Una sentenza esemplare: durissima. Ha abusato sessualmente delle sue allieve. Si è concluso ieri il primo grado di giudizio per Gennaro Russo, l’ ex allenatore della squadra di calcio femminile “Magna Grecia”. La sentenza emessa ieri dalla terza sezione penale del tribunale di Salerno, presidente Cristina De Luca, ha comminato nove anni di reclusione ed oltre centomila euro di risarcimento per le vittime e le loro famiglie, all’ ex allenatore della squadra femminile di calcio “Magna Grecia” Gennaro Russo. Con tutte le interdizioni previste dalla legge per questi tipo di reato sessuale e una provvisionale immediatamente esecutiva. .La vicenda iniziata con la richiesta di rinvio a giudizio da parte del pubblico ministero Paternoster, ed accolta dal Gip Dolores Zarone lo scorso anno, ha visto l’allenatore accusato di violenza sessuale doppia e una tentata con l’aggravante della recidiva. Ieri l’allenatore, assistito dagli avvocati Cardiello e Toriello, è stato condannato per aver abusato sessualmente di tre delle sue allieve, tra il 2012 e il 2013 quando le giovani calciatrici erano poco più che quindicenni. Le baby calciatrici costituitesi parti civili nel processo, assistite dagli avvocati Mariano Salvio e Civita, nel corso del lungo processo hanno deposto circa gli accaduti che vedevano il loro mister renderle protagoniste di approcci spinti ed avances, sino all’episodio culminante, che avrebbe convinto le tre vittime a raccontare tutto agli inquirenti, che si verificò nel maggio del 2013 quando una delle tre è stata costretta a subire un rapporto completo. A completamento del quadro probatorio che ha portato alla sentenza di ieri, vi sono anche le intercettazioni telefoniche tra il Russo e le giovani atlete, che vennero eseguite dai carabinieri nella fase di indagine. In particolare decisiva la registrazione della conversazione tra ragazza che ha subito violenza ed il mister della squadra di calcio femminile Magna Grecia “Quegli approcci quando restavamo soli”. L’allenatore si è sempre dichiarato innocente e vittima di un complotto. Cala quindi il sipario , almeno per il momento, su questa scabrosa vicenda che nulla avrebbe mai dovuto centrare con lo sport ma che purtroppo ha scosso e non poco il mondo del calcio a 5.
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