Gravemente intossicati dal monossido di carbonio e salvati dal personale della Camera iperbarica del San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona. Ci sono volute cinque ore e mezzo di lavoro nella Camera iperbarica per portare fuori pericolo di vita una mamma ed un papà bulgari e la loro bambina di un anno. Proprio le condizioni della piccola avevano destato maggiori preoccupazioni nel personale medico, tanto che la bambina è tuttora ricoverata presso il reparto di pediatria del Ruggi. Un intossicamento causato dalle esalazioni di monossido di carbonio sprigionatesi, alle luci dell’alba di ieri, da una stufetta malfunzionante che si trova nel piccolo appartamento di fortuna della famigliola bulgara ad Eboli. Immediatamente soccorsi, genitori e bambina sono stati trasportati dapprima presso l’ospedale Maria Santissima Addolorata di Eboli dove, però, non erano presenti apparecchiature adatte ad affrontare l’emergenza in corso. Per questo motivo, da Eboli è stato allertato il Ruggi, dove i tre sono stati prontamente trasportati per essere sottoposti a trattamento nella Camera iperbarica del nosocomio cittadino. Dopo gl’interventi, durati circa cinque ore e mezzo, i giovanissimi genitori sono stati nuovamente riportati presso l’ospedale ebolitano, mentre la bambina, per la quale si era provato anche un ricovero al Santobono di Napoli perché la struttura salernitana aveva inizialmente difficoltà nell’affrontare la grossa emergenza, è stata trattenuta nel reparto pediatrico del Ruggi per accertamenti e per monitorare il suo quadro clinico. Insomma, nonostante sia a serio rischio chiusura per via della situazione di creditore della ditta che la gestisce, che potrebbe non aver più la forza di tenere aperta la Camera iperbarica, la struttura, il cui responsabile è Dante Lopardo, segna l’ennesimo successo salvavita. Un successo che arriva comunque in una situazione di difficoltà per la struttura che avrebbe bisogno di un potenziamento, come sottolineato dal sindacalista del Sapmi, Carmine De Chiaro: «Pochi giorni fa abbiamo denunciato il rischio di chiusura della Camera iperbarica per tutta una serie di motivi – afferma – Mentre l’azienda resta immobile dinanzi alle necessità delle strutture e in particolare di questa, medici bravi e un po’ di buona sorte, consentono di salvare la vita alle persone, mentre le attività funzionali e di programmazione sono ferme al palo. Qui si continua a dimenticare il rischio esistente e sempre più imminente di chiusura di una struttura nella quale, nella giornata di ieri, è stata salvata la vita a tre persone. C’è bisogno di chiarezza, di interventi di potenziamento della struttura, di una nuova gara per l’affidamento del servizio di gestione per evitare di portare a morte certa la Camera iperbarica del Ruggi di Salerno».
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