In cielo sulle note della banda - Le Cronache
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In cielo sulle note della banda

In cielo sulle note della banda

Diverse generazioni di flautisti e musicisti si sono rincontrate e hanno suonato insieme per il M° Domenico Giordano. Sul sagrato della chiesa lo Storico Gran Complesso Bandistico “Città di Salerno” ha chiuso la cerimonia eseguendo l’Intermezzo della Cavalleria Rusticana, la Marcia brillante “Amici veri” e “Giocondità”, secondo la volontà del maestro.

 

Di Olga Chieffi

Ieri mattina nella chiesa di San Giuseppe Lavoratore abbiamo dato l’estremo saluto alle spoglie mortali del M° Domenico Giordano, concertista e docente generosissimo, la cui scomparsa ha riunito la sua grande famiglia musicale. Il Maestro ha il dono dell’immortalità poiché in ogni allievo ha immesso una sua scintilla, che sarà trasmessa, donata da loro a quanti giovani riusciranno a conquistare al flauto, alla musica, al teatro, alla cultura, alla vita, facendo, così, rivivere il proprio méntore. Il ricordo è la trasmissione del sapere, la memoria è tempo, sono luoghi, ricordi, esperienze, relazioni in cui ogni persona ha conosciuto sé e riconosciuto gli altri. Così, la chiesa si è ritrovata piena di suoni, di parole, non solo i flauti di allievi storici, oggi docenti quali Mauro Navarra e Domenico Farina e ancora Vincenzo Scannapieco, Pasquale Occhinegro, Simone Mingo e Rosa Mozzillo in quartetto, che hanno eseguito l’Aria dalla Suite per orchestra in re maggiore n. 3 BWV 1068 e la Pavane in Fa Diesis minore op.50 di Gabriel Fauré, dalla suasiva cantabilità, i quali su di un ponte di note hanno unito la scuola del Maestro, nell’intenzione della lettura di pagine in cui i sei esecutori si sono posti in difesa della bellezza e dell’essenza armonica, riaffermando i principi del metodo, di una recherche che viene da lontano, che ha attraversato più di un cinquantennio e continuerà attraverso le nuove generazioni di flautisti, poiché le linee guida di Mimmo Giordano si sono perfettamente fuse nella coscienza artistica di ognuno di noi. L’uomo? Era pari al musicista. Lo dimostra l’aneddoto del collega Tonino Senatore, il quale ritrovatosi con una chiave del suo flauto fuori uso alla vigilia del diploma, ha eseguito l’intero programma sullo strumento dell’amico Mimmo. Aneddoti, esperienze, gite, tavolate, punizioni, incoraggiamenti hanno fatto rivivere l’ Uomo, nel ricordo e nell’insegnamento, che diviene così dipartimento di ogni pensiero che, per essere se stesso deve discernere, giudicare, orientarsi, criticare e che oggi, torna a restituire qualcosa di una drammaturgia segreta, nella quale cominciano ad annodarsi rapporti empatici, nascite, emozioni, che porteranno, in futuro, tutti a fare parte della scena, nel segno di Mimmo Giordano. La commozione si è toccata ieri quasi con mano tra amici, colleghi, musicisti, la famiglia con la Signora Nunzia, Francesco, Graziano e Annalisa, quando un vero e proprio deus ex-machina si è allineato sul sagrato: la banda. La formazione era quella dello Storico Gran Complesso Bandistico “Città di Salerno”, fondata dallo stesso Maestro, le cui insegne sono state consegnate a Rosario Barbarulo. Tra le ultime parole di Domenico Giordano, una richiesta, due titoli: l’Intermezzo di Cavalleria Rusticana e una delle marcie più amate di Vincenzo Cammarano “Amici veri”. Per gli strumentisti a fiato salernitani la banda è un mito, mai immemori della celebrata formazione dell’ Orfanotrofio Umberto I che era il simbolo musicale di ogni evento e, naturalmente, ricordo che quando annunciò la fondazione di questa superlativa formazione, diretta dal M° Vincenzo Cammarano, oggi sul sagrato al seguito dell’amico, aleggiava a tre metri da terra. Così, il pathos si è allentato con la pagina di Mascagni, diretta da Luca Gaeta, capace di espandersi rinforzando, ondeggiando, come il vento e gli stessi sentimenti umani, per sciogliersi con “Amici Veri” e “Giocondità”, la marcia d’ordinanza della Polizia, che ha rasserenato gli animi e dissolto l’assemblea.