IlMonarca De Luca e la Sinistra che sbaglia - Le Cronache
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IlMonarca De Luca e la Sinistra che sbaglia

IlMonarca De Luca e la Sinistra che sbaglia

di Michelangelo Russo

L’uscita nei giorni scorsi del saggio “Il Monarca” edito dal Fatto Quotidiano, con chiaro riferimento al Governatore della Campania che campeggia a mezzo busto sulla copertina, è uno dei peggiori errori strategici e politici che una certa Sinistra di opposizione alla politica deluchiana potesse fare. Perché, al di là dei contenuti antologici dello scritto, pur interessanti, l’uscita del libro a pochi giorni dalle elezioni è un attacco illogico alla ragione; l’obiettivo palese, e perlomeno ardimentoso, è quello di delegittimare la figura del Governatore sperando, con malcelata soddisfazione, che una vittoria della Destra sia la vera tomba del potere “monarchico” trentennale deluchiano. Insomma, la logica del tanto peggio, tanto meglio. Ho una età notevole, ormai, che ha l’unico pregio del dono di una quantità di ricordi tale da poter vedere gli errori attuali attingendo alla profondità della memoria storica. La logica del tanto peggio tanto meglio era quell’infatuazione della Sinistra terroristica per l’esasperazione della legislazione repressiva che adottò la Repubblica Italiana a partire dal 1979, dopo l’uccisione di Moro. Lo Stato reazionario di Polizia era il traguardo vagheggiato dall’estremismo per giustificare, in un secondo momento, la reazione delle masse lavoratrici verso il conservatorismo di Destra, creando così le premesse per la rivoluzione proletaria. Un teorema folle che fu ostacolato proprio dal P.C.I. e dal sindacato, che ebbe nel 1979 il suo primo eroe in Guido Rossa, ucciso a Genova dalle Brigate Rosse. Il progetto del terrorismo di favorire l’ascesa della Destra fallì, ma nel piano politico la Sinistra subì comunque una disfatta durata un decennio, fino all’avvento di Tangentopoli.

La matrice comunque di Sinistra del terrorismo vanificò la lunga marcia dell’incontro tra le masse cattoliche della Democrazia Cristiana di Aldo Moro e quelle di ispirazione marxista del Partito Comunista di Enrico Berlinguer. La D.C. del dopo Moro privilegiò l’asse politico con il P.S.I. di Craxi, privando l’Italia di quelle riforme profonde che avrebbero evitato forse il diluvio dissolvente di Tangentopoli. E venne la Destra, che si riaffaccia oggi senza neppure il sorriso rassicurante da palcoscenico del Cavaliere. Ora, la piccola vicenda dei dissidenti di Sinistra salernitani ha dimostrato, con il calcolato tempismo editoriale del pamphlet “Il Monarca”, una visione della politica, alla vigilia di elezioni fondamentali per il futuro europeo dell’Italia, a livello di cospirazione di una lista civica di paese. Eppure, tra le firme dell’antologia predetta, non mancano nomi di prestigio assoluto. A parte il bravissimo Isaia Sales, che da anni persegue una linea antideluchiana, appare tra i “cospiratori” un nome di prestigio internazionale, quello del professore Aldo Schiavone. Ho tra le mani il suo ultimo libro, “L’Occidente e la nascita di una civiltà planetaria” (che invito a leggere), che conclude la lunga riflessione sul futuro di un mondo irreversibilmente occidentalizzato (compresa la Cina) con visione utopistica del viaggio dell’uomo verso l’infinito se questo Occidente globale non deborderà (come dicono preoccupanti segnali) verso “il diseguale, lo sbilanciamento dei poteri e la distruzione delle diversità; una deriva tale da delineare un ordine del mondo dominato dalla sopraffazione e dalla violenza”. E’ esattamente, questo, ciò che la Sinistra ha qualificato sempre come anima profonda della Destra. Questo timore di un mondo oligarchico e illiberale dominato dal pensiero reazionario è alla base degli incubi dei progressisti. La paura di un ritorno dell’ancien regime borbonico difronte agli eccessi rivoluzionari di Robespierre portò i moderati a mandarlo alla ghigliottina. Prudenza tardiva, perché già si erano aperte le porte per Napoleone. Ora, il professore emerito Aldo Schiavone bene conosce i meccanismi e le dinamiche della storia. Sa quindi che nel momento in cui si profilano scelte di campo, determinanti tra i valori fondanti della Sinistra e quelli della Destra, non si può azzannare chi ti marcia a fianco, gradito o meno che sia. Così, si finisce per lavorare per il Re di Prussia, proclamandosi repubblicani.

E questo lo sanno bene anche gli altri autori dell’antologia (che pur hanno argomenti legittimi di contestazione).

Adesso, stanno rischiando di comportarsi (con le dovute differenze) come “i compagni che sbagliano”, come fu bollato il terrorismo finanche dai Sindacati più radicali degli anni di piombo.

Michelangelo Russo.