Il barricadero della sanità verso il consiglio regionale. Rolando Scotillo scende in campo: l’uomo della corsie, dei cortei e delle battaglie sanitarie tra carta bollata e denunce. Oltre che sul badge dell’ospedale Maria SS. Addolorata di Eboli, il tuo nome si trova in molti fascicoli della Procura. Tante le denunce contro una sanità commissionata alla politica, ora decidi di scendere in campo e diventare un politico, perché? «La spinta maggiore ad un impegno pubblico è arrivata dalla consapevolezza che se si vogliono cambiare le cose bisogna essere presenti nei luoghi dove le decisioni vengono assunte. Le proteste e le contestazioni servono ad accendere i riflettori sulle cose poco chiare che da anni avvengono nella sanità campana ma, soprattutto, salernitana. Una volta attenzione le situazioni poco chiare se non si ha un riscontro ai livelli istituzionali poco o nulla si riesce a fare. Questo sarà il mio obiettivo: dare ascolto e realizzazione alle richieste che arrivano dal basso, dalla gente, dagli operatori sanitari. La mitica figura dell’infermiere tutto fare con turni estenuanti è scomparsa lasciando il posto ai professionisti della corsia Negli anni la riqualificazione degli operatori sanitari sembra essere avvenuta solo nel nome. Forse anni fa il semplice infermiere era più rispettato e riconosciuto dai vertici aziendali. Troppi, forse tutti, dimenticano che gli operatori sanitari sono l’anello di congiunzione tra i pazienti i medici e la burocrazia che attanaglia ormai la sanità. Da anni si combatte contro la carenza cronica di personale infermieristico ma nel concreto nessuno ci mette mano». Il tuo slogan è “cambiamo la Campania, cambiamo la sanità, tradotto in termini concreti La politica implementata da De Luca e da Iervolino sta generando solo stipendi precari (circa 700 euro al mese), condizioni di lavoro da schiavi ed un pessimo servizio, sempre più ultimi anche sul lavoro. Liste di attesa per prime visite e diagnostica strumentale, assenza di percorsi di diagnosi e cura. E’ possibile ipotizzare l’azzeramento delle liste di attesa? Se si vuole si può rendendo la politica strumento della sanità e non la sanità pubblica strumento elettorale». Un libro dei sogni? «No proposte concrete e realizzabili che produrrebbero anche risparmio. Alcune sono: la centralità del Distretto Sanitario e percorso unico di ingresso alle prestazioni sanitarie specialistiche, apertura h 12 degli ambulatori specialistici e sinergia con il settore accreditato a completamento dell’offerta sanitaria. Orientamento alla diagnostica strumentale, sempre in sinergia con il privato accreditato, ed agli ambulatori di II° livello ed al percorso ed alla rete sanitaria di presa in carico dell’utente fino alla dimissione protetta in un’ottica di soddisfacimento dei fabbisogni e non al disorientamento come spesso capita per i tagli lineari operati da questa Regione, sempre più ultima».
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