di Erika Noschese
La presunta incandidabilità dell’avvocato Cecchino Cacciatore avrebbe avuto un riscontro anche da parte del presidente e del segretario della commissione. Lo annuncia “Avvocatura Indipendente” che vede a capo l’avvocato amministrativista Oreste Agosto che ha sollevato il caso. L’avvocato Cacciatore sarebbe incandidabile perché avrebbe violato la legge numero 180/2003, in quanto “gli avvocati componenti della commissione e delle sottocommissioni non possono candidarsi ai rispettivi consigli dell’ordine alle elezioni immediatamente successive all’incarico ricoperto”. Di fatti, il presidente e il segretario della commissione avrebbero riscontrato la contestazione di “Avvocatura Indipendente” secondo cui “quanto alla posizione dell’avvocato Cecchino Cacciatore si rinvia alle motivazioni contenute nel verbale di ammissione dei candidati atteso che, ai sensi della legge 113/2017, la commissione elettorale ha proceduto alla verifica delle candidature nel rispetto delle disposizioni di cui agli artt. 3 e 8 della legge. Si ritiene pertanto che, Cecchino Cacciatore risulta legittimamente ammesso alla competizione elettorale”. Tale risposta conferma quanto denunciato da Avvocatura Indipendente. La legge 180/2003 sulla incandidabilità non è stata affatto considerata dalla Commissione. Secondo Avvocatura Indipendente, la commissione avrebbe violato l’articolo 9 della legge 113/2017, il quale dispone tassativamente che “La commissione elettorale procede alla verifica delle candidature nonche’ del rispetto delle disposizioni di cui agli articoli 3 e 8 della presente legge”.”La nota di riscontro della conferma della ammissione dell’avvocato, è illegittima perché proveniente da soggetti singoli e non dalla intera commissione che per legge è l’unica legittimata alla verifica della ammissione, non convocata per riscontrare il nostro rilievo”, ha dichiarato Agosto.