Erika Noschese
Ancora in corso le indagini per risalire all’identità degli scafisti che hanno permesso, ancora una volta, questa terribile tratta di esseri umani. Lo scorso 5 novembre, il loro viaggio della speranza si è trasformato nello sbarco della morte, con l’arrivo a Salerno di ventisei donne morte, la cui causa pare essere riconducibile all’annegamento. La Procura non distoglie l’attenzione sui presunti colpevoli, ascoltando i migranti presenti a bordo dei gommoni. Nel frattempo due uomini sono accusati di aver contribuito – con le loro condotte – alle attività di tratta delle persone. Si tratta di Mohamed Ali Al Bouzid, egiziano, e Al Mabrouc Wisam Harar, di nazionalità libica, identificati grazie alle segnalazioni dei migranti a bordo dello stesso gommone pilotato dai due. Nel corso dell’udienza di convalida del fermo, entrambi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere ed il giudice per le indagini preliminari ha convalidato loro il decreto di fermo disposto dal Pm. I due si trovano ora presso la Casa Circondariale di Salerno, come richiesto dalla Procura. Intanto è giunta la confermano che alle operazioni di salvataggio e recupero dei migranti non hanno partecipato unità navali appartenenti ad organizzazioni non governative.