Ruggero Cappuccio ha presentato il docu-film su Enrico Caruso che verrà proiettato il 30 settembre
Di Olga Chieffi
“Nella vita ci sono le sirene che riconosciamo e quelle di cui ci accorgiamo dopo tanto tempo, ma le abbiamo perse. Bene, Enrico Caruso è una sirena collettiva”. A immaginare questa definizione del tenore dei tenori non poteva non essere che Ruggero Cappuccio. Il direttore del Napoli Teatro Festival ha evocato la sirena Lighea, il racconto fantastico di Tomasi di Lampedusa, la voce come un canto mai udito prima, la sirena diviene metafora della vita: non tanto la rinuncia, quanto l’impossibilità di accettare successivamente piaceri giudicati inferiori. E ancora la bellezza della Sirena cantarina Giulia De Caro, conosciuta come Ciulla d’a Pignasecca, che appariva sul mare di Mergellina su di una barca , incantando il viceré di Napoli don Antonio Albarez, marchese di Astorga, per introdurre Caruso quale sirena collettiva, ovvero cantante ammaliatore, mito, e soprattutto esempio da seguire, in tutto, per lo studio, i sacrifici e la sua grande umanità. Ruggero Cappuccio sarà il coordinatore delle mostre e degli audiovisivi dedicati a Caruso, in questo centenario che ci porterà direttamente al 2023, quando si svolgeranno le celebrazioni per il centocinquantenario della nascita del grande tenore.