di Monica De Santis
“Bisognerebbe imparare da Berlino, che con i pochi resti del Muro, è riuscita a creare un movimento che porta ogni anno turismo e di conseguenza soldi. Dobbiamo imparare dalle grandi capitali europee che difendono la loro storia, la tutelano e la promuovono ovunque”. E’ questo il pensiero di Antonio Ilardi, imprenditore salernitano, titolare del Hotel Polo Nautico. Pensiero espresso in merito alla vicenda della possibile chiusura o trasferimento in altro comune del “Museo dello Sbarco e di Salerno Capitale”, come annunciato nei giorni scorsi dal presidente dell’associazione “Parco della Memoria Campania”, professor Nicola Oddati. Dunque si continua a parlare del Museo dello Sbarco, ed il fronte di coloro che si schiera con Oddati e che chiede all’amministrazione comunale di Salerno un intervento immediato si allarga ogni giorno di più. “Se il Museo dello Sbarco dovesse chiudere sarebbe una grande perdita per Salerno. E’ un fatto grave perché invece di valorizzarlo ed arricchirlo, stiamo rischiando di perderlo, per motivazioni che sono facilmente superabili. Bisogna capire che il Museo dello Sbarco, può rappresentare davvero un’opportunità di turismo ulteriore. Come dicevo prima Berlino ha costruito un movimento intorno ai pochi resti del Muro, ora noi non riusciamo a valorizzare i tanti reperti che sono custoditi all’interno del Museo e neanche a creare manifestazioni d’interesse che portino persone in città? Questo è assurdo. Soprattutto se si pensa che il prossimo anno si celebra l’80esimo anniversario dell’Avalanche Day. Che ci sono fondi ministeriali per queste celebrazioni. Ecco il Comune di Salerno dovrebbe essere già a lavoro per organizzare rievocazioni ed eventi che ricordino la storia non solo della nostra città, ma dell’Italia intera, ed invece, non si sta facendo nulla, anzì stiamo assistendo alla possibile perdita dell’unico Museo cittadino che celebra lo sbarco degli alleati e la nostra città come Capitale d’Italia” Ilardi dunque, invita, l’amministrazione comunale a mettersi al lavoro non solo per salvare il Museo, ma anche per adeguarlo e predisporre un vasto piano di accoglienza programmando una serie di eventi che possano celebrare degnamente l’80esimo anniversario dello sbarco degli alleati. “Non ha senso organizzare qualcosa sull’Avalanche Day se perdiamo il Museo dello Sbarco. Ma soprattutto non ha senso, per una città che si dice a vocazione turistica, perdere un’altra attrattiva culturale e storica. Perchè i turisti vanno nelle città italiane e non, non solo per il mare o per le Luci d’Artista, nel caso di Salerno, vanno nelle città per visitare anche i monumenti ed i musei. Quindi non dobbiamo disperdere la nostra storia. Questa va tutelata e difesa anche per le generazioni che verranno. Ma soprattutto va promozionata nell’ottica di una crescita turistica della città”.