LA CITTA’ DELLE COSE A META’ - Le Cronache Salerno
Salerno

LA CITTA’ DELLE COSE A META’

LA CITTA’ DELLE COSE A META’

di Alessandro Turchi

Noi di Salerno Migliore, (gruppo nato da due mesi e che conta già 1200 membri) al di là delle iniziative fattive che prenderemo, al di là della presa d’atto di tante cose che vanno “sistemate” in città, rimaniamo comunque perplessi per un modo di fare che continua a stupire e che non comprendiamo. Di cosa parliamo? Delle cose fatte a metà. Iniziare cantieri e non portarli a termine, realizzare opere più o meno utili e poi non fare manutenzione, avere una città bella e non pulirla per lasciarla nel degrado. Alcuni esempi. Uno è il sistema dei trasporti. Anni fa è stata realizzata una costosa opera ferroviaria denominata, pomposamente, metropolitana. Benissimo, ce l’abbiamo ma non è utilizzabile per gli spostamenti con l’hinterland. Se vuoi andare all’università ti devi arrangiare coi pullman e con i loro orari spesso misteriosi, o con l’automobile. Se abiti nel centro storico o a Piazza Portanova la metropolitana te la sogni, oppure la devi andare a prendere alla stazione, percorrendo a piedi, con il caldo d’estate o con la pioggia d’inverno, almeno un chilometro. E’ stato messo in funzione l’aeroporto, dopo venti e più anni di “riflessioni”, un aeroporto atteso, annunciato, inaugurato spesso con tanto di foto e discorsi. Eppure non sono state previste infrastrutture che possano agevolare i viaggiatori. In tanti anni non si era pensato che ce ne fosse bisogno. Era troppo prevedere strade a doppia corsia collegate a tangenziale e autostrada per muoversi da e per l’aeroporto? Era troppo prevedere (e realizzare nei tempi giusti), una linea ferroviaria collegata alla “metropolitana”? Oggi pare che la metro sarà prolungata fino all’aeroporto, ma siamo ancora nella fase preistorica delle gare di appalto, con tempi prevedibilmente lunghissimi. Si dice 2026, ma visti i precedenti lasciateci dubitare, passeranno parecchi anni per godere di questa opera. Salerno è troppo spesso, quindi, una città contraddistinta dalle cose fatte a metà. Vogliamo dire di Piazza della Libertà? A distanza di anni e dopo tante polemiche, chiacchiere e aspettative, non ha trovato ancora un orizzonte di significato, una propria “ragione di vita. Diciamolo chiaramente, non si sa cosa farne, ed infatti viene utilizzata poco, destinando le poche iniziative culturali o turistiche in altre zone, persino alla Stazione Marittima, nata per fare ben altro. Intanto i tanto decantati locali di lusso e i negozi di note griffe che dovevano dare un senso al sotto piazza sono per il momento dei locali abbandonati. Chi aveva studiato la cosa, chi aveva fatto le previsioni? Che cosa è successo? Perché è tutto fermo e della piazza non si sa cosa farne?L’idea generale che si ricava da questi esempi è quella di una città che non realizza mai quanto mette ambiziosamente in cantiere. Esaurita la fase delle inaugurazioni, degli annunci, delle interviste e dei titoli di giornale, tutto finisce lì. E per favore, non si alzi qualche buontempone a dirci che non ci sono i soldi. Le opere si progettano perché si possano realizzare e si possano tenere in piedi, stanziando i fondi per tutto quello che serve, manutenzione compresa. Non si può costruire un giardino e poi meravigliarsi se gli alberi muoiano perché non ne era stata prevista la loro cura o qualcuno che li potasse e li innaffiasse. A noi una città che fa le cose a metà non piace e non piacerà mai!

1 Comment

    Buon giorno Alessandro,
    Ho letto con attenzione il tuo articolo e rimango stupito da quello che scrivi? Vivi a Salerno da una vita praticamente e non ti sei mai accorto di queste opere realizzate a metà? Non ti sei mai accorto di opere mai realizzate? Eppure per la tua fede politica, per anni hai appoggiato Yeswecienz e compagni? Come mai, solo ora, metti alla luce i misfatti di questi amministratori incompetenti e menefreghisti?
    Come avete potuto appoggiare candidature di simili individui ?
    È anche colpa vostra se Salerno è peggiorata!
    Non me ne volere… un caro Saluto
    Maurizio Galdi

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