di Monica De Santis
Dici Stefano Fresi e subito pensi al simpaticissimo compositore, musicista, cantante, attore e perchè no, anche “improvvisato” ballerino… “Vanto in passato di aver fatto degli spettacoli con Don Lurio, ma ballerino, proprio no, ho fatto qualche saltello montato da qualche coreografo, nulla di più”. Dici Stefano Fresi e pensi subito ad un personaggio fuori dagli schemi, sensibile e scanzonato, capace di conquistarti con poco, con uno sguardo, con una battuta, con un sorriso. Lui che oggi alle 19,30 sarà a Bellizzi ospite del Premio Fabula… “Sono davvero molto felice di presentarsi al cospetto dei giovani affabulatori e creativi e confido nelle loro domande intelligenti. E’ importante il confronto con le giovani generazioni, con le menti fresche che hanno voglia di scoprire questo mestiere, questa vita e questo mondo”.
Possiamo dire che Stefano Fresi è un artista davvero poliedrico?
“Ma non lo so, mi diverto a fare tutto quello che mi va. Certo è che non mi annoio, faccio tante cose. Credo tutte interconnesse tra di loro. Ma sono tutte cose che mi piace fare davvero e che mi divertono, perchè poi il segreto è tutto qui, nel fare sempre quello che ti diverte, che ti piace”.
Michele Placido l’ha voluta per interpretare il “Secco” in “Romanzo Criminale” come è avvenuto l’incontro con Placido e come si è calato nei panni di questo personaggio che è l’esatto opposto di “Rosalbo” di “Un medico in famiglia”?
“Diciamo che era un truffaldino anche Rosalbo, perché era arrivato a Poggiofiorito con l’intenzione di fregarsi l’agenzia dello zio e della zia, però era un livello di delinquenza molto diverso. L’incontro con Michele Placido è stato casuale, ero al Globe Theatre, oggi Teatro Gigi Proietti con lo spettacolo “I tre moschettieri” dove nelle vestiti di Dartagnan c’era un giovane Riccardo Scamarcio, Placido venne a vedere lui per il ruolo del Nero, e vide anche me e mi propose il ruolo del Secco. Ricordo che mi disse di andare il martedì successivo a fare il provino. Ma in realtà non l’ho mai fatto, mi dette direttamente il copione e mi disse tu fai il Secco che è il contabile della banda, ci inventiamo che come copertura sei un cantante di piano bar e così mi sono calato nei panni di questo personaggio studiandomi un po’ l’epoca e gli avvenimenti, ma soprattutto affidandomi alle mani e al cervello sapientissimo di Michele Placido, che mi ha guidato proprio come un papà, perchè era la mia prima esperienza su un set cinematografico”.
“Un medico in famiglia”, “Romanzo Criminale” e poi il successo con “Smetto quando voglio” al cinema. Cosa preferisce il cinema o la TV?
“Tra cinema e televisione, il cinema. Però la domanda vera è tra cinema e teatro cosa preferisco e qui ti dico il teatro, che è il mondo che preferisco, perchè amo il contatto diretto con il pubblico”. Ora è il momento di scegliere. Come sceglie tra le diverse proposte? Si è mai pentito di aver detto no a qualcuno e per cosa? “No, devo dire che ho avuto la fortuna di non aver detto no a dei progetti che poi ho visto realizzati ed erano bellissimi. Ho detto dei no a delle cose che poi quando l’ho visto mi sono detto meno male che ho detto no”. Lei è stato anche Salvatore ne’ la miniserie Il Nome della Rosa, come ha approcciato quell’indimenticabile personaggio? “Partiamo dal presupposto che ero e sono innamorato perso del libro, che ho letto due volte, conosco tutti i dettagli del libro ed il mio personaggio preferito è sempre stato Salvatore. E tutto avrei pensato nella vita meno di andare un giorno ad interpretarlo, poi girato da Giacomo Battiato è stato davvero incredibile, con quel cast intorno. Un emozione che non si può descrivere”.
Nella sua carriera ci sarà stato pure qualche momento non troppo facile?
“Gli inizi, la gavetta, quando vivi nella precarietà, dove lavori due mesi su dodici e sono difficoltà che possono durare anche tutta la vita, perchè può capitare che fai per tutta la vita l’attore senza avere mai grandissime conferme. Le difficoltà che ho adesso invece sono tra la scelta di un progetto ed un altro che francamente è una difficoltà che auguro a qualsiasi collega perchè non è certo una difficoltà pesante, al contrario è un privilegio”
Se potesse scegliere una canzone che descriva il punto in cui si trova la sua vita in questo momento quale sceglierebbe?
“Ne me quitte pas (Non andare via) di Jacques Brel, perchè spero che tutto quello che c’è adesso rimanga”
Progetti per il futuro?
“Sono tanti, alcuni non li posso dire. Posso dire che gennaio a Roma debutterò in teatro con uno spettacolo in omaggio al Quartetto Cetra, poi ci sarà la tournée per l’Italia e tra marzo ed aprile dovremmo essere anche in Campania”.