di Andrea Pellegrino
La Procura di Roma stava indagando già su De Luca e Mastursi nel mentre si pronunciava la Scognamiglio sulla legge Severino. E’ quanto emerso ieri mattina dalle dichiarazioni del giudice Anna Scognamiglio durante la prima udienza preliminare che vede coinvolti, oltre il magistrato napoletano, suo marito Guglielmo Manna, due intermediari e l’ex capo della segreteria di Vincenzo De Luca. Inizialmente, anche il governatore della Campania era finito sul registro degli indagati per poi vedersi la propria posizione archiviata nel corso delle indagini. Davanti al Gup del Tribunale di Roma Virma Passamonti ieri mattina sono comparsi Mastursi, difeso dall’avvocato Felice Lentini, Vetrano, Scognamiglio e Brancaccio. Non in aula l’avvocato Manna rappresentato, però, dal suo avvocato di fiducia. La vicenda risale al novembre 2015. Nello Mastursi dopo la notifica dell’avviso di garanzia è costretto alle dimissioni. Le accuse per tutti sono pesanti: a vario titolo sono indagati dalla Procura di Roma per rivelazione di segreto d’ufficio e concussione per induzione. Questi i fatti: dopo la condanna in primo grado per il caso Termovalorizzatore, per Vincenzo De Luca comincia “l’incubo Severino”. Tra ricorsi amministrativi e al Tribunale ordinario, il caso approda a Napoli: Anna Scognamiglio è giudice relatore del giudizio in corso sulla vicenda “Severino” e ad inizio luglio si occupa – in sede cautelare – della “sospensione della sospensiva” del neo presidente della Regione Campania, convalidando l’ordinanza emessa qualche giorno prima da Gabriele Cioffi (oggi giudice in pensione), che aveva rimesso in sella De Luca dopo il provvedimento firmato da Matteo Renzi. Al centro della vicenda, oltre Mastursi, c’è l’avvocato Guglielmo Manna, marito del giudice Scognamiglio. Il legale, già in servizio presso l’azienda ospedaliera “Santobono” di Napoli, pare fosse in procinto di ottenere un incarico all’Asl Napoli 1. Un riconoscimento di cui Mastursi si sarebbe fatto carico, interessandosi anche di stabilire un incontro tra Manna, la moglie ed il governatore Vincenzo De Luca. I movimenti degli indagati sono stati ricostruiti attraverso le intercettazioni telefoniche, sia dell’utenza di Mastursi che di quella di Manna. In un’intercettazione si evince che il marito del giudice Scognamiglio, parlando con Mastursi, avrebbe chiesto “un favore” spiegando che, in cambio, avrebbe fatto “intervenire” la moglie su una vicenda che stava a cuore all’ex capo della segreteria del presidente della Giunta. Ed invece ieri mattina la Scognamiglio ha dimostrato il contrario. Portando all’attenzione proprio alcune intercettazioni, tra cui quelle in cui con il marito si parlava di un ordine da parte della Procura di Roma di esibizione del fascicolo De Luca, ancor prima – a quanto pare – del provvedimento di “sospensione della sospensiva” della legge Severino. E quanto all’atto il magistrato ha dimostrato che il dispositivo è stato redatto da più mani e le modifiche contestate hanno riguardato solo la “forma” e non la sostanza. Ora si tornerà in aula il 18 ed il 25 gennaio. Entro quella data i legali dovranno comunicare anche quale strategia intraprendere. Non si esclude, infatti, che alcuni possano scegliere il rito abbreviato. Tra questi lo stesso Nello Mastursi.