per far rimanere il Museo dello Sbarco a Salerno, arriva direttamente da De Luca”. Dunque nulla di fatto per la città di Salerno, che si prepara a perdere l’unico Museo che racconta e custodisce cimeli dell’operazione Avalanche e del periodo in cui siamo stati Capitale d’Italia. Nulla di fatto per Salerno, mentre di questa chiusura potrebbero beneficiarne altri comuni salernitani… “Nei mesi scorsi abbiamo avuto colloqui con alcuni sindaci. Due in particolare, Mimmo Volpe sindaco di Bellizzi e Franco Alfieri sindaco di Capaccio - Paestum. Con Alfieri mi sono incontrato anche nei giorni scorsi ma non abbiamo parlato di questo. Sicuramente Capaccio – Paestum è una location di grande prestigioso e saremo onorati di trasferirci lì – spiega ancora il professor Nicola Oddati – Ma questo ora non dipende più da noi, ma dal sindaco Alfieri, se vuole ancora ospitarci, o da altri sindaci che ci contatteranno”. Intanto, in attesa del trasloco, il Museo dello Sbarco e Salerno Capitale, continua a rimanere aperto… “Non potendoci trasferire subito, dobbiamo rimanere aperti, anche perchè i cimeli esposti non possiamo spostarli in un deposito e dove ci troviamo ora, abbiamo comunque un fitto da pagare. Quindi rimanendo aperti, speriamo di incassare qualcosa per coprire le spese che ci sono e quelle che ci saranno con il trasferimento della struttura”.

“Proclami disattesi, cultura all’ultimo posto nelle priorità di questa amministrazione”

“Questa è solo l’ultima dimostrazione dell’interesse che questa amministrazione comunale “riserva” alla Cultura e alla Storia”. La consigliera comunale Claudia Pecoraro interviene con una nota sulla vicenda del Museo dello Sbarco… “Prendiamo atto ancora una volta che quando non si parla di Luci d’Artista i proclami sono puntualmente disattesi, gettati al vento. È impossibile nascondere l’amarezza pensando di crescere un figlio in una città che mette puntualmente all’ultimo posto nelle proprie priorità politiche e progettuali valori come la Cultura e la Storia. Una città che si presenta alle Fiera del Turismo presentando sempre e solo Luci d’Artista, senza neanche condividere il programma dei prossimi anni nella Commissione Consiliare apposita. Decine di post riservati a un evento che di culturale non ha praticamente nulla, oltre che ai leitmotiv ripetuti testardamente per avere facili consensi, Piazza della Libertà, le navi da crociera, e la Salernitana (senza nemmeno un accenno però ai lavori mai terminati che ci costringono ancora oggi a vedere un settore chiuso al pubblico, unico caso in Italia). Nessuna azione concreta è stata posta in essere per provare a salvare un patrimonio cittadino inestimabile, solo silenzio assordante. Lo stesso silenzio che i salernitani e le salernitane si ritrovano a dover incassare quando si parla di parchi chiusi, di strade invase da topi e blatte, di un centro storico trascurato da anni. Un’altra sconfitta che paga un’intera comunità, ma che ha i soliti responsabili”.