Fra frodi fiscali e caporalato, si arriva fino a Salerno. Secondo le accuse agiva il “presidente” Giovanni Attanasio, con dimestichezza e spregiudicatezza, dentro l’universo della logistica e dei grandi spedizionieri d’Italia. Un mercato da 130 miliardi di euro all’anno in continua espansione nell’economia digitale dell’e-commerce. I Pmdi Milano, Paolo Storari e Valentina Mondovì, hanno individuato ancora una volta le srl e le coop amministrate (di fatto) dal 64enne di Pontecagnano Faiano e, di diritto, dalle figlie Ivana e Alessia o da altri soggetti, dentro l’infinita filiera di appalti “fittizi” riconducibile ad Amazon Italia Transport, filiale italiana della multinazionale che si occupa di consegne dell’ultimo miglio raggiunta da un decreto di sequestro preventivo d’urgenza da 121 milioni di euro ora al vaglio del gip di Milano, Luca Milani. A cui è stato chiesto anche di vietare la pubblicità per un anno . La Natana.Doc di Vicenza, la Calenda srl di Piacenza, l’agenzia interinale fallita Lavoro.Doc di Salerno. Ecco la girandola di nomi delle aziende di Attanasio. Tra i clienti la multinazionale americana ma non solo: GLS e SDA-Poste Italiane e altre, il 64enne era ambito tra i provider di servizi per la logistica nel nord Italia. Per la sua capacità di recapitare manodopera a domicilio anche nei momenti più difficili, trattative al telefono con i capi del personale di aziende miliardarie, risolvere i conflitti sindacali con pragmatismo e pugno di ferro. Durante la sua gestione dell’appalto alla GLS di Piacenza, il 16 settembre 2016 il facchino Ahmed Abdel Salam è stato investito e ucciso da un camionista mentre partecipava a una manifestazione di protesta. E’ grazie a quelle aziende che l’imprenditore garantiva “prezzi competitivi” da offrire sul mercato. Secondo gli investigatori grazie all’uso “sistematico” di “illeciti fiscali”. I dati elaborati dal Nucleo di polizia economico finanziaria della gdf di Milano fotografano, per il solo biennio 2017-19 al servizio di Amazon, che le tre società hanno accumulato debiti contributivi per circa 27 milioni di euro. Sono i mesi in cui non solo gli inquirenti di Milano danno la caccia al “presidente”. Da aprile 2024 Attanasio è indagato dalla Procura di Modena per caporalato nell’ambito della maxi inchiesta sulla gang ‘AK-47’, una banda di lavoratori pakistani del settore logistico che tra Carpi, Piacenza, Mantova e Brescia avrebbe messo in piedi un’associazione a delinquere per creare un “regime di sopraffazione retributivo e trattamentale” dentro le aziende del 64enne. In 18 sono finiti in carcere su ordine del gip di Modena, Carolina Clò, con accuse a vario titolo di tentato omicidio, estorsioni, lesioni e minacce. Per l’imprenditore e una sua dipendente non sono state chieste misure cautelari ma dalle carte emerge come l’uomo fosse in costante contatto con i leader della gang, abbia impiegato lavoratori migranti in “condizioni di sfruttamento” con l’uso di “violenza e minaccia” e, almeno in un’occasione, assistito al “pestaggio” in gruppo di un lavoratore dissenziente all’interno di un hub senza battere ciglio. Dal 18 giugno scorso Attanasio si trova ai domiciliari, assieme a due collaboratori, su disposizione del gip di Salerno che gli ha sequestrato anche 6 milioni di euro con le ipotesi di bancarotta fraudolenta, bancarotta preferenziale e omesso versamento di ritenute per il fallimento della Lavoro.Doc. La Procura di Salerno guidata da Giuseppe Borrelli ha spiccato avvisi di garanzia anche nei confronti delle figlie. A fine maggio è stata invece la Corte di Cassazione a confermare nei confronti di Attanasio il sequestro cautelare di 43 milioni di euro disposto a febbraio dal tribunale del riesame di Salerno per una maxi frode fiscale con false fatture da 175 milioni fra 2013-2019. Cifre che si sommano ai 34 milioni sequestrati a dicembre 2023. Nell’estate 2022 era stata la Procura di Vicenza, guidata da Giorgio Lino Bruno, a chiedere e ottenere un sequestro milionario nei confronti di aziende del “presidente”. O almeno così lo chiamano lavoratori e sindacalisti nelle intercettazioni telefoniche agli atti degli uffici giudiziari di mezza Italia. In realtà Attanasio, da tempo, non ricopre alcuna carica societaria. Almeno da quando la Prefettura di Vicenza ha spiccato interdittive antimafia per presunti “rapporti” con “alcuni gruppi camorristici operanti in provincia di Salerno”, mai dimostrati in tribunale. Come è noto nell’inchiesta Amazon è coinvolta anche la Salerno trasporti di Salerno.
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