La lettera di dodici pagine che ha gettato nel panico insospettabili casalinghe, dipendenti pubbliche (che pare per incontrarsi con lui abbandonavano ingiustificatamente anche il posto di lavoro) e professioniste riportando le copie dei messaggi scambiati via social con un noto imprenditore riguardo incontri a luci rosse “per arrotondare”, non finisce di stupire. L’aspetto “godereccio o hard” della lettera sembra nascondere ben altri affari raccontati fin nei minimi dettagli nelle parti finali della lettera come quella, per esempio, dei terreni agricoli trasformati in edificabili prima che si realizzasse il Puc di Castel San Giorgio grazie alla mediazione del padre di un consigliere comunale che non fa mistero di scrivere all’imprenditore di essersi recato più volte dal sindaco di Castel San Giorgio, Paola Lanzara, insieme ad altri due personaggi che nei messaggi vengono identificati come Franco e Alessandro. Lo stesso imprenditore, che sembra essere vicino ad ambienti di destra, ma non disdegnerebbe di fare affari con ambienti di sinistra, sull’asse Agro Nocerino- Vietri sul Mare, viene tacciato di avere stretti rapporti con clan camorristici di spessore tra Pagani e Sant’Egidio del Monte Albino. Ma non finisce qui. Sempre nella lettera, inviata anche ai carabinieri, alla Procura, ai sindaci di Castel San Giorgio, Roccapiemonte, Nocera Superiore, Vietri sul Mare, si parla anche di un deposito di gasolio in località Trivio di Castel San Giorgio, dove arriverebbe nafta di dubbia provenienza rivenduta poi a prezzi stracciati a piccole aziende del territorio lucrando fior di euro esentasse. E non finisce ancora qui. Sempre stando alla lettera, ma la cosa potrebbe essere facilmente riscontrabile da parte della guardia di finanza o dalla polizia giudiziaria, alcune aziende che
facevano capo direttamente all’imprenditore sembra siano state rivendute a personaggi romeni mentre altre beneficiano di prestanomi a loro volta nel passato sospettati di fatti che direttamente o indirettamente avrebbero a che fare con incendi di auto sia a Castel San Giorgio che a Nocera Superiore. Insomma, se anche una minima parte del contenuto della lettera fosse vero si rischierebbe un vero e proprio terremoto politico-affaristico di proporzioni gigantesche capace di diventare un caso nazionale. La singolarità delle dodici pagine di cui è composta la lettera accredita alla stessa una specie di veridicità. Nelle pagine della lettera, infatti, sono riportati gli screenshot e le foto dei messaggi intercorsi tra l’imprenditore e i suoi interlocutori, maschi e femmine. Come si può negare una simile evidenza? Non solo. Sono riportati anche i numeri di telefono, tutti veri all’epoca della lettera. Quindi è facile pensare che il telefono dell’imprenditore o dei suoi interlocutori siano stati per ore nelle mani di persone diverse che ne hanno approfittato per fotografare i messaggi e poi utilizzarli. Una cosa è certa. Se fosse così l’imprenditore avrebbe commesso una grande leggerezza. Una leggerezza che per quello che sta venendo fuori rischia di far crollare l’intero castello.