Enza Fezza (Todis): Rischio razionamento della carne - Le Cronache
Attualità Pagani

Enza Fezza (Todis): Rischio razionamento della carne

Enza Fezza (Todis): Rischio razionamento della carne

Di Marco Visconti

 

«Oggi gli imprenditori sono di fronte a un ostacolo in cui non possono mettere in pratica le loro rispettive capacità». Enza Fezza, nota imprenditrice e consigliere di minoranza del Comune di Pagani, conosce bene quali sono gli ostacoli: rincari per l’energia e prodotti finiti. Il suo supermercato Todis ne risente molto di questi rincari ai quali non ci sono modi efficaci per fronteggiarli. Fezza proviene da una famiglia di commercianti, lei si mostra un’imprenditrice tenace: «Sono stata sempre pronta a superare gli ostacoli mettendo in pratica le mie capacità. Se una persona decide di fare l’imprenditrice è giusto incorrere nel rischio di impresa, allo stesso tempo occorre mettere in evidenza le proprie capacità per superare l’ostacolo. La mia attività commercializza i prodotti finiti che provengono dalle aziende, questi prodotti hanno subito un aumento di prezzo». Fezza fa alcuni esempi a riguardo dei rincari sulla materia prima: «L’olio di semi di girasole prima costava 1€ o 1,20€ al litro, oggi il prezzo è arrivato a 3€. L’aumento c’è stato anche per la pasta, i pelati, i complementari: i detersivi, la carta igienica, i tovaglioli. Il prezzo delle carni è aumentato. Qualche mese prima della guerra in Ucraina, c’è stata la malattia dei polli che ha causato la penuria di carne e contestualmente è aumentato il prezzo. Gli allevatori di bovini hanno difficoltà a garantire l’alimentazione per il proprio bestiame, perché manca il foraggio, per cui è aumentato anche il prezzo sulla carne bovina. Si dice che ci sarà un ulteriore rincaro nel mese di ottobre e novembre, perché molti allevatori stanno smettendo di lavorare, ciò significa che le carni mancheranno e quelle che sono disponibili incontreranno un importante aumento di prezzo. Si rischia di ritornare a consumare la carne una volta alla settimana. Noi utilizziamo le vaschette per metterci le carni che lavoriamo in laboratorio, ebbene le vaschette costavano 20€ o 25€ oggi il prezzo è di 45€ o 50€. La pellicola per avvolgere le vaschette aveva un costo di 30€ oggi è arrivato a 65€. Nel giro di 4 mesi ha avuto aumenti graduali dal 40% al 60%. Il pane è arrivato a più di 3€ al chilo. Il latte prima costava 1,20€ ora costa 1,80€. Se dovessi riversare i costi di gestione su questi prodotti chi li comprerebbe più? Dicono che l’aumento di prezzo di questi prodotti sia derivato dalla guerra in corso in Ucraina. Ciò lo posso anche capire, ma che c’entra la correlazione tra la guerra e il rincaro energetico?». All’inizio dell’anno scorso, spiega Fezza, è aumentato vertiginosamente il prezzo dell’energia elettrica: «Da gennaio a luglio c’è stato un aumento del doppio o quasi del triplo. Anche questo aumento è stato causato dalla guerra in Ucraina? Ho forte perplessità in merito. Io ho un’attività in funzione anche di notte. Noi spegniamo le luci, ma i frigoriferi sono attivi sempre, quindi il consumo che ho di giorno ce l’ho anche di notte. Dispongo di un contatore di 92 kilowatt, la potenza impegnata è 90 kilowatt. Mentre a gennaio dell’anno scorso pagavo 9.950,00€, nel mese di gennaio di quest’anno l’importo è stato di 11.960,00€. Nel mese di luglio dell’anno scorso pagavo 8.025,00€, nello stesso mese di quest’anno mi è arrivato un importo di 24.197,00€, praticamente la spesa è stata tre volte maggiore. I consumi energetici non cambiano, perché io non ho messo impianti in più. Il kilowatt l’anno scorso era di 0,18€ oggi è 0,43€. Da ottobre a oggi ho pagato quasi 70.000,00€ in più per i costi di energia. Con questo ritmo rischio di chiudere l’attività. Alcuni anni fa ci sono stati grossi vantaggi per i privati nel produrre energia pulita, poiché l’Unione Europea ha dato importati finanziamenti da investire per i pannelli fotovoltaici. Ammetto che il mio errore è stato di non aver usufruito di questi finanziamenti per ottenere “quasi gratis” i pannelli fotovoltaici. Ora le cose, purtroppo, sono cambiate. Ho fatto recentemente un preventivo sul fotovoltaico, un impianto sulla mia struttura si aggira intorno ai 100.000,00€/120.000,00€. Mi dicono se metto i pannelli solari forse ammortizzo il 40%, ma mi spaventa l’avverbio “forse”. Invece se coprissi l’intera somma della bolletta elettrica, dovrei far mettere un altro contatore dall’Enel. Quest’ultimo mi dice che occorre mettere la cabina elettrica se supero i 120 kilowatt. La cabina la costruisce l’Enel ma è a spese mie, ci vogliono altri 40.000,00€/50.000,00€. I rincari energetici, ovviamente, attanagliano anche le famiglie, quindi il cliente medio acquista lo stretto necessario nel mio supermercato. La pressione di queste spese portano anche ad alcune persone a commettere dei furti, ho registrato in quest’ultimo periodo un numero elevato di furti al Todis. Il governo parla di accise, dell’iva, sono ritocchi buoni perché l’imprenditore risparmia, ma i costi dei prodotti e i costi delle bollette sono triplicati. Se lo Stato dicesse, per esempio, che occorre resistere fino a gennaio, le cose cambierebbero. Ma non parla di quanto detto in precedenza. Il governo ha dato le dimissioni quando, invece, poteva prevenire questa situazione difficile sui rincari energetici. L’anima della nostra famiglia è il commercio, siamo da tre generazioni in questo campo, però se bisogna mettere a repentaglio i sacrifici di una famiglia allora si chiude». L’imprenditrice muove una sua idea per questa situazione difficile che stanno vivendo molti imprenditori: «La piccola e media impresa, che è il cuore del commercio da Roma in giù, non viene per niente tutelata dalle associazioni e istituzioni. Questo è un malessere che unisce me e tanti altri imprenditori. Io proporrei una protesta di massa che si tradurrebbe nella chiusura delle attività».