di Andrea Pellegrino
Tra Intertrade e Si impresa il matrimonio non s’ha da fare. Ieri mattina la delibera della cessione del ramo d’impresa all’azienda partenopea è stata ritirata ed ora dovrà essere annullata dalla giunta camerale. Ma a bloccare l’intesa pare che non siano state le polemiche interne al consiglio camerale, bensì lo stop giunto direttamente da Napoli. I vertici di “Si impresa”, infatti, avrebbero comunicato al presidente Andrea Prete la volontà di abbandonare l’accorpamento con l’azienda speciale salernitana, per “condizioni poco vantaggiose”. Così per l’Intertrade non ci sarà nessuna fusione con i cugini napoletani. L’operazione era stata osteggiata dalla Confcommercio che attraverso Sabatino Senatore aveva diffidato i vertici della Camera di Commercio a procedere alla cessione, avvisando anche la Corte dei Conti. L’operazione, infatti, prevedeva un contributo di 231mila euro per dieci anni a favore della “Si impresa”. Questo a fronte anche dei cinque dipendenti dell’azienda speciale in liquidazione da assorbire. Fermo restando il debito accumulato dalla Intertrade, finita nell’occhio della Procura della Repubblica di Salerno, di cui, a prescindere, dovrà farsi carico il bilancio della Camera di Commercio. Ma al di là delle polemiche che hanno acceso il clima all’interno degli organismi camerali salernitani, la parola fine sarebbe stata messa direttamente da Napoli. Ora resta in piedi il problema di cinque dipendenti che rischierebbero il licenziamento, considerata l’impossibilità di assorbimento nei ruoli del personale della Camera di Commercio. La proposta sarebbe quella ora di chiedere un parere al Ministero dello Sviluppo Economico, anche per attivare eventuali ammortizzatori sociali. Da parte di Andrea Prete la volontà di salvare i cinque posti di lavoro. Intanto arriva la soddisfazione della Confcommercio per il provvedimento adottato da Andrea Prete: “Soddisfatti per la decisione del presidente che revocherà la delibera del 25 gennaio scorso – si legge in una nota – in quella seduta di Giunta soltanto il Consigliere Sabatino Senatore in rappresentanza di Confcommercio, aveva espresso parere negativo. Di fronte all’approvazione, Senatore si era visto costretto a presentare esposto alla Corte dei Conti. “La Dea bendata – ha dichiarato il presidente provinciale Marone – ha ancora una volta strizzato l’occhio al presidente Prete facendogli recapitare, con tempestività miracolosa, una pec di SI Impresa Napoli, che di fatto ha snobbato e rifiutato i 2 milioni e mezzo di euro”. “Credo – ha concluso Marone – che con un po’ di buon gusto, sarebbe il caso di far calare silenzio su questa storia di ordinaria follia abbiamo avuto il coraggio e la forza di denunciare”.