di Fabio Setta
Un ragazzo di Salerno trasforma un incidente in occasione di crescita e diventa il primo personal trainer online d’Europa, cambiando la vita a migliaia di persone. È questa la storia di Ivan Matteo Pederbelli, protagonista della docufiction “Ivan del mare” che sarà proiettata questa sera alle 20 alla Sal Pasolini in occasione della 75^ edizione del Festival Internazionale del Cinema di Salerno. Ivan cresce tra il porto, il nonno è il fanalista del faro, e le piazze di Salerno. È immerso nel modo di vivere “all’italiana”, con una famiglia fortemente radicata. E sulle piazze della città inizia a giocare a calcio raggiungendo presto un buon livello agonistico, giocando con la Salernitana e la Cavese. Il calcio è la sua unica ragione di vita. Ma a 19 anni accade un brutto incidente in campo che lo porta vicino alla paralisi: “A 19 anni ero su un letto d’ospedale con la parte destra del corpo paralizzata e i medici mi dissero che di una cosa erano certi: non avrei mai più potuto muovere il mio corpo”. Trova la forza di reagire e lavora su sé stesso fino a tornare a fare attività fisica. In questo percorso capisce il suo segreto del cuore: “In quel momento ho capito che le parti più importanti del corpo sono la mente e il cuore e nessuno a parte te stesso può decidere cosa potrai fare e chi diventerai. Tutto è possibile se ci credi veramente e soprattutto nessun problema è così grande da non poterlo risolvere.” Ivan decide così d’iniziare il suo percorso nel mondo del fitness. Tra gli alti e bassi della vita ha una visione che si fa sempre più chiara, Ivan crea così IMP, Impossible Meets Possible e sbarca nel web, inventando i percorsi come personal trainer online. In poco tempo raggiunge milioni di persone in tutta Europa. Proprio Ivan racconta come è nata l’idea della docufiction girata dalla regista Lia Giovanazzi Beltrami e prodotta da Aurora Vision: “Ancora non mi sto rendendo conto di quello che è stato creato e di essere qui a raccontare il tutto. Di sicuro da un’intuizione della registra Lia Giovanazzi Beltrami che ho conosciuto essendo il suo personal trainer e coach on Line. Tutto è nato dal momento dell’incontro con lei che è stata prima mia cliente. Poi man mano che il suo percorso fisico prendesse forma e risultati mi faceva tante domande su chi ero, cosa facevo, il perché lo facessi e quale fosse la mia missione. Ricordo ancora il giorno che durante un incontro on Line mi disse:” Ivan ma hai pensato a raccontare chi sei?”. Ed io:” in che senso”. Da lì sono passati ben 8 mesi di incontri e colloqui dove lei si appuntava tutto e poi mi comunico che con la sua società di produzione cinematografica Aurora Vision avesse preso la decisione di realizzare la docufiction su di me”. Da personal trainer ad attore non è stato un passo facile: “E’ stata un’esperienza unica nel suo genere, molto intensa e ricca di emozioni e tanto impegno. Non è stato facile perché il mio lavoro è quello di allenare le persone. Non sono nato attore, quindi molte volte mi trovavo in difficoltà, ma tutto lo staff mi ha aiutato passo dopo passo”. Il messaggio della docufiction è un invito alla speranza, a non arrendersi mai: “Il messaggio che mi auguro possa arrivare a chi guarderà il film è che la vita è un libro da scrivere con tanto amore e voglia di scoprirsi. Non bisogna mollare mai perché dalle difficoltà e dagli ostacoli che la vita ci mette davanti, possiamo vivere qualcosa di magico una volta superati. Voglio dare alle persone la voglia di amarsi e di farlo attraverso lo sport, perché il movimento è vita. La mia missione è proprio questa: rendere possibile ciò che le persone pensano impossibile, attraverso lo sport, l’attività fisica e la giusta mentalità”. Per un salernitano doc, l’appuntamento di questa sera non può che essere foriero di grande emozione: “Un’emozione unica e dico grazie al festival che mi sta dando la possibile di far conoscere un figlio di Salerno che dopo aver girato l’Italia intera ha la possibilità di mandare il suo messaggio e la sua voglia di fare, grazie a questa opportunità. Salerno per me è amore eterno ed ho sempre sognato di poter far qualcosa per la mia città e con la mia città. Sono orgoglioso di essere salernitano e di poterlo fare grazie a questa esperienza. Per questo motivo voglio ringraziare tutti coloro i quali non hanno mai creduto in me e che non credevano nel mio potenziale e che, invece, grazie a loro sono stato avvicinato da chi ha visto in me qualcosa di speciale”.