di Simone Parisi
Terzo appuntamento nell’atrio del Duomo di Salerno oggi, alle ore 21, per l’Estate di questa seconda edizione di Salerno Classica, progetto ideato dalla Associazione Gestione Musica, che ha visto l’ associazione concorrere e ottenere il finanziamento dal Fondo unico per lo Spettacolo. La direzione dell’Associazione Gestione Musica, di Francesco D’Arcangelo, Fabio Marone e Gigi Lamberti, ha affidato questo terzo appuntamento dell’ Estate, all’ Orchestra da Camera di Frosinone per un Tributo ad Ennio Morricone e alla sua musica applicata. In scena Valentino Catallo al sax soprano e contralto, Luigi Bartolini alla tromba, Manuel Caruso alle tastiere, Alessandro Minci alla chitarra elettrica e acustica, Maurizio Turriziani al basso elettrico e Fabrizio Bartolini alla batteria, con il critico musicale Maurizio Agamennone, che condurrà il pubblico in un viaggio nell’iridescente universo di Ennio Morricone. Prima del concerto, alle ore 20,15, il Maestro Agamennone presenterà, in dialogo con Olga Chieffi, il suo ultimo saggio “Storie di Piero. Musica, cultura e società nelle imprese di Piero Farulli” in libreria per le edizioni Squilibri. Piero Farulli è stato per trent’anni “la viola” del Quartetto Italiano, tra gli ensemble cameristici più amati nel secondo Novecento, la cui cifra interpretativa costituisce ancora un modello. Ma è stato anche un grande didatta e organizzatore. La Scuola di Musica di Fiesole e l’Orchestra Giovanile Italiana sono tra le sue imprese più note: per decenni hanno attratto e attraggono migliaia di musicisti, appassionati e “amateurs”, bambini e comuni cittadini. A questi si sono aggiunti numerosi pedagogisti, musicologi, critici musicali e giornalisti, artisti, amministratori e politici, che hanno osservato le sue imprese per ricavarne un “exemplum”, per estendere la cultura musicale a tutti, per una “cittadinanza” veramente matura ed egualitaria, coerentemente con il motto di Piero che definisce il suo ambizioso progetto: “la musica per tutti”. La sua opera ha suscitato resistenze, critiche, indifferenza e ostilità che, a volte, sono risultate prevalenti rispetto ai suoi obiettivi. Il volume racconta le storie di Piero, lotte, successi e sconfitte, la rete delle sue relazioni, le sue “lamentationes” e gli scenari sociali e culturali in cui ha condotto coraggiosamente le sue battaglie. Alle ore 21, principierà, invece il concerto dedicato ad Ennio Morricone, che restituirà al pubblico un ritratto vivido, a tutto tondo, passando abilmente dall’attenta analisi dell’opera musicale, ai rapporti umani e professionali che l’artista ha costruito nelle sue numerosissime collaborazioni. La scaletta racchiude le melodie più amate, da “Metti una sera a cena” ad “Addio a Cheyenne”, da “C’era una volta il West” a “Per un pugno di dollari” e ancora le melodie lunghe e spiegate di “C’era una volta in America”, “La leggenda del Pianista sull’Oceano”, “Nuovo Cinema Paradiso”, l’assolo di Mission, “Il buono, il Brutto e il cattivo”, l’Estasi dell’Oro”. Ci accorgeremo in questi pezzi, oltre agli aneddoti e i nomi, Leone, Lacerenza la famosa tromba del Pugno, fatta di lacrime, sudore e polvere, Peppuccio Tornatore, gli Oscar negati, dell’incessante ricerca del suono puro, che costituisce la costante morriconiana per eccellenza, quasi fosse essa stessa pedale, bordone, soggiacente l’azione e la vita dell’artista, trait’ d’union delle sue formule espressive e delle sue necessità, dall’attenzione all’orchestrazione, raffinatissimo apparato idiomatico-linguistico, alla libera esplorazione di generi e soluzioni musicali apparentemente in contrasto. Dietro quelle colonne sonore che tutti conosciamo, c’è l’uso elegante di tecniche modernissime, come il serialismo e la musica concreta, combinate con elementi di popular music, influssi folk, canti celtici, canto gregoriano, trombe mariachi e un complesso di esecutori della taglia di un’orchestra sinfonica. In “Il buono, il brutto, il cattivo”, Morricone usa una melodia convenzionale, suonata da una chitarra elettrica, un’ocarina, e un’armonica, accanto a strumentazioni di tipo ancora meno convenzionale che includono il fischio, jodel, grugniti, vocalizzazioni talvolta irriconoscibili come umane, schiocchi di frusta e fucilate. Ricercatezze molto preziose, e naturalmente c’è il godimento puro di ascoltare temi che conosciamo benissimo come Metti una sera a cena, swingante e ironica, oppure Il buono il brutto e il cattivo che si rivela come un duello con quel breve spunto di note che all’origine fu ispirato dal verso del coyote, prima di sciogliersi nell’emozione purissima del Tema di Deborah di C’era una volta in America, che è una delle più belle invenzioni di Morricone, alla quale teneva moltissimo perché esprimeva molto bene il suo ideale di melodia scritta con un esiguo numero di note col massimo risultato. E ancora l’ostinato di Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, e ancora, e il leitmotive di “Nuovo cinema Paradiso”, unitamente al tema d’amore tratto da “La leggenda del Pianista sull’Oceano”, un film in cui Tornatore e Morricone hanno sposato le loro arti a meraviglia, creando film e musica uno per l’altro, e ancora Mission, con quel Gabriel’ Oboe, che esprime la resurrezione di speranza e gioia e l’inversione del tempo che è alla base di questa pagina. Musiche che hanno la capacità di entrare, e soprattutto rimanere, nel cuore di chi ascolta. E questo “rimanere” è sempre la spia di un compositore che scava nel profondo, e deposita nei nostri ricordi note, accordi ed effetti che resistono al tempo, con l’ampiezza della sua linea melodica, il colore delle armonie e uno sviluppo che può richiamare alla memoria certa produzione romantica del secondo Ottocento, e giungere vincitore fino alla fine dei tempi.