Andrea Pellegrino
Movimenti di 4 millimetri ogni due giorni sul viadotto Oliviero ma per Annunziata i lavori «non dovevano essere sospesi». Emergono nuovi particolari nell’ambito dell’inchiesta sul Porta Ovest che ha già portato all’avviso di conclusione indagine per trentatré indagati. Nelle settimane scorse l’ex presidente dell’Autorità Portuale di Salerno è stato ascoltato dai titolari dell’inchiesta. Per loro, Annunziata «ha un ruolo di preminenza nella direzione e gestione della realizzazione dell’intera opera». Tant’è che alla richiesta della Sam (società autostrade meridionali) di sospendere i lavori, Annunziata respinge tutto al mittente. E’ il 30 aprile del 2015 quando le Autostrade lanciano l’allarme: oc- corre bloccare i lavori per una lesione di un tratto di strada sul viadotto Olivieri, nei pressi del via- dotto Gatto. Negli uffici di via Sabatini, il Rup Micillo (dirigente del Comune di Salerno, subentrato a Domenico Barletta, dopo la con- danna in primo grado nel processo sul Termovalorizzatore e la conseguente sospensione) e gli altri collaboratori contestano la nota della Sam. Per loro andava concordata o, almeno, andavano preventivamente informati i vertici dell’Authority. La Sam – il contenzioso è ancora in corso – vuole dimostrare che c’è una interferenza tra le due opere. Da qui una seconda nota della autostrade che sollecita la sospensione e convince anche il Rup Giovanni Micillo. Ma non Annunziata. In una delle intercettazioni, infatti, l’ingegnere Elena Valentino, capo area tecnica dell’Autorità Portuale dice: «Il presidente ha detto che non si devono fermare i lavori». La Valentino parla della nota di Micillo con un collega della Vams Ingegneria Srl, affermando di non saperne nulla ma di aver informato il presidente. Il 5 maggio è ancora la Sam, attraverso l’architetto Fausto Iannaccone, a chiedere provvedimenti. In una conversazione con l’ingegnere Valentino, Iannaccone comunica nuovi cedimenti. E’ abbastanza arrabbiato e la invita a farlo chiamare da qualcuno: «Bisogna capire cosa sta succedendo – dice – e di non prendere sotto gamba la situazione». Il 3 giugno è la Dia che appone i sigilli al tunnel su disposizione della Procura della Repubblica di Salerno. Per la direzione dei lavori – si legge nelle conversazioni – «è solo uno stop pubblicitario dopo l’elezione a governatore di Vincenzo De Luca (eletto il 31 maggio) e quindi una montatura artefatta della magistratura». Nel 2018, però, il cantiere – dopo gli ultimi dissequestri – procede a passo di lumaca.