di Erika Noschese
Scappare dalla guerra per vivere un vero e proprio inferno. Lo sa bene Fessus Aruna, meglio conosciuto in città come Adam, il 30enne nigeriano che lo scorso 6 agosto è stato espulso dal territorio salernitano dopo essere stato beccato dalle forze dell’ordine intento a farsi una doccia nudo in via General Clark. Quel giorno, numerose sono state le segnalazioni alle forze dell’ordine che, giunte sul posto, hanno tratto in arresto il 30enne, forse inconsapevoli dei gravi disturbi psichici di cui soffre da sempre, ma sicuramente peggiorati dopo l’esperienza in Libia, di cui ancora oggi ne porta i segni sul corpo, a causa delle torture subite. «Adam non è cattivo, non farebbe del male a nessuno ma ha problemi psichici e va aiutato», ha dichiarato Rossano Braca, presidente dell’associazione Venite Libenter, che ha conosciuto il giovane poco dopo il suo arrivo a Salerno. Del 30enne nigeriano si sa poco e nulla, è arrivato in città con uno sbarco ma per i volontari è stato necessario ricostruire la sua identità. Adam è stato anche ricoverato presso il reparto di psichiatria del Ruggi d’Aragona, è stato accudito dai volontari dell’associazione Venite Libenter, della Caritas, di Marea ma sempre con estrema diffidenza da parte del Nigeriano che, in più occasioni, ha dimostrato di non riuscire a fidarsi di nessuno. «Quando gli lasciava i pasti mi faceva capire che dovevo prima assaggiarlo io, temeva per la sua vita». Il giovane non parla, resta da capire se si tratta di mutismo duraturo o meno. Presso il Cpr di Bari è stato assistito dall’avvocato Serena Zicari ma anche in questo caso non ha proferito parola, limitandosi a cenni con la testa, spesso però senza logica. Non parla il francese nè l’inglese solo un dialetto della Nigeria. «Siamo riusciti a ricostruire, seppur in minima parte, la sua storia grazie ad un ragazzo ospite della sede di via dei Carrari, unico in grado di parlare il suo dialetto. Per dimostrare al giudice la sua infermità mentale a Salerno si è creata una vera e propria rete anche grazie all’aiuto del professore universitario Gennaro Avallone e di Antonio Bonifacio dell’Ufficio Migrantes Arcidiocesi Salerno Campagna Acerno che hanno raccolto tutta la documentazione necessaria per permettere all’avvocato Zicari di chiedere una proroga, poi disposta dal giudice del centro per il rimpatrio di Bario. Tra pochi giorni Adam lascerà la stanza blindata in cui ha vissuto queste settimane e sarà trasferito a Salerno, ospite dei volontari che seguiranno il giovane nigeriano. Sul suo capo, ora, pende un decreto di espulsione. Il 30enne, infatti, entro 7 giorni dovrà lasciare volontariamente il territorio italiano. Decreto che la Zicari proverà ad impugnare, dimostrando al giudice che ha bisogno di cure e di essere preso in carico da un’associazione che si occuperà di lui, permettendogli di fare tutte le visite mediche necessarie. Ad aiutare l’avvocato di Bari il legale dell’associazione Venite Libenter Rossella Riccio che si è occupata di trasmettere alla sua collega tutti gli incartamenti necessari. Anche presso la struttura di Bari, Aruna non avrebbe proferito parola se non in casi eccezionali ma nessuno, ad oggi, sa molto di lui o delle torture subite in Libia. Intanto, a Salerno, la rete c’è. Adam ce la può fare, ce la farà anche grazie ai volontari che si sono presi curi di lui, fin dal primo giorno senza lasciarlo mai solo.